Da LaRegione l Bilancio e riflessioni all’assemblea di Cadro in attesa del progetto di riforma “Giustizia 2018”. In costante diminuzione le cause degli ultimi tre anni: 9’165 i dossier riferiti all’anno scorso e 115 i reclami al Tribunale d’Appello.
Sebbene il 2014 sia stato un anno «tutto sommato tranquillo» per le giudicature di pace in Ticino, secondo Alfio Indemini , presidente dell’Associazione ticinese dei Giudici di pace, rimangono comunque alcuni temi importanti da sviluppare per contribuire a una migliore razionalizzazione del lavoro di questo settore della magistratura. Questo è principalmente quanto è emerso in occasione dell’assemblea ordinaria generale che si è svolta sabato scorso nella ex sala del Consiglio comunale di Cadro.
L’incontro, a cui hanno partecipato anche il direttore della Divisione giustizia Giorgio Battaglioni, la municipale di Lugano Cristina Zanini Barzaghi e il consigliere di Stato e direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi, è stato aperto dal presidente dell’associazione il quale ha puntualizzato che la categoria è in attesa delle decisioni del Consiglio di Stato in merito alle proposte formulate dal Gruppo di studio ‘Giudicature di pace’ presentate nei mesi passati. Al centro dell’incontro di sabato infatti le proposte contenute nel progetto ‘Giustizia 2018’ che dovrebbe apportare importanti novità anche nelle suddivisione territoriale delle cause affidate al giudice di pace. In particolare nella sua presentazione dei lavori, Alfio Indemini ha rammentato la proposta di riduzione del numero delle giudicature di pace, portandole dalle attuali 38 a 19 per tutto il cantone con 26 giudici, definendo nuovi comprensori.
Sottolineando l’importanza del principio della formazione continua dei giudici, in particolare in caso di avvicendamenti nei diversi distretti, il presidente dell’associazione, sostenuto anche da alcuni interventi dei presenti in sala, ha evidenziato un altro punto cardine delle proposte messe sul tavolo dal gruppo di lavoro, riguardo il sistema retributivo per i giudici di pace che dovrebbe mantenere il principio dell’onorario, costituito da una parte definita in base alle dimensioni del comprensorio e un’altra determinata sulla base del carico di lavoro. Queste proposte e gli altri suggerimenti portati avanti dal gruppo di lavoro consentirebbero un risparmio per le casse del Cantone di circa 730’000 franchi.
Dopo il moderato aumento registrato nel 2011, negli ultimi tre anni le cause portate davanti al giudice di pace sono in costante diminuzione e lo scorso anno sono state 9’165, mentre i reclami inoltrati nel 2014 al Tribunale d’Appello sono stati 115, di cui accolti (o parzialmente accolti) solo 29. Segno questo della bontà del lavoro dei giudici di pace nel nostro cantone. Nel suo intervento a conclusione dell’assemblea, Norman Gobbi ha evidenziato quanto debba essere «immutata la peculiarità propria del giudice di pace quale magistrato di nomina popolare, unica figura dell’ordine giudiziario ancora designata dal corpo elettorale». Infine, il Consigliere di Stato ha sostenuto che «sembra inevitabile, attesi gli scompensi e le differenze evidenziate, un ripensamento radicale del numero e dell’estensione dei comprensori delle giudicature di pace». A conclusione dei lavori, i presenti si sono quindi dati appuntamento al prossimo anno, in occasione dell’Assemblea del 2016 che si terrà a Malvaglia.
di Dibbi Emmer