Il direttore delle Istituzioni martedì sera è stato ospite a Piazza del Corriere.
Ha ricordato i suoi primi approcci con la politica («nel ’92 ho davvero capito che volevo entrare nella Lega perché era l’unico movimento che difendeva gli interessi del Ticino»), la fiducia che gli ha dato il Nano («impossibile sostituirlo»), ma ha pure parlato dei temi che ultimamente lo vedono sottopressione a livello cantonale: polizia, piano delle aggregazioni, immigrazione. Martedì sera a Piazza del Corriere su TeleTicino, presentata dal giornalista Gianni Righinetti, il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi ha discusso a 360 gradi degli argomenti del suo dipartimento. Uno fra tutti la criticata legge sulla prostituzione, ritenuta da PPD e PLR un libretto delle istruzioni per aprire un locale a luci rosse in Ticino. «Già oggi chi arriva in Ticino per aprire un locale ha degli ottimi consulenti dei partiti che criticano la legge» ha risposto con una frecciatina, ribadendo che quella attualmente in consultazione è una legge di polizia che vuole agevolare il lavoro di controllo. «La prostituzione è un tema da gestire, non da negare». Sempre in tema di controlli, Gobbi ha rilevato che si sta monitorando la situazione dei 180 mila permessi per stranieri attivi in Ticino per contrastare possibili abusi. «In particolare abbiamo aumentato i controlli su chi arriva e dopo poco tempo finisce a beneficio delle assicurazioni sociali» ha spiegato, aggiungendo che si vuole evitare che il cantone diventi una destinazione interessante.