I fiduciari attendono il pacchetto fiscale

I fiduciari attendono il pacchetto fiscale

Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 12 giugno 2019 de La Regione

Il settore finanziario sta conoscendo da tempo un processo di trasformazione senza precedenti. Chiusure e fusioni sono all’ordine del giorno. Eppure le professioni fiduciarie tengono, almeno sotto il profilo numerico. A fine 2018 erano iscritte all’albo 1’500 persone, per un totale di 1’850 autorizzazioni suddivise tra finanziari, immobiliari e commercialisti. Sono dati emersi ieri pomeriggio durante l’annuale assemblea della Federazione ticinese delle associazioni di fiduciarie (Ftaf). Assemblea tenutasi presso il Centro di studi bancari di Vezia. La presidente Cristina Maderni ha sottolineato come «un decennio in cui fatturati e margini hanno subito una marcata contrazione, si può affermare che noi fiduciari siamo riusciti a restare sul mercato». «Ci siamo riusciti in virtù della capacità di riconoscere il cambiamento di paradigma successivo all’avvento dello scambio automatico d’informazioni, di controllo dei costi, di ricerca di sinergie», ha continuato.

Cosa fare per supportare la competitività del settore fiduciario? «È un compito che tocca per primi a noi stessi, definendo servizi al passo con i tempi e proponendoli con competenza», ha risposto Maderni. Ma ciò non basta. «Abbiamo bisogno di condizioni-quadro favorevoli, a cominciare dalla fiscalità per le aziende come per le persone fisiche», ha continuato Maderni, ricordando come il famoso accesso al mercato Ue (in particolare l’Italia) non è ancora dato. Inoltre, si attende l’implementazione cantonale della Rffa accettata lo scorso 19 maggio. Ma è anche l’eccesso di burocrazia che frena lo sviluppo economico. «Ottimizzare i controlli e frenare l’eccesso di burocrazia costituisce un traguardo importante, ma di per sé non esaustivo per costruire un Ticino competitivo», ha affermato riferendosi al consigliere di Stato Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento delle istituzioni e ospite dell’assemblea. Dipartimento che sovraintende, tra l’altro, al Registro di commercio, quello fondiario o all’Ufficio della migrazione. Tra le condizioni-quadro Maderni ha citato oltre alla fiscalità, anche l’arrivo della tecnologia 5G, «alla base della trasformazione digitale». Processo che non fa l’unanimità dei consensi.

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Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 12 giugno 2019 del Corriere del Ticino

Fiduciari Il cambiamento è la regola

Tra le trasformazioni in atto figurano le novità normative e le tendenze a livello tecnologico All’assemblea dell’associazione ricordata l’importanza della collaborazione fra Stato e privati

Un settore, quello dei fiduciari ticinesi, da dieci anni in forte trasformazione e che dopo la crisi finanziaria ha dovuto affrontare vaste riorganizzazioni. Al contempo, l’associazione di categoria (FTAF), che in Ticino rappresenta circa 1.500 professionisti, guarda positivamente al futuro pur conscia di quelle che sono le sfide da affrontare. «Il contesto di mercato – ha dichiarato la presidente Cristina Maderni aprendo la 27. Assemblea generale – è in lento miglioramento. Il modello di business dei fiduciari può ancora fare leva su punti di forza come il valore della tradizione, l’attitudine imprenditoriale e gli investimenti nella formazione. È tuttavia necessario che anche alcune condizioni quadro cambino, per garantire al settore più competitività».

Tra i temi caldi da affrontare c’è la fiscalità delle aziende e delle persone, nonché l’accesso ai mercati che viene negato da tempo (in particolare quello italiano). Ma anche la digitalizzazione e l’implementazione della tecnologia, così come il contenimento di controlli e della burocrazia eccessiva, che a volte consuma risorse in modo poco efficiente. Per far ciò, ha sottolineato Cristina Maderni, ci vuole un cambio di paradigma da parte della politica: ecco perché per avere un Ticino più «competitivo» bisogna essere più «uniti», cioè con una maggiore collaborazione tra settore privato e istituzioni.

La competitività – ha sottolineato da parte sua il consigliere di Stato Norman Gobbi – passa da diversi canali. «Nel 2020 per i fiduciari ci sarà un grande cambiamento normativo», con l’entrata in vigore della nuova Legge federale sui servizi finanziari e la nuova Legge federale sugli istituti finanziari, che per i consulenti alla clientela significano l’iscrizione a un servizio di registrazione abilitato dalla Finma, oltre a un adeguamento della legge cantonale sui fiduciari. La competitività passa anche dalla fiscalità e dalla gestione della sicurezza: in particolare, ha sottolineato Gobbi, riguardo al settore dei fiduciari è importante contrastare i fenomeni dell’abusivismo e dei prestanome. E infine la competitività passa anche da un’amministrazione pubblica performante, cioè più snella e tempestiva nei suoi interventi.

In questo un assist può arrivare dalla digitalizzazione. Come ha spiegato Stefano Santinelli, presidente della direzione di Swisscom Directories, ci sono diversi trend a cui le società elvetiche devono fare attenzione. Ad esempio la crescita esponenziale di oggetti connessi a internet (in Svizzera si stima 300 milioni) e che aiutano ad aumentare la produttività industriale. C’è poi il capitolo della gestione dei big data: per aiutare chi deve gestirli e interpretarli sono sempre più necessarie interfacce naturali che facilitino il lavoro delle persone. La blockchain sta poi portando nuovi modelli operativi e gestionali, dati dal fatto che le società (pubbliche e private) si troveranno sempre più ad operare in ecosistemi predefiniti. «Anche per chi opera nei servizi – ha spiegato Santinelli – si apre sempre più la forbice tra chi riesce ad offrire un servizio personalizzato e di fiducia e chi lotta per la sopravvivenza». Il ritmo del cambiamento a volte è frenato dalla lentezza degli adeguamenti in campo normativo. Al contempo per avere un ecosistema competitivo, è necessario che società e istituzioni investano nel cambiamento.

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Servizio all’interno dell’edizione di martedì 11 giugno 2019 de Il Quotidiano

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