La cerimonia di oggi ha un significato profondo: oltre a riportare al suo originario splendore una importante scultura, costituisce un rinnovato e sentito omaggio alla memoria degli operai che persero la vita mentre erano impegnati nei lavori di scavo della galleria ferroviaria del San Gottardo.
Uomini giovani, forti e coraggiosi, quasi tutti stranieri, che hanno reso possibile, grazie al loro sforzo, una grandiosa e unica opera dell’ingegno umano.
Tanti di noi hanno viaggiato a lungo su questa ferrovia per motivi di svago, di studio e di lavoro e tanti viaggeranno sulla nuova Alptransit, ahimè testimone ancora, anche se fortunatamente in numero decisamente minore, di altre vittime del lavoro. Questo nostro territorio è stato e rimarrà sempre punto nevralgico per il passaggio di persone e merci e il sacrificio di questi lavoratori non potrà mai essere dimenticato, come lo testimonia pure a poche centinaia di metri da questa piazza, il monumento ai caduti della galleria stradale del San Gottardo.
L’imponente e magnifica scultura di Vincenzo Vela è stata tra i primi monumenti eretti in Europa alla “classe operaia”. Un’opera considerata rivoluzionaria per quei tempi, poiché esaltava la fatica e il sacrificio degli operai, piuttosto che le innovazioni tecnologiche applicate per la realizzazione del traforo stesso.
Le condizioni di lavoro allora erano pessime. Furono sperimentate nuove tecniche per ridurre i costi, anche se la fretta con cui furono messe a punto fu la principale causa dei gravi e numerosi incidenti. Gli operai lavoravano duramente in condizioni massacranti con turni di 8 ore, imprigionati in un ambiente dove la temperatura superava i 30° e l’aria era resa irrespirabile dalla scarsa ventilazione e dalle esalazioni dei gas di scarico delle macchine.
Fortunatamente con il tempo e la tecnologia, il rispetto per il lavoratore è aumentato.
La costruzione del tunnel ferroviario costò la vita a 10 minatori per ogni chilometro costruito; 100 anni dopo con la costruzione della galleria stradale si ebbe un morto per ogni chilometro scavato e oggi con l’Alptransit la cifra si è ulteriormente abbassata di dieci volte.
Nonostante le migliorate condizioni di lavoro, i controlli durante il lavoro e i corsi di primo intervento, il tema degli infortuni sul lavoro è purtroppo ancora molto attuale. Ogni anno in Svizzera circa 100 persone perdono la vita in incidenti sul lavoro e circa 250’000 persone subiscono un infortunio sul lavoro. La Commissione federale di coordinamento per la sicurezza sul lavoro CFSL e la SECO, il centro di competenza della Confederazione per i principali problemi di politica economica, unitamente ai Cantoni, hanno lanciato dal 2010 la Campagna « SAFE AT WORK » proprio per sensibilizzare maggiormente alla prevenzione per una maggiore sicurezza sul posto di lavoro. Queste campagne di prevenzione sono ideate appositamente per i diversi settori di attività e i loro pericoli specifici e sviluppate in stretta collaborazione con le associazioni di categoria. Così facendo, possono contribuire in modo efficace e in tempi relativamente brevi a impedire determinati tipi di infortuni e incidenti sul lavoro. In Ticino, inoltre, è stata attivata da alcune settimane una banca dati per la catalogazione di tutti gli incidenti sul lavoro registrati nella Svizzera italiana, gestita dalla Fondazione Pellegrini Canevascini (FPC) in collaborazione con il sindacato Unia Ticino: uno strumento di sensibilizzazione dell’opinione pubblica e di prevenzione dei rischi, ma anche un contributo alla conoscenza scientifica e alla memoria collettiva.
Anche Vincenzo Vela era particolarmente sensibile ai temi sociali e politici del suo tempo, un uomo d’azione, capace di battersi per i suoi ideali. Tutte le sue opere sono infatti legate ad eventi, personaggi e ideali della sua terra elvetica. Celebrò Guglielmo Tell, il nostro eroe più leggendario e popolare, garante dei valori di libertà e di indipendenza; l’intellettuale e politico Stefano Franscini; il generale Guillaume-Henri Dufour, difensore dello spirito confederato della guerra civile del Sonderbund nell’autunno del 1847 con cui ebbe un rapporto di stima e di amicizia che lo portò ad arruolarsi egli stesso fra i volontari accorsi in difesa dell’unità della Confederazione.
Il mio auspicio è che il ritrovato splendore di questa scultura rinnovi lo spirito sociale del suo artista e sensibilizzi ulteriormente sull’importanza della prevenzione e della sicurezza sul lavoro, in modo che il sacrificio degli eroi del Gottardo non sia stato invano.
Vi ringrazio dell’attenzione.
Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi in occasione della cerimonia di presentazione del restauro del monumento “Le vittime del lavoro” di Vincenzo Vela. 17 ottobre 2014 – Airolo