Articolo pubblicato nell’edizione di martedì 16 gennaio 2018 del Corriere del Ticino
Ecco la ricostruzione di quanto successo prima e dopo il match: «Attacco inaudito contro la polizia»
Di esperienza sul campo ne ha accumulata da vendere. Ma un attacco così violento contro le forze dell’ordine non se lo ricorda. Il tenente colonnello Decio Cavallini , alla testa della Gendarmeria presso la Polizia cantonale, è rimasto disgustato dagli scontri andati in scena domenica pomeriggio alla Valascia fra i tifosi dell’Hockey club Ambrì-Piotta e quelli del Losanna: «Si è oltrepassato il limite nel rispetto degli agenti. Non intendiamo continuare a farci aggredire da chiunque. Non tutto è tollerabile. Queste persone pensano di restare impunite».
Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, il quale parla di «minoranze di codardi, vigliacchi e malavitosi. Quando la Polizia entra in uno stadio vuol dire che è davvero successo qualcosa di grave. In Svizzera capita 1-2 volte all’anno. In Ticino, che ricordi, non c’è un precedente. Ci vuole il pugno di ferro contro i violenti». Finora non è stato eseguito nessun fermo. Gli inquirenti stanno passando in rassegna i filmati della videosorveglianza e le fotografie per identificare i facinorosi. Nel frattempo oltre a quella dell’HCAP, sono state sporte altre tre denunce contro ignoti. A Lucerna, da altrettanti confederati rimasti feriti in modo lieve dal lancio di razzi all’interno della pista. Un’inchiesta, stando a quanto ci risulta, è stata aperta anche in Ticino.
Sia Decio Cavallini sia Norman Gobbi avevano il viso tirato, ieri, il giorno dopo i fattacci. Il volto di chi non sa se essere più arrabbiato o preoccupato per la vergogna consumatasi fuori e dentro la storica struttura. La partita era considerata a medio rischio, in virtù soprattutto del fresco precedente fra le due tifoserie risalente al 13 ottobre scorso. Allora i fan biancoblù avevano insultato i tifosi losannesi. Ma tutto era finito lì. La polizia ha pertanto potenziato il dispositivo di sicurezza rispetto alla norma. Inizialmente l’altroieri erano al fronte 20 agenti, poi saliti a 50 alla luce della situazione sempre più calda. I disordini infatti sono scoppiati appena i supporter del Losanna sono giunti sul piazzale antistante la Valascia. Un centinaio in tutto. Ma una sessantina era mascherata; 15 provenivano da Jena, in Germania, supporter della squadra calcistica del Carl Zeiss (Turingia). «Al momento non risultano ticinesi immischiati nella tifoseria losannese. Una precisazione doverosa visto il gemellaggio con l’Hockey club Lugano», osserva Decio Cavallini.
All’esterno volano razzi, torce, bottiglie di vetro. Le cinture vengono utilizzate come armi. Poi, tutti, si scagliano contro la Polizia cantonale. Il peggio deve ancora venire. Succede alla fine del secondo tempo e a partita conclusa, soprattutto. Gli agenti vengono assaliti (addirittura con dei bidoni della spazzatura e la base in cemento di un ombrellone) e rispondono con i proiettili di gomma, i manganelli e lo spray al pepe. In questa bolgia dantesca nessuno, però, viene fermato. «Le priorità erano difenderci ed impedire lo scontro fra i due fronti. Impossibile riuscire a fermare anche i violenti», puntualizza Cavallini.