Da Ticinonews.ch – Norman Gobbi, ai microfoni della Rai, ha chiarito al pubblico italiano i contorni della chiusura dei valichi
Mentre Berna nella giornata odierna ha fornito una risposta ufficiale alle autorità italiane sulla chiusura notturna di tre valichi ticinesi (vedasi SUGGERITI), non si può certamente dire che sui media italiani negli ultimi giorni siano circolate informazioni completamente esatte in merito al provvedimento in fase di test per 6 mesi.
NormanGobbi, invitato quest’oggi ai microfoni di Radio Rai 1 durante la trasmissione “Restate Scomodi” ha quindi provato a fare un po’ di chiarezza, smentendo alcune imprecisazioni trapelate anche a causa di un articolo del Corriere della Sera, criticato dal ministro ticinese. Gobbi ha sottolineato come il Ticino sia la frontiera “più aperta e permeabile” della Svizzera e che la chiusura decisa “riguarda una fascia oraria che non ostacola l’attività lavorativa”.
Ma perché i criminali dovrebbero attraversare durante la notte le frontiere? Il Consigliere di stato, ammettendo che le rapine nei distributori di benzina hanno luogo di giorno, ha però spiegato che “i furti in abitazione, quelli che colpiscono di più nella percezione dei cittadini, avvengono soprattutto di notte”. La misura, secondo Gobbi, si renderebbe sostanzialmente indiscutibile per la situazione di comuni come Astano che “è stato per alcuni anni il luogo con il maggior numero di reati pro-capite, proprio perché a ridosso della frontiera.”
In collegamento telefonico ai microfoni della Rai, vi era anche Domenico Rigazzi, sindaco di Cremenaga, che ha ribadito di “non essere stato informato né dalle autorità italiane, né da quelle svizzere”: “Lo abbiamo appreso dai media, ma ci chiediamo: perché chiudere Cremenaga e non altri valichi minori come Fornasette?”
La risposta del direttore del Dipartimento delle Istituzioni è lapidaria: “Fosse per me, li chiuderei già tutti. Ma questa è una fase di test. Sono stati scelti questi valichi minori perché comunque pochi km più a est o a ovest si può transitare. Non è una chiusura ermetica come invece successo altrove – ha inoltre aggiunto il ministro – Come successo sui confini Francia/Italia, con problemi d’applicazione di Schengen… In quel caso mi sembra che la Farnesina non abbia detto qualcosa.”
Gobbi è tornato inoltre a sottolineare che il contatto con le autorità provinciali e statali c’è stato: “Un anno fa il nostro ministro degli esteri parlò con Gentiloni di questa fase di test.”
Secca infine la risposta alla giornalista che chiedeva spiegazioni sul casellario giudiziale, “chiesto solo agli italiani” secondo alcuni media: “Se lei fosse venuta a chiedermelo, le avrei spiegato che il casellario giudiziale lo chiediamo a tutti i cittadini che vengono a lavorare da noi, di qualsiasi nazionalità”.