Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 25 novembre 2020 de La Regione
Il presidente Norman Gobbi sul posto
Sono le prime ore della mattina di ieri. Il presidente del governo ticinese arriva a passo sostenuto sul luogo dell’incendio che nella notte ha devastato il Mulino di Maroggia. Il capo del Dipartimento delle istituzioni.
Norman Gobbi guarda quanto resta dell’edificio fra fumo e continui getti d’acqua, interrogando i pompieri e scrutando la desolazione dall’alto della lunga scala su cui l’hanno fatto salire per una ricognizione ad alta quota.
Noi lo avviciniamo carpendogli una dichiarazione frutto di sentimento e dispiacere: «Il Mulino di Maroggia era un luogo e soprattutto un elemento architettonico importante di questo paese posto in una posizione magnifica sul lago Ceresio. Evidentemente cadendo questo simbolo cade un pezzo di storia importante ma anche di identità di un paese che con l’evoluzione è stato un po’ stravolto dalle infrastrutture, la ferrovia prima e poi l’autostrada, ma che vuole comunque ritrovare una rinascita grazie anche, in particolar modo, al progetto aggregativo accolto dalla popolazione di Maroggia, Melano e Rovio». Gobbi ascolta soprattutto la preoccupazione, in queste ultime ore, di coloro che sono impegnati da lunedì pomeriggio nell’incendio; attenzione che si è centralizzata sulla stabilità dell’edificio: «Evidentemente dopo un incendio di questo tipo la stabilità è messa in discussione. Si attendono le macchine per poter demolire e riaprire la ferrovia da ieri sera bloccata con tutti gli inconvenienti che sappiamo. Ogni ora costa diverse migliaia di franchi… Se è da ieri sera e rischia di esserlo fino a stasera il danno per le Ffs è importante ma anche per il trasporto pubblico». Quale messaggio di conforto il presidente ticinese può trasmettere alla famiglia Fontana che da ormai cinque generazioni gestiva il mulino impegnandosi nel suo continuo aggiornamento? «È un colpo al cuore anche per il sottoscritto e la nostra famiglia – ricorda l’attività che fu dei suoi genitori Gobbi –. Perché quali panettieri di Piotta compravamo la farina da loro. Evidentemente questo danno economico per loro è un danno importante, di una realtà importante del nostro territorio, perché la farina del Mulino di Maroggia era una farina presente in tutte le case e soprattutto con gli ultimi anni quando era rimasto l’unico centro di distribuzione del Ticino. Grande vicinanza dunque del Consiglio di Stato alla famiglia Fontana e soprattutto l’incoraggiamento a non voler mollare in questo momento di difficoltà».