Pacifica manifestazione di protesta ieri al carcere della Stampa. Lamentele per le misure restrittive introdotte. ‘Ma non tutte le richieste potranno essere soddisfatte’. Assente il direttore ad interim, è intervenuto il consigliere di Stato in persona.
Carcere della Stampa. Erano le 11.30 di ieri mattina quando è scattato l’allarme. Un centinaio di detenuti, che si trovavano nel prato verde della corte centrale del penitenziario, al termine della canonica “ora d’aria” si sono rifiutati di rientrare nelle loro celle. Una manifestazione di protesta vera e propria per esprimere un disagio, che evidentemente maturava da un po’ di tempo a questa parte. Hanno chiesto di parlare con la direzione e manifestare la loro contrarietà. Un problema. perché il direttore ad interim del carcere Marco Zambetti e il direttore della Divisione della giustizia Giorgio Battaglioni erano assenti per motivi privati. È toccato allora al consigliere di Stato in persona Norman Gobbi scendere in campo per vedere di dirimere la questione. «Informato di quanto stava accadendo – ci ha detto il titolare del Dipartimento delle istituzioni – ho fatto in modo che i detenuti formalizzassero per iscritto le loro lamentele e le loro richieste. Poi nel primo pomeriggio mi sono recato alla Stampa per incontrare una delegazione di carcerati, garantendo che la direzione delle strutture carcerarie avrebbe dato loro una risposta, con tanto di motivazioni, nei prossimi giorni. Fermo restando che non tutte le rivendicazioni potranno essere soddisfatte. Mi è stato promesso, allora, che tutti sarebbero rientrati entro le 16 nelle celle o nei laboratori. E così è stato».
Una protesta assolutamente pacifica, insomma. Ma che cosa l’ha generata? «Si sono lamentati di varie cose – ha precisato Gobbi –. Perché al chiosco sono stati tolti alcuni prodotti; a causa di talune misure restrittive applicate per motivi logistici (d’altra parte la struttura della Stampa ha 45 anni). Per l’applicazione delle pene del concordato latino in materia di esecuzione delle pene. E anche per l’introduzione di nuove misure di sicurezza per evitare che sia introdotto illegalmente nelle celle materiale proibito (come hanno evidenziato gli ultimi controlli)». La situazione, come detto, è sempre rimasta sotto controllo. Solo un detenuto si è abbandonato a un gesto di intemperanza, bruciando una camicia alla finestra della sua cella.
di Marco Pellegrinelli, LaRegione Ticino, 11.07.2014