La battaglia per l’acquisto dei 22 aerei Gripen non si combatte unicamente nei cieli – in nome della nostra sicurezza – ma anche in termini di importanti ricadute economiche per le piccole e medie imprese (PMI) svizzere e ticinesi.
Il comitato referendario contrario ai caccia svedesi enfatizza – data la facile presa sull’opinione pubblica – sull’elevato costo per l’acquisto dei 22 Gripen. Il medesimocomitato tuttavia sottace un elemento economico determinante: la Saab, ovvero l’aziendaproduttrice degli aerei da combattimento, stipulerà con le aziende svizzere commesse di compensazione per un totale di 2.5 miliardi di franchi secondo una chiave di ripartizione linguistica (dunque il 5% a beneficio della Svizzera italiana). Una somma questa non indifferente, tanto più in un periodo di crisi economica, in grado di fungere da volano per le nostre PMI che consentirà loro l’accesso non solo a importanti commesse, ma anche a una tecnologia di punta, all’acquisizione di un ulteriore know-how e all’accesso privilegiato verso nuovi mercati esteri. Un beneficio questo che ricadrà in tutte le regioni della Svizzerae con importanti conseguenze anche in termini occupazionali, stimabili in circa 10’000 posti di lavoro in Svizzera. Ad oggi la Saab ha già firmato l’equivalente di 300 milioni di franchi di comande industriali presso le industrie svizzere.
Quando si parla dunque dell’elevato costo per l’acquisto dei Gripen (3.126 miliardi di franchi), non bisogna ometterne la durata (stimata in 30 anni) e le ricadute dirette e indirette per la nostra economia (2.5 miliardi di franchi). Soldi per l’acquisto – che è bene ricordarlo – sono già parte del budget del Dipartimento federale della difesa, della protezione della popolazione e dello sport e che dunque non saranno sottratti – come qualcuno vuol far credere – all’AVS, alla formazione o ai trasporti pubblici.
L’acquisto dei Gripen – oltre a rappresentare una polizza assicurativa stipulata in nome della nostra sicurezza e della sovranità del nostro spazio aereo che sarà così garantito sulle 24 ore durante ogni giorno dell’anno – si rivela anche un’opportunità di crescita per la nostra economia. Inoltre, la tutela del “bene sicurezza” è un vantaggio competitivo per il nostro Paese e rappresenta una delle condizioni indispensabili per garantire la prosperità economica.
Il prossimo 18 maggio dunque, con un SÌ all’acquisto dei Gripen garantiremo, da un lato la nostra sicurezza aerea per i prossimi 30 anni e dall’altro, ricadute miliardarie per la nostra economia.