Articolo pubblicato nell’edizione di sabato 27 luglio 2019 del Corriere del Ticino
Via Monte Boglia svela la rosa per confermare i tre seggi d’area al Consiglio nazionale e tentare il colpaccio agli Stati
Norman Gobbi: «Il Ticino non deve perdere l’occasione per rafforzare chi lo rappresenta davvero sotto al cupolone»
Vuoi per tradizione, vuoi per scaramanzia la Lega è sempre stato l’ultimo partito a svelare le proprie carte. E così è stato anche per le Federali. A poco meno di tre mesi dall’appuntamento con le urne, il movimento di via Monte Boglia ha sciolto le riserve, schierando i profili sui quali intende puntare per salvaguardare i tre seggi d’area alla Camera bassa. Ad affiancare i consiglieri nazionali uscenti Roberta Pantani e Lorenzo Quadri nella corsa verso ottobre ci saranno (in ordine alfabetico): la municipale di Cadenazzo Natascia Caccia, il granconsigliere Andrea Censi, il segretario dell’Unione contadini ticinesi e deputato in Gran Consiglio Sem Genini, il parlamentare Michele Guerra, Alessandro Mazzoleni, vicesindaco di Minusio e il deputato Massimiliano Robbiani.
Una squadra definita «forte e determinata» dal consigliere di Stato Norman Gobbi che si è occupato di selezionare i profili da mettere in lista. Ma l’idea iniziale non era quella di presentare una rosa perfettamente paritaria con quattro uomini e quattro donne?, chiediamo a Gobbi. «Il fatto è che molte donne leghiste sostengono la consigliera nazionale Roberta Pantani – precisa il nostro interlocutore – ad ogni modo, occorre considerare che già oggi la destra ticinese può vantare una donna a Berna e quindi l’obiettivo della lista, che magari all’inizio era incentrato su questo aspetto della parità di genere, con il passare del tempo si è concentrato più sulle singole competenze dei candidati. E questo in maniera coordinata con i due uscenti». Uscenti che, assieme agli altri candidati in corsa, si presenteranno ai sostenitori leghisti in occasione della festa del 1. agosto, in programma dalle 11.30 alla pista del ghiaccio di Chiasso.
Di rischi e alleanze
«L’obiettivo per il Nazionale – continua Gobbi – è quello di mantenere le posizioni d’area, ovvero i tre seggi che sono molto cari all’elettorato ticinese. La dimostrazione più recente l’abbiamo avuta il 19 maggio, quando il popolo ticinese è stato l’unico a respingere la direttiva dell’UE sulle armi». La sinistra però ha già annunciato battaglia e anche la possibile alleanza tra PPD e PLR – sulla quale la base liberale radicale si esprimerà giovedì in occasione di un Comitato cantonale straordinario – potrebbe insidiare uno dei seggi della destra. «Effettivamente il rischio c’è – commenta il consigliere di Stato – al Nazionale, l’alleanza tematica tra Lega e UDC non è una novità e considerando che oggigiorno si vive di novità un simile pericolo è presente». Da qui l’appello a serrare i ranghi: «Il Ticino – continua Gobbi – non deve perdere l’occasione per rafforzare la sua voce a Berna, soprattutto su determinati temi cari al nostro cantone. Altrimenti il rischio è che il Ticino si ritrovi ancora più marginalizzato. Ecco perché il 20 ottobre sarà fondamentale difendere la voce Lega-UDC sotto il cupolone. Sia al Nazionale che agli Stati».
«Camera alta più ostica»
E proprio per tentare il colpaccio alla Camera alta la Lega punterà su Battista Ghiggia. Il 20 ottobre, l’avvocato luganese correrà insieme all’esponente democentrista Marco Chiesa e – come previsto dall’intesa siglata in vista delle cantonali – il candidato che otterrà più voti al primo turno verrà sostenuto incondizionatamente dalle due forze. «Per i temi cari alla Lega e all’UDC la Camera alta è quella più ostica perché fortemente dominata dai partiti di centro e di sinistra – commenta Gobbi – insomma, è più difficile far passare posizioni per la difesa della sovranità e dell’indipendenza svizzera. Alle prossime elezioni sarà importante che il Ticino esprima una posizione diversa rispetto al passato, in modo da far capire che a Sud delle Alpi non va tutto bene. Soprattutto quando si parla di rapporti internazionali». Non da ultimo considerando che «la legislatura alle porte sarà determinante per i rapporti che abbiamo con l’Unione europea.
L’accordo quadro sarà il tema non solo della campagna, ma anche della legislatura. E il Ticino non deve mancare l’occasione di esprimere la sua presenza con una rappresentanza politica che sia coerente con la volontà espressa dai cittadini in occasione delle diverse votazioni popolari». Stando a una classifica stilata nelle scorse settimane dalla la «Sonntagszeitung», i consiglieri nazionali leghisti non si situavano tuttavia tra i parlamentari più influenti a Berna. «Sono classifiche che lasciano il tempo che trovano – replica Gobbi – quando si fanno discorsi di questo tipo occorre considerare anche su quali temi viene misurata l’influenza dei parlamentari: ricordo infatti che la proposta avanzata da Pantani sulla chiusura dei valichi secondari è stata accolta dalla maggioranza del Parlamento. Ed è solo un esempio. Magari i nostri rappresentanti saranno ritenuti poco influenti a Nord delle Alpi, ma la realtà è che sono in grado di esprimere molto bene le sensibilità del popolo ticinese. Ed è questo che conta».