Articolo pubblicato nell’edizione di lunedì 8 aprile 2019 de La Regione
La lista unica tra Lega e Udc perde il 4,3 per cento rispetto a quattro anni fa, quando si presentarono da sole, fermandosi al 27,8%. Confermati i due consiglieri di Stato uscenti, e in via Monte Boglia si festeggia comunque: ‘Siamo ancora i più votati’.
Dopo la locomotiva Borradori e la locomotiva Zali… la locomotiva Gobbi
Quattro anni dopo, anzi otto – è entrato in governo nel 2011 – e «42 chili» in meno. Persi «in un paio d’anni», aggiunge. Scendere di peso fa bene fisicamente. Ed elettoralmente. Sì, perché qui in alta Leventina a casa di Norman Gobbi i primi dati di una domenica speciale vedono il consigliere di Stato leghista, in corsa per la terza legislatura, in testa alla lista per l’Esecutivo frutto del matrimonio fra il movimento di via Monte Boglia e i democentristi. È il più votato in diverse località sia del Sopraceneri sia, e per certi versi inaspettatamente, del Sotto (persino a Lugano come si saprà in serata). Piazzandosi quindi davanti a Claudio Zali, definito dopo l’esito della tornata del 2015 la nuova macchina di voti della Lega. Marco Borradori, l’ex giudice e ora lui. Stavolta a condurre la macchina è il già “4X4 della politica della sicurezza”, per citare lo slogan usato nella campagna per le precedenti ‘cantonali’. E anche lo slogan ha perso… parole: semplicemente “Pronti!”.
A Nante, frazione di Airolo, 1’400 metri circa sopra il livello del mare, la temperatura non è proprio primaverile in questo pomeriggio elettorale. Impossibile non riconoscere la dimora, stile chalet, del ministro, praticamente a inizio paese: bandiera svizzera, quella del Ticino, drappo dell’Hcap, una sorta di scultura in legno nel prato raffigurante la mostrina degli autisti in grigioverde («L’ha fatta e me la regalata nel 2001 una mia recluta, quando ero comandante di compagnia») e soprattutto, per sciogliere ogni dubbio, il manifesto elettorale su cui campeggiano “Pronti!” e la foto sorridente del consigliere di Stato per otto anni e verosimilmente per i prossimi quattro alla testa del Dipartimento istituzioni («Andare a dirigerne un altro? Non vedo alcun motivo. Siamo una squadra fortissima!»). A Nante ha radunato per il pranzo e per l’attesa dei risultati una ventina di amici stretti. Oggi tutti da Norman e dalla sua famiglia: la moglie Elena e i figli Gaia e William. Fuori la colonnina di mercurio indica 5 gradi. Ad alzarla ci pensano i piatti del cuoco Gobbi: per l’occasione affettati, minestra di zucca e costine. «Tutta produzione propria», puntualizza alludendo alla carne ricavata da «due miei maiali». La precedenza sempre e comunque ai nostri, anche con i suini. Ma a Nante ad alzare la temperatura ci pensano soprattutto le proiezioni che si susseguono durante la giornata. Passano le ore e il padrone di casa risulta il candidato più gettonato (alla fine racimolerà 71’312 voti: il primo della lista, il primo in assoluto). «Gobbi dimagrisce, ma cresce!». La battuta del consigliere di Stato è senz’altro azzeccata. «Sono ovviamente soddisfatto della performance personale, perlomeno finora – dice verso le 16 al cronista della ‘Regione’ –. E questo pur dirigendo un Dipartimento difficile, considerato non di rado come dispensatore di multe: alla luce di questo risultato credo però che sia percepito anche e soprattutto come un dispensatore di sicurezza». I radar anti-velocità, le multe, le imposte di circolazione. Ma anche il dossier aggregazioni comunali non rende sempre agevole la direzione del Dipartimento istituzioni. Eppure chi dal 2011 ne ha in mano le redini è oggi il più votato. Come se lo spiega, Gobbi? «Forse la gente è più matura di alcuni rappresentanti politici, è un po’ quello che ha dimostrato il recente sondaggio della Sezione enti locali dove la predisposizione verso le aggregazioni è spesso più forte nella popolazione che nei municipi». Mauro, locarnese, uno degli amici del ministro presenti a Nante, sostiene che il successo elettorale di Gobbi sia da ricondurre anche ad altri fattori. «Mi aspettavo questo risultato – racconta –. Norman è uno molto alla mano, è concreto, schietto e nello stesso tempo umile. Sono qualità che la gente apprezza». Prima di scendere a Lugano, nel quartier generale leghista di via Monte Boglia, il riconfermato Gobbi commenta: «Il risultato del movimento è per taluni aspetti sotto le aspettative». E preannuncia: «Molto probabilmente come governo usciremo con un messaggio per l’introduzione del maggioritario per gli esecutivi. Ormai si votano soprattutto le persone». Se lo dice il più gettonato…