Da Mattinonline.ch, 30 agosto 2016 |
Norman Gobbi, che giornata è stata domenica, nell’assistere alla lotta svizzera?
È stata una bellissima esperienza. Per questo è innanzitutto da lodare l’organizzazione impeccabile, ma anche il tempo ha fatto la sua parte. Bandiere rossocrociate, corni delle alpi, lottatori, un grande ambiente tra il pubblico: questo weekend a Estavayer si respirava Svizzera!
Cosa ti piace di questa disciplina?
Fin da bambino sono stato affascinato dalla lotta svizzera, come parte della tradizione elvetica. È uno sport decisamente faticoso, che permette di impegnare corpo e mente attraverso la conoscenza delle tecniche di presa. Apprezzo soprattutto il rispetto con il quale si affronta l’avversario: dopo la sfida, il vincitore aiuta lo sconfitto ad alzarsi e pulisce dalla segatura la sua spalla, in un gesto secondo me molto significativo.
Ti sei cimentato anche tu in qualche sfida, quali sono le difficoltà maggiori?
Mi sono cimentato in maniera amatoriale a Gudo durante la prima Festa ticinese di lotta svizzera: nella sfida Andrea Stuppia è stato un valido avversario! Le difficoltà maggiori stanno soprattutto nella tecnica, nel trovare la presa giusta per buttare a terra l’avversario senza mai perdere la concentrazione e farsi quindi cogliere impreparati.
Quanto è importante far vivere certe attività legate alla tradizione?
Nei periodi di dominio straniero del nostro Paese, gli svizzeri ribadivano il loro attaccamento alla Patria anche attraverso questo sport. Era un modo per distinguersi e affermarsi, e ancora oggi è in parte così. Le tradizioni definiscono la nostra identità elvetica e ci ricordano ogni giorno i nostri valori.