Dal Giornale del Popolo | Le considerazioni del consigliere di Stato dopo la firma della Convenzione e l’incontro con Francesco
Nel suo intervento prima della firma dell’accordo lei ha detto che spesso la storia militare svizzera è una storia di sacrificio, riferendosi poi alla battaglia di Arbedo, alle porte di Bellinzona…
Ho citato la battaglia di Arbedo del 1422, la prima battaglia combattuta a sud delle Alpi dai confederati contro le truppe milanesi condotte dal conte di Carmagnola, venute a riconquistare Bellinzona. Come sappiamo non ci sono monumenti a ricordare una vittoria, ma c’è una chiesa, la “chiesa rossa” perché – vuole così la tradizione – essa rappresenta il sangue versato dai confederati nella battaglia (oltre mille i morti su 2.500 soldati); la sconfitta fu riscattata poi nel 1478 nella battaglia dei Sassi Grossi di Giornico, nella Valle Leventina, sempre con i medesimi contendenti e con una maggiore presenza di leventinesi.
Lei ha citato poi Marignano e San Nicolao della Flüe, patrono della Svizzera e anche della GSP…
Marignano – definita “La battaglia dei giganti”, combattuta da oltre 50mila uomini, di cui ventimila confederati – rappresentò da una parte la conclusione del fresco dominio svizzero sul Ducato di Milano, dall’altra pose fine alla politica di espansione confederata non solo verso sud, ma anche nelle altre direttrici. Qui mi piace ricordare quanto, secondo un cronista cinquecentesco, disse ai confederati San Nicolao della Flüe (1417-1487) su tale argomento: «Se rimanete entro le vostre frontiere, nessuno vi batterà mai; ma sarete in ogni epoca più forti di tutti i vostri avversari, e li vincerete. Se invece, sedotti dalla cupidigia e dalla passione di dominare, cominciate a dilatare il vostro impero nel mondo, la vostra forza vi abbandonerà presto».
Proprio in quegli anni, nel 1506, fu istituita la Guardia Svizzera Pontificia, che per secoli fu in gran parte formata da svizzerotedeschi. Ancora mezzo secolo fa di ticinesi non c’era l’ombra…
Oggi la situazione è diversa: negli effettivi contiamo 8 ticinesi, tra i quali un maggiore (il primo ufficiale ticinese nella storia della GSP) e in più ci ritroviamo con un accordo impensabile fino a pochi decenni fa… La diffidenza degli amici confederati di lingua tedesca è stata assai diffusa. Inoltre il Ticino – pur essendo cattolico – nella guerra del Sonderbund del 1847, si schierò con i federali, non con i secessionisti dei Cantoni cattolici… Ricordo però con piacere come durante la Seconda Guerra mondiale non ci furono soldati ticinesi condannati per alto tradimento del nostro Paese e questo a dimostrazione del fatto che il motto “liberi e svizzeri” lo sentiamo profondamente nostro. L’abbiamo dimostrato anche con questo accordo: non solo abbiamo ormai superato le diffidenze, ma abbiamo avuto un pubblico e prestigioso riconoscimento della qualità della formazione erogata presso il Centro di formazione di polizia di Giubiasco. Con molto piacere e con molto orgoglio la erogheremo anche alla Guardia Svizzera Pontificia…
… che ha un compito preminente: la difesa personale del Papa…
Mai più mi sarei immaginato di poter fare questo a poco più di cinque anni dalla mia prima elezione in Consiglio di Stato. Poter contribuire a formare chi difende la persona di Sua Santità è un motivo di orgoglio non solo per il Ticino cattolico, ma per il Governo e per il Ticino tutto.
N.B. Il consigliere di Stato Gobbi ha partecipato con gli altri componenti della delegazione alla Santa Messa celebrata da papa Francesco a Santa Marta martedì 27 settembre. Il Santo Padre nell’omelia si è riferito soprattutto alla Prima Lettura, tratta dal Libro di Giobbe. Norman Gobbi ha poi messo su twitter la considerazione che segue:
«Mi sono emozionato e ho trattenuto a stento le lacrime. Due giorni fa, nello Stato più piccolo del mondo con l’uomo più straordinario del mondo. Le sue parole profonde, i suoi messaggi semplici ma diretti, la sua grande umiltà e umanità, mi hanno toccato molto e confermato la sua grandezza di uomo. Sono grato – unitamente alla delegazione ticinese – di aver avuto questo incontro privilegiato con Sua Santità. Grazie papa Francesco.»