Dal Corriere del Ticino del 7 giugno 2016, un articolo a cura di Michelle Cappelletti
Gli auspici e le preoccupazioni del nuovo presidente del Tribunale d’appello, giudice Matteo Cassina Norman Gobbi rassicura sui tempi della riforma del sistema giudiziario: «Nessuna perdita di slancio»
Le difficoltà logistiche, tra cui il rinnovo del Palazzo di giustizia a Lugano, e la riforma Giustizia 2018, che mira a riorganizzare l’apparato giudiziario cantonale, sono stati i temi al centro dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2016-2017. Il fulcro della cerimonia, tenutasi al Palazzo dei congressi di Lugano, è stato però l’avvicendamento alla presidenza del Tribunale di appello: Matteo Cassina è infatti subentrato a Mauro Ermani . Quest’ultimo nel suo intervento ha sottolineato che «lo stato di salute del Tribunale d’appello è abbastanza buono. Pur con un aumento delle pratiche riesce a rendere giustizia in tempi accettabili e con qualità». Ma non sono mancati gli strali alla politica, rappresentata dal direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi .
A lanciarli il neopresidente Cassina: «I tempi della politica sono lunghi e riguardo a Giustizia 2018 temo una perdita di slancio, senza il quale ogni riforma è destinata a sgonfiarsi». Sul Palazzo di giustizia, Cassina ha poi aggiunto: «Urgono lavori di rinnovamento. Esiste un progetto da 60 milioni di franchi, ma la giustizia non ha bisogno di fastose cattedrali. Non sarebbe meglio porsi obiettivi più contenuti ma realizzabili in tempi rapidi?» Non è tardata la risposta del consigliere di Stato che al Corriere del Ticino ha precisato: «Gli obiettivi non sono quelli di stravolgere il sistema ma di migliorarlo. Quando Cassina ha presentato la sua analisi si è dimenticato di quanto è stato fatto. Nel 2011 è stato lanciato il progetto Giustizia 2018 con l’obiettivo di costituire una sorta di gremio di idee. C’è stato un confronto sul documento con tutte le autorità giudiziarie, le quali hanno dato nel 2012 le loro risposte, a seguito delle quali nel 2013 è stato dato avvio a gruppi di lavoro che nei due anni successivi hanno consegnato i loro rapporti. Gli ultimi sono arrivati durante l’autunno 2015, penso in particolar modo al Ministero pubblico e al Tribunale d’appello».
Per Gobbi i tempi sono forzatamente lunghi, perché «se si vuole coinvolgere tutti ci vuole tempo». Ma non per questo si deve temere una perdita di slancio di Giustizia 2018: «Lo slancio non manca, così come la mia energia. Evidentemente andremo avanti in base alle priorità, che vanno al Tribunale d’appello». Ed è anche in questo senso che Gobbi ha annunciato una novità: «In autunno verrà istituito un tavolo di lavoro sulla giustizia, in cui verranno discusse le problematiche del settore insieme ai magistrati. Sarà un luogo di condivisione sui temi che deve tradursi in collaborazione e dialogo».
Sicurezza e informatica
Ma nel cantiere della giustizia ci sono altre sfide da affrontare: Cassina si è infatti chinato sul tema della sicurezza nei Tribunali, per la quale «non è stato adottato nessun provvedimento», e sul programma informatico del Tribunale d’appello: «Le Camere non possiedono una piattaforma unificata. Una lacuna che fa sì che tutto il know-how sia legato alla memoria storica dei giudici, che quando terminano il proprio mandato viene persa». Infine, il presidente ha ricordato la riforma della procedura d’elezione dei magistrati: «In giugno del 2015 è stata istituita dal Gran Consiglio la speciale Commissione. Occorre capire che tra i vari sistemi al vaglio nessuno è perfetto, tutti presentano dei limiti. Quello attuale non mi pare da buttar via, forse basterebbero maggiori accorgimenti per fare in modo che funzioni meglio».
Le prossime tappe
All’inaugurazione Gobbi ha colto l’occasione per fare il punto sulla riforma Giustizia 2018 e sui cambiamenti che attendono il settore nei prossimi anni. «In ogni cambiamento va vista un’opportunità», ha sottolineato Gobbi. Dopo aver ricordato le sfide derivanti dall’apertura del tunnel di base del San Gottardo, quelle relative alla piazza finanziaria ticinese a seguito della bufera che ha travolto la BSI e il pacchetto di riequilibrio delle finanze cantonali, Gobbi si è concentrato sul sistema giudiziario, facendo appello alla solidarietà interna, sollecitando la creazione di un pool dei cancellieri o dei giudici per risolvere le situazioni critiche, con lo scopo di «rendere la giustizia efficace attraverso un reale recupero di efficienza», ha precisato. Obiettivo, questo, a cui mira Giustizia 2018, di cui Gobbi ha presentato un aggiornamento: «Nel mese di giugno verrà presentato il messaggio di riorganizzazione delle Giudicature di pace ed entro la fine del mese terminerà la consultazione sul progetto di creazione di un’autorità penale delle contravvenzioni».
Ma anche l’estate si profila calda sul cantiere della riforma: «Il gruppo di lavoro sulla Legge sugli onorari dei magistrati dovrebbe consegnare il proprio rapporto e la Divisione della giustizia affronterà il progetto di riorganizzazione del Ministero pubblico e del Tribunale d’appello. Inoltre, il Governo attende anche che il Parlamento si esprima in merito alla proposta di accorpare alle Preture le competenze in materia di protezione del minore e dell’adulto, oppure di continuare con le Autorità regionali di protezione, rafforzandole».
Si prospetta quindi un autunno intenso, che prevede anche altri lavori in relazione alla digitalizzazione degli archivi e all’erogazione di servizi tramite sportelli virtuali. Ma non è tutto: «Occorrerà implementare la comunicazione elettronica tra cittadini e autorità giudiziarie e nei prossimi mesi verrà allestito un primo progetto per il notariato elettronico».
qualche cifra
il tribunale d’appello
Il direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha rivelato qualche cifra riguardante il funzionamento della giustizia. Per ciò che concerne il Tribunale d’appello, questo conta oltre 130 collaboratori e ha una spesa totale di 37 milioni di franchi ed entrate pari a 4 milioni di franchi.
il potere giudiziario
Il potere giudiziario oggi conta su oltre 340 persone. Nel 2015 le uscite (del potere giudiziario e della magistratura) sono state di 75 milioni di franchi, di cui 45 milioni sono derivati da spese del personale, 15 da spese per il collocamento di giovani e invalidi e 6 milioni per l’assistenza giudiziaria. Per ciò che riguarda le entrate, queste hanno raggiunto quota 20 milioni.
gli incarti
Secondo il Rendiconto 2015, i 118 magistrati attivi in Ticino, supplenti esclusi, hanno evaso l’anno scorso 46.000 incarti.