Il Ticino di domani. Questa settimana il Consiglio di Stato ha posto in consultazione dei Municipi, delle Associazioni di comuni, dei Partiti politici e di Associazioni ed enti della società civile il Piano cantonale delle aggregazioni (PCA). Il Piano mira a ridisegnare il Ticino istituzionale, facendo ordine nell’espletazione dei compiti pubblici e ridefinendo i flussi finanziari tra Cantone e Comuni. Un Ticino di domani che unicamente composto da 23 Comuni sarà in grado di dare risposte concrete ai propri cittadini.
Un’operazione epocale, che ridefinisce un’organizzazione territoriale figlia ancora dell’Atto di Mediazione del 1803 e delle riforme fransciniane di metà Ottocento. Il Ticino negli ultimi 50 anni si è fortemente evoluto: nelle dinamiche sociali, nella struttura economica, nella mobilità, nel mondo dell’educazione e delle attività umane e nella percezione del territorio di riferimento. Le strutture comunali invece, in molti casi, sono rimaste quelle degli Anni Sessanta, erogando servizi minimi ai propri cittadini. Queste strutture comunali, ormai non più al passo con le esigenze dei cittadini del XXI secolo, hanno fatto sì che molti compiti in ambito sociale, economico e ricreativo se li sia dovuti assumere il Cantone allo scopo di garantire equità di trattamento ai cittadini. Per finanziare questi compiti, i flussi di risorse tra i due livelli (Cantone-Comuni) si sono nel tempo complicati e sono diventati meno trasparenti. Di fronte a ciò, è inevitabile porsi qualche domanda: che Comuni sono quelli che continuano a chiedere risorse al Cantone per espletare compiti di loro competenza? E parallelamente, che Cantone è quello che chiede aiuto ai Comuni per equilibrare le proprie finanze? Con il PCA vogliamo cambiare tutto questo!
Il nuovo Comune moderno, come definito dal PCA, vuole essere un vero attore protagonista delle politiche settoriali in ambito sociale, economico, ricreativo e amministrativo nell’erogazione di servizi a beneficio dei cittadini. Con il PCA il Governo mira a creare strutture comunali che siano in grado di assumersi la responsabilità di erogare servizi con il potere di influenzarne le modalità e le quantità, in funzione del proprio territorio e popolazione. È questo un approccio intelligente che mira a gestire meglio le imposte pagate dai contribuenti. Spesso infatti il mondo politico si dimentica che i soldi sono dei cittadini e devono essere impiegati e allocati nel loro interesse.
Il PCA, oltre a ridisegnare i contorni territoriali dei Comuni ticinesi di domani, mira a ridefinirne i contenuti. Compiti chiaramente suddivisi tra Cantone e Comuni, a tutto beneficio della responsabilità politica e del controllo del cittadino sulle attività statali. Un lavoro di pulizia nei compiti e nei flussi finanziari, che vede al centro il cittadino: beneficiario di servizi, sui quali deve potersi esprimere. Questo progetto non deve essere una riforma di “palazzo”; questa riforma vuol essere un progetto di Paese, sul quale tutti i cittadini possano sentirsi parte ed esprimersi. Perché – per fortuna – da noi il Popolo è sovrano!
Norman Gobbi, Consigliere di Stato