Congelato il credito quadro per le auto ‘superefficienti’. Cambiano i bonus/malus. Si fra in fretta a dire mobilità sostenibile. Troppo in fretta, forse.
Tanto che la maggioranza del parlamento (Plr, Lega e Ps) ha deciso ieri di frenare: il credito quadro di trenta milioni di franchi per promuovere vetture “superefficienti” per il periodo 2014-2020 è stato congelato. «Le perplessità – ha spiegato il relatore del rapporto di maggioranza Bruno Storni (Ps) – non sono state fugate». Quali perplessità? Diverse quelle contenute nel rapporto redatto anche dal leghista Paolo Sanvido . Per esempio, un credito di trenta milioni non è eccessivo? E poi, è emerso nel dibattito, le auto elettriche rappresentano ancora il futuro? In tutto, una decina di questioni sulle quali la maggioranza dell’emiciclo vuole vederci chiaro prima di aprire il borsello. Se ne riparlerà fra qualche mese. «Prima di mettere le mani nelle tasche dei cittadini automobilisti – ha detto il leghista Daniele Caverzasio – ci vuole chiarezza». «È necessario – ha affermato Lorenzo Orsi (Plr) – approfondire alcuni temi», mentre per Nenad Stojanovic (Ps) ora come ora «questi soldi sarebbero spesi male». Sul fronte opposto il Ppd che, per bocca di Lorenzo Jelmini , ha sottolineato come il credito «costerebbe 5-10 franchi all’anno per gli automobilisti: è assolutamente proponibile e sostenibile». Anche perché «non ha alcuna incidenza sulle finanze cantonali». «Certo che si potrebbe usare questo credito in maniera più intelligente – ha rilevato Sergio Savoia (Verdi) –. Ma questo vale per tutti gli altri crediti votati in questa sala». L’obiettivo, per Savoia, è quello di «fare il meglio: togliere auto con motore a scoppio dalle strade». Ma per la maggioranza il ‘meglio’ è prendere tempo.
E, quindi, credito congelato. Al contrario via libera alla modifica della Legge sulle imposte e tasse di circolazione dei veicoli a motore. «Si migliorerà il sistema bonus/malus», ha sottolineato il direttore del Dipartimento istituzioni (Di) Norman Gobbi . Sistema che diventerà indipendente dalle categorie di efficienza energetica. Queste ultime, ha infatti ricordato Gobbi, vengono modificate ogni due anni secondo criteri talvolta «arbitrari». Il che finiva col pesare sulle tasche degli automobilisti. Meglio cambiare dunque. «E anche le auto elettriche – ha spiegato Gobbi – pagheranno».
LaRegione Ticino, di Paolo Ascierto, 16.10.2013