Da Liberatv.ch | Il ministro delle Istituzioni, in occasione della cerimonia di consegna dell’arma dei nuovi agenti, ha voluto fare un forte richiamo alla responsabilità: “Leggiamo troppo spesso sui nostri mezzi d’informazioni, e non solo sulle pagine che raccontano dei fatti accaduti all’estero ma anche sulla nostra cronaca, dei danni irreparabili che l’uso sconsiderato delle armi può provocare. Spero vi ricorderete delle mie parole tutte le volte che sfiorerete la vostra arma”
“La pistola d’ordinanza è un mezzo coercitivo. Va quindi utilizzata solamente quando tutte le altre opzioni sono già state scartate. Ricordatevelo”. È un forte richiamo alla responsabilità quello che Norman Gobbi ha voluto lanciare agli aspiranti poliziotti, nel corso della cerimonia di consegna dell’arma, svoltasi in Gran Consiglio.
Dopo un percorso di formazione impegnativo, comprensivo di allenamenti pratici e di approfondimenti normativi sull’uso della pistola d’ordinanza, 25 aspiranti agenti della Polizia cantonale; 17 delle Polizie comunali di Ascona, Bellinzona, Chiasso, Giubiasco, Locarno, Lugano e Mendrisio; 2 della Polizia dei trasporti e 2 della Polizia cantonale grigionese, hanno ricevuto l’arma. Ora, questi aspiranti agenti, dovranno affrontare un periodo di stage nei posti di polizia , tassello importante della formazione che li poterà al conseguimento dell’Attestato professionale federale, con il superamento degli esami di professione nel febbraio 2017.
“L’arma – ha detto Gobbi .- è un simbolo strettamente e intrinsecamente legato alla vostra professione: agli occhi dei cittadini è un segno distintivo. Vi identifica come agenti di polizia, ovvero come professionisti ai quali lo Stato ha affidato il compito di tutelare la sicurezza sul nostro territorio. Con la consegna dell’arma, i cittadini e le Istituzioni ripongono in voi fiducia e grandi responsabilità”.
Il Direttore del Dipartimento delle istituzioni ha dunque fatto una panoramica sulle nuove sfide, dall’immigrazione al terrorismo, che stanno modificando il ruolo delle forze dell’ordine nella società moderna. Ma il richiamo del ministro leghista, si diceva, è stato soprattutto alla responsabilità legata al possesso della pistola: “Da oggi insieme alla divisa blu rappresenterete le forze dell’ordine anche con l’arma di ordinanza. Un simbolo importante. Dovete esserne ben consapevoli. Fidatevi del vostro buon senso e fatevi guidare da chi ha più esperienza nell’utilizzarla. Uno degli insegnamenti più importanti che vi daranno è che la pistola d’ordinanza è un mezzo coercitivo. Va quindi utilizzata solamente quando tutte le altre opzioni sono già state scartate”.
“Una lezione – ha sottolineato Gobbi – che ho appreso anche io nella mia esperienza militare e sono grato di essermi fatto guidare da persone preparate e con molta più esperienza di me sulle spalle. Leggiamo troppo spesso sui nostri mezzi d’informazioni, e non solo sulle pagine che raccontano dei fatti accaduti all’estero ma anche sulla nostra cronaca, dei danni irreparabili che l’uso sconsiderato delle armi può provocare”.
“Spero – ha concluso il Consigliere di Stato – vi ricorderete delle mie parole tutte le volte che sfiorerete la vostra arma. Tutte le volte che entrerete in servizio indossando la vostra divisa. Tutte le volte che svolgerete con impegno, coraggio e forza di volontà il vostro mestiere. Perché l’essere poliziotti non è solo una professione ma una vera e propria missione a favore della collettività”.