Dilaga il disagio nei centri abitati: dopo Aquila, il caso di Riva San Vitale. La polizia: “Bene, ci date una mano”. Il ministro Gobbi: “Niente polemiche sui radar fissi. Sono utili”.
“I finti radar? Forse si comincia ad avere una maggiore sensibilità civica nei confronti delle alte velocità nei centri abitati”. A Norman Gobbi, capo del Dipartimento di giustizia e polizia, i finti radar fissi, che stanno sorgendo un po’ qua e un po’ là in Ticino, non dispiacciono. Dopo il caso di Aquila, e gli avvistamenti nel Bellinzonese e nel Locarnese, ne è sbucato un altro a Riva San Vitale. E sull’edizione odierna di 20 Minuti il pensionato che ha ideato il nuovo falso apparecchio sottolinea: “Ero stufo di questa gente che gasa senza riflettere. Ora i miei vicini mi ringraziano”.
Legalità – Il Ticino è invaso dai finti radar fissi? Per ora i rilevamenti ‘ufficiali’ sono limitati a 4 o 5, anche se in realtà potrebbero essercene di più. “Ciò denota un certo disagio da parte di alcuni cittadini – sottolinea Alvaro Franchini, della polizia stradale –, da parte nostra non possiamo che rallegrarci di questo piccolo fenomeno. I finti radar, se sorgono su proprietà privata e rispettano le norme edilizie, sono legali. E, anzi, ci danno una mano, hanno un effetto preventivo”. Gobbi è più scettico: “Una volta scoperto il ‘falso’, il deterrente scompare e si rischia di avere un effetto controproducente”.
Sfiducia nei radar fissi – Ascoltando i malumori di chi vive nelle zone in cui sorgono i finti radar si percepiscono rabbia e sfiducia nei confronti degli apparecchi fissi originali (una decina in tutto il Ticino). “La gente ormai rallenta prima del radar fisso e poi riprende a gasare”, fa notare, sconsolato, il pensionato di Riva San Vitale. “Ma è proprio questo lo scopo del radar fisso – puntualizza Franchini – fare rallentare la gente in quel punto preciso, potenzialmente molto pericoloso. I cittadini si tranquillizzino, spesso prima o dopo il radar fisso piazziamo anche dei controlli mobili. Proprio per vigilare sui furbi”. E Gobbi aggiunge: “Ci risulta che in tutti i comuni dove è presente un vero radar fisso sia unanime l’apprezzamento positivo delle autorità locali e della popolazione”.
Più controlli – Da una parte c’è chi invoca più controlli mobili. Dall’altra gli effettivi limitati della polizia e le centinaia di chilometri di asfalto da pattugliare. “La polizia fa il massimo – sostiene Gobbi –. Ma non è possibile controllare in maniera continuata la velocità del traffico in tutti i centri abitati del Ticino. In 15 anni si è, comunque, dimezzato il numero di morti sulle nostre strade. Anche le sanzioni per eccesso di velocità nei centri abitati sono calate sensibilmente. In generale c’è maggiore senso di responsabilità, lo ripeto. Resta però da sradicare l’impressione che il rispetto delle regole della circolazione sia un optional, applicabile a dipendenza della sensibilità dell’automobilista”.
di Patrick Mancini,
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