Mancano 300 giorni all’apertura di AlpTransit: meno di un anno e la mobilità del nostro cantone subirà un’autentica rivoluzione. La nuova rete di trasporto pubblico porterà con sé difficili sfide e importanti opportunità. Il riposizionamento all’interno della rete urbana elvetica rappresenterà per il Ticino l’occasione per rilanciare la competitività della sua economia a livello nazionale e internazionale, così come la sua immagine; bisogna però ricordare che gli effetti positivi non saranno automatici e richiederanno uno sforzo da parte di tutti. Le distanze all’interno del territorio elvetico e ticinese si ridurranno drasticamente, portando un cambiamento sostanziale non solo nella vita dei ticinesi ma anche di tutti i confederati. Sarà dunque fondamentale farci trovare pronti, anche nel connettere le zone che rischiano di venire emarginate.
Il Ticino dovrà porsi come entità policentrica, abbracciando la visione della «Città-Ticino» presente nel Piano direttore cantonale e portata avanti col Piano cantonale delle aggregazioni. Con l’avvento di AlpTransit la mobilità interna cantonale verrà ridefinita e si dovrà di riflesso procedere pure ad una riforma dei servizi pubblici. Queste evoluzioni richiederanno un cambio di mentalità e un ripensamento del ruolo dei Comuni. In questo contesto, il Piano cantonale delle aggregazioni disegna il Ticino di domani, mirando a rafforzarlo a livello istituzionale e socioeconomico, rispondendo nel contempo alla necessità di reagire concretamente ai cambiamenti in atto a tutti i livelli. Una delle sfide che dovremo affrontare nell’ambito di AlpTransit riguarderà in particolare le regioni periferiche del cantone, che saranno confrontate con il rischio di essere ulteriormente marginalizzate. Per scongiurare questo rischio, in questi anni, insieme con il mio Dipartimento, mi sono adoperato anche per continuare a mantenere i servizi di base dell’Amministrazione in queste regioni. Queste misure devono essere però accompagnate da una politica regionale mirata e concreta: le valli ticinesi hanno ancora diverse frecce al loro arco; occorre quindi adoperarsi al fine di promuovere progetti volti a mantenerle attrattive. Nello specifico, in Leventina – regione particolarmente toccata da AlpTransit – una possibile soluzione per offrire nuovi stimoli e potenziare l’offerta turistica e di svago, potrebbe essere la riqualifica della linea storica della Ferrovia del Gottardo.
Una rete di trasporto efficiente su lunga distanza avrà sicuramente importanti implicazioni economiche per il Ticino: grazie all’intensificazione dei collegamenti con la Svizzera interna e alla riduzione dei tempi di percorrenza necessari per gli spostamenti, il nostro mercato del lavoro, unitamente a quello svizzero, diverrà maggiormente flessibile e competitivo. In questo senso, AlpTransit faciliterà lo sviluppo di importanti e proficue relazioni tra il Ticino e le altre regioni svizzere, grazie alle quali si apriranno nuove e inaspettate opportunità per il Ticino e per le aziende situate sul territorio ticinese. Inoltre, con la successiva apertura del tunnel di base del Monte Ceneri si osserverà un parziale riequilibrio delle forze interne fra il Sotto e il Sopraceneri, essenziale al fine di perseguire una coesione cantonale.
Alptransit è una sfida che il Canton Ticino può e deve vincere. La politica e le istituzioni dovranno svolgere un ruolo importante nel garantire tutte le condizioni quadro che permetteranno di sfruttare al meglio il potenziale dell’alta velocità. Si tratta però di una sfida che, come ho già detto in precedenza, coinvolgerà tutti: istituzioni, settore pubblico e settore privato, ma soprattutto i cittadini, che dovranno contribuire al rilancio del nostro cantone, valorizzandone l’identità e il patrimonio paesaggistico così come storico-culturale, che fanno del Ticino uno dei cantoni più belli di tutta la Svizzera. Grazie all’impegno di tutti, ci faremo trovare pronti!
Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato