Dal Mattino della domenica l Il candidato ufficiale dell’Udc per il Consiglio Federale: “E’ una vittoria per tutta la Svizzera italiana, un onore rappresentarvi”
Trattiene a stento l’emozione. E sarebbe difficile fare altrimenti: è un Norman Gobbi particolarmente sorridente quello che incontriamo poche ore dopo la conferma che sarà inserito nel “tricket” di candidati per l’elezione in Consiglio Federale. Dopo tanti anni, il Ticino potrebbe quindi tornare ad avere un proprio rappresentante nell’Esecutivo Federale.
Norman Gobbi, le sue prime parole ieri, dopo l’annuncio della sua can-didatura ufficiale al Consiglio federale, sono state “lo spirito del federa-lismo vive!”. È una vittoria per il Ticino?
È una vittoria per tutta la Svizzera italiana, che da 16 anni non è più rap-presentata nel Consiglio federale. Con la sua scelta, il gruppo UDC ha riconosciuto il ruolo essenziale che essa svolge per il nostro Paese, valorizzando il federalismo, la pluralità culturale e la coesione nazionale.
Come sta vivendo questi giorni?
Sono giornate sicuramente molto intense, anche perché continuo a portare avanti le mie attività legate alla carica di Direttore del Dipartimento delle istituzioni e di Presidente del Consiglio di Stato. La mole di lavoro è dunque tanta, ma posso sempre contare sull’aiuto dei miei collaboratori più stretti e di quelli del mio Dipartimento. s
Cos’è cambiato alla sua quotidianità in queste settimane?
Invece di svegliarmi alle 6 mi sveglio alle 5 … (ride) Naturalmente, il ritmo si è fatto ancora più intenso, ma ciò mi stimola molto. Come prima, ognuno dei pochi momenti liberi lo dedico alla mia famiglia, a mia moglie e ai miei bambini. s s
Come è nata la candidatura?
Da una telefonata. Una telefonata che s’inserisce negli ottimi rapporti tra l’UDC e la Lega, che condividono gli stessi valori e che a luglio hanno firmato un accordo di collaborazione almeno fino al 2019. Come ho già detto, sono onorato che l’UDC abbia pensato a me e ringrazio la Lega che mi ha permesso di lanciarmi in questa sfida.
Si è emozionato quando ha scoperto che hanno pensato a lei?
Ammetto di sì. Un gesto non scontato che, oltre ad onorare la mia persona, porta onore alla mia terra, al nostro Ticino. Un segno che il maggior partito svizzero ha riconosciuto il ruolo fondamentale della Svizzera italiana e le problematiche con le quali essa è suo malgrado confrontata, specialmente negli ultimi anni.
È stato facile decidere?
Prima di tutto ho voluto discuterne con il Presidente dell’UDC Toni Brunner. Non mi sarei mai messo in gioco prima di averne parlato con lui e di aver verificato che la mia candidatura rispettasse gli statuti dell’UDC.
La prima persona a cui l’ha detto?
Naturalmente a mia moglie Elena, alla quale sono grato per avermi appoggiato e sostenuto anche in questa decisione importante.
In Ticino sono in tanti a sostenerla…
I Ticinesi hanno compreso che questa è una grande opportunità per il nostro Cantone! Ringrazio tutte le persone che in queste settimane mi stanno esprimendo il loro supporto, che mi dà ancora più forza ed energia in questo periodo intenso. Ringrazio anche i miei colleghi di Governo, che in settimana hanno sostenuto la mia candidatura, un gesto che ho molto apprezzato! s
… ma c’è anche chi scrive di non sentirsi rappresentato da lei.
Le critiche fanno parte della politica e ho abbastanza esperienza per saperci convivere. Penso che i 73’540 voti personali alle elezioni cantonali dimostrino come molti Ticinesi siano con me. È sempre impossibile fare l’unanimità, ma da ieri ho l’onore di rappresentare il Ticino e la Svizzera italiana in questa corsa.
Qualcuno ha messo in dubbio la sua collegialità, cosa risponde?
Nonostante la giovane età ho maturato una solida esperienza politica a livello comunale, cantonale e federale. Da quasi cinque anni quale Consigliere di Stato dirigo il Dipartimento delle istituzioni e come membro del Governo so benissimo cosa significhi la collegialità, un principio che rispetto ogni giorno nell’esercizio delle mie attività. s
Cosa ne pensa delle critiche del Blick?
Fanno parte del gioco. Più che delle critiche personali le interpreto come delle critiche nei confronti del Ticino. Negli ultimi anni questo giornale è sempre stato abbastanza critico con il nostro Cantone (vedi ad esempio il titolo “Tristezza Ticino”). Per questo motivo credo sia importante per il Ticino e per la Svizzera italiana far capire la propria importanza per tutto il Paese, peraltro sancita anche dalla Costituzione svizzera.
Pensa di potercela fare?
È difficile dirlo: le dinamiche di un’elezione federale sono sempre imprevedibili. Vado avanti tappa per tappa. Ora starà a me dimostrare le mie competenze e le mie capacità ai gruppi parlamentari degli altri partiti.
In caso di elezione, di cosa si vorrebbe occupare?
Come in ogni Esecutivo, penso che tutti i Consiglieri federali debbano essere pronti e capaci a dirigere qualsiasi Dipartimento. Per affinità rispetto alle attività fin qui svolte e alle competenze acquisite nella mia esperienza – penso ad esempio all’ambito della sicurezza – mi sento naturalmente più vicino al Dipartimento federale della difesa e a quello di giustizia e polizia.
Quali vantaggi può avere il Ticino ad avere un proprio Consigliere federale?
Porterei a Berna la prospettiva della Svizzera italiana in maniera più semplice ed efficace. Questo poiché conosco profondamente le problematiche che toccano da vicino il nostro Cantone e che sono difficili da comprendere se non le si vive sulla propria pelle. Inoltre, un Consigliere federale ticinese rafforzerebbe la sensazione di appartenenza del Ticino alla Svizzera, alla nostra Patria! s s
Aveva promesso il bagno nel Cadagno per l’elezione al Consiglio di Stato. E in caso di elezione al Consiglio Federale?
Rifammi la domanda il 9 dicembre… (ride, ndr). Di sicuro, c’è solo l’imbarazzo della scelta tra tutti i laghi che abbiamo in Leventina…
MATTIA SACCHI (ecco il pdf: il_mattino_della_domenica_20151122_3.pdf)
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Norman Gobbi
Nato a Faido il 23 Marzo 1977, è sposato con Elena ed è padre di due splendidi bambini. Amante dell’hockey e dell’esercito, dove è incorporato nello Stato Maggiore della Regione Territoriale 3, ha cominciato la sua attività politica a soli 19 anni, nel Consiglio comunale di Quinto per la Lega dei Ticinesi. Da lì, un’inar-restabile ascesa: Municipale a Quinto, Gran Consigliere, Consigliere Nazionale e dal 2011 Consigliere di Stato. Il prossimo 9 dicembre la grande occasione, come candidato Udc per il Consiglio Federale.