I cantoni rimangono fermi sulle loro posizioni in merito alle misure per evitare la violenza nello sport, malgrado le critiche espresse dalla Swiss Football League. Gli incontri di calcio e disco su ghiaccio in futuro si svolgeranno solo su autorizzazione. Le autorità potranno imporre alcune misure supplementari, in particolare riguardo all’arrivo e alla partenza dei tifosi della squadra ospite.
“Ogni finesettimana in cui si svolgono incontri di calcio o di hockey, bisogna mobilitare 900 poliziotti per garantire la sicurezza”, ha detto oggi alla stampa a Berna Karin Keller-Sutter, presidente della Conferenza dei direttori dei dipartimenti cantonali di giustizia e polizia (CDDGP). È un costo troppo elevato per essere sopportato dalla collettività.
Durante l’assemblea plenaria, i direttori di giustizia e polizia hanno approvato all’unanimità la revisione del Concordato sulle misure contro la violenza nel corso di manifestazioni sportive il cui scopo è diminuire progressivamente l’impiego delle forze di polizia. Il testo ha una valenza “incitativa e non repressiva” secondo il consigliere di Stato neocastellano Jean Studer. Punta soprattutto sulla buona volontà dei club che hanno una responsabilità nella lotta contro il tifo violento.
Ogni incontro di calcio o di disco su ghiaccio della massima divisione sarà sottoposto ad autorizzazione. Quelli delle leghe inferiori solo quando c’è un pericolo per la sicurezza pubblica. I cantoni potranno anche imporre altre misure come controlli sui tifosi, regole per l’accesso negli stadi, divieto di vendita di bevande alcoliche. In caso di non rispetto, l’autorizzazione può essere ritirata.
Le autorità potranno pure richiedere i documenti di indentità per assicurarsi che i tifosi schedati nella banca dati HOOGAN non entrino negli stadi. Gli spettatori potranno subire perquisizioni coporali: gli agenti di sicurezza potranno controllare i fan “indipedentemente da un sospetto” e in caso di sospetto concreto potranno perquisirli anche sotto gli abiti. Il concordato, che deve ora essere ratificato dai cantoni, rende inoltre più severo il divieto di accesso alle zone dove si svolgono manifestazioni sportive per gli hooligan che hanno partecipato ad atti di violenza.
Per i tifosi e la Swiss Football League questo giro di vite è troppo severo. Secondo Thomas Gander, responsabile di “Lavoro sociale con i tifosi”, l’organizzazione che inquadra i tifosi, le misure vanno nella direzione sbagliata. “Questa globalizzazione del concetto di violenza è a nostro parere contraria al diritto”, ha detto all’ats. Le disposizioni sulle perquisizioni sono troppo severe. “Se ogni volta che vado ad una partita devo abbassare le mutande, non tornerò mai più”, sostiene.
La Swiss Football League (SFL) non ha nessuna critica quanto alle misure imposte ai tifosi, ma è contraria all’obbligo di autorizzazione per gli incontri di massima divisione. Secondo il portavoce, il campionato è messo in pericolo. “Se pochi giorni prima della partita, vengono imposte misure che un club non può soddisfare, non sarà più possibile gestire il campionato”. Per la SFL, l’obbligo di autorizzazione dovrebbe intervenire solo quando ci sono timori per la sicurezza pubblica.