L’Italia vuole dirottare i respingimenti su Milano – Gobbi: «Siamo preoccupati»
A Berna sono chiari: la decisione dell’Italia di pretendere che gli asilanti ai quali è stata respinta la domanda siano rinviati a Malpensa e non più a Fiumicino è legittima. E la Svizzera non può farci nulla. «Come tutti i Paesi di Dublino, l’Italia ha pieno diritto di decidere dove i richiedenti debbano essere rinviati e noi non possiamo non adeguarci», commenta il portavoce dell’Ufficio federale delle migrazioni Michael Glauser , secondo cui Roma avrebbe giustificato questa richiesta con la necessità di sgravare l’aeroporto romano, dove i centri d’accoglienza sono cronicamente sovraffollati. «Siamo consapevoli che per il Canton Ticino si tratta di una decisione problematica. Oltretutto, senza un collegamento diretto Agno-Malpensa i richiedenti dovranno essere scortati sino a Zurigo e da lì rinviati via aerea a Milano. Inoltre siamo ben consapevoli del rischio che queste persone, una volta giunte nella capitale lombarda, tornino subito al confine svizzero». Come intende dunque muoversi ora Berna? «Per il momento non possiamo farci molto, cercheremo però di sensibilizzare l’Italia su queste problematiche attraverso la nostra persona di contatto che a partire da marzo sarà in permanenza a Roma. Cercheremo di comprendere le necessità dell’Italia e di trovare una soluzione che possa convenire ad entrambi i Paesi». A partire da quando sarà operativa questa nuova direttiva? «Ancora non ci è stato comunicato, ci auguriamo soltanto che sia temporanea».
Timore di un circolo vizioso
Da parte sua, il capo del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi non nasconde di essere impensierito per la situazione che si potrebbe creare. «Il cambiamento, di cui finora non abbiamo ricevuto nessuna informazione ufficiale, ci preoccupa. In sostanza, spostare i rinvii da Roma a Milano significa riportare gli asilanti a Chiasso. I casi di persone che presentano domande plurime sono parecchi e creano oneri finanziari supplementari per la Confederazione e problemi di ordine pubblico per noi».
I rinvii dall’aeroporto di Lugano-Agno sono circa duecento all’anno. La destinazione è il Paese dove hanno fatto per la prima volta la domanda d’asilo, nel caso specifico l’Italia. Il timore del Cantone è che questa decisione, avvicinando lo scalo al confine, finisca con l’alimentare un circolo vizioso che già esiste. In molti casi, chi viene rinviato ritenta di tornare in Svizzera e quando ci riesce viene riaperta la procedura della domanda d’asilo. D.V.-GI.GA.