Duque la fusione coatta in Val Onsernone non si farà. Il governo ha deciso mercoledì di proporre al Gran Consiglio l’abbandono del progetto aggregativo tra i Comuni di Gresso, Isorno, Onsernone, Mosogno e Vergeletto dopo il risultato della votazione consultiva del 23 settembre 2012 e a seguito del no dei Municipi di Mosogno e Vergeletto alla controproposta cantonale per favorire un matrimonio ‘forzato’ viste le difficoltà finanziarie palesate da alcuni enti locali. Si concretizza dunque una soluzione controversa ma probabilmente inevitabile, che concede all’Onsernone il beneficio del dubbio, ma pone la valle di fronte ad una situazione sicuramente problematica se consideriamo quanto in futuro sarà difficile per il comprensorio vallerano ritagliarsi uno spazio minimamente significativo anche solo nel contesto delle valli locarnesi.
In questo senso è illuminante quanto dichiarato dal primo “sconfitto” della vicenda-aggregazione, il direttore del Dipartimento Istituzioni, Norman Gobbi. Secondo il quale «il Cantone è disposto ad aiutare solo chi vuole lasciarsi aiutare». Una nota polemica, quella pronunciata al cospetto dei media che lo hanno interpellato mercoledì, che tradisce grande delusione, ma anche rassegnazione per uno stato di cose che tanta buona volontà da parte dell’ampia frangia di popolazione favorevole all’aggregazione non ha potuto evitare.
«Nonostante lo sforzo operato da parte nostra nel voler aiutare una valle in difficoltà, non si è mai trovato un punto di convergenza tra le aspettative, invero poco reali, dei Comuni e quanto offerto dal Consiglio di Stato», ha dichiarato il consigliere di Stato. Che poi ci è andato giù molto duro toccando, pur se di transenna rispetto al grande tema dell’aggregazione, il capitolo economico. «Il superamento dei costi del Centro servizi di Isorno (+122%) e quello della palestra di Russo (+88%) dimostra la palese difficoltà di autogestirsi da parte di questo territorio e le sue difficoltà di rilanciarsi da solo». Una stoccata in piena regola, ben al di là delle ‘regole’ della diplomazia.
Da La Regione, Locarno