Espulsioni, casi singoli e media

Espulsioni, casi singoli e media

Le decisioni di rimpatrio vanno applicate

Negli ultimi mesi, alcune vicende riportate dalla stampa hanno offerto un quadro parziale dell’operato delle autorità cantonali in materia di rimpatrio di cittadini stranieri.
Per questo motivo, il Consigliere di Stato Norman Gobbi ritiene fondamentale fare chiarezza e fornire una visione più completa della situazione.
Il primo caso riguarda il rimpatrio di tre bambini originari dell’Honduras, erroneamente definito dalla stampa come un’“espulsione”. “Il termine ‘espulsione’, pur avendo una forte connotazione emotiva, è giuridicamente improprio in questo contesto. L’espulsione, in senso stretto, è una misura adottata in seguito a reati penali gravi, mentre in questo caso si tratta di un allontanamento amministrativo dovuto alla mancanza dei requisiti legali per la permanenza in Svizzera”, spiega Gobbi. “I minori sono entrati nel Paese con lo status di turisti e, fin dalla presentazione della prima richiesta, è stato loro comunicato che non soddisfavano i criteri per l’ottenimento di un permesso di soggiorno. La loro permanenza è stata tollerata esclusivamente a causa di procedure ricorsuali, senza che ciò implicasse un riconoscimento di un diritto di residenza”.
Le diverse sentenze giudiziarie, compresa quella del Tribunale federale, hanno stabilito che il rientro nel Paese d’origine è esigibile e conforme al diritto federale. “La lunga permanenza in Ticino non costituisce un elemento determinante per il riconoscimento di un diritto di soggiorno, come confermato dalla giurisprudenza federale”, sottolinea Gobbi. Le autorità competenti hanno attentamente valutato la proporzionalità della misura di allontanamento: “Le sentenze del Tribunale federale e del Tribunale cantonale amministrativo hanno confermato che il rientro è proporzionato e legalmente esigibile. Inoltre, i bambini non saranno abbandonati, ma si ricongiungeranno con i genitori biologici, attualmente residenti all’estero”, aggiunge il Direttore del Dipartimento delle istituzioni.
Le decisioni relative ai permessi di soggiorno si basano sul rispetto della Legge federale sugli stranieri e la loro integrazione. “Non vi è stata alcuna lentezza burocratica o errore procedurale nella gestione di queste richieste, nonostante le insinuazioni in tal senso. Le decisioni sono state confermate più volte da diverse istanze giudiziarie, e gli interessati sono sempre stati informati sui requisiti necessari per ottenere un permesso di soggiorno. Il mancato rilascio dei permessi è dovuto esclusivamente all’assenza dei requisiti legali e non a eventuali ritardi amministrativi. Il rispetto della legge non consente eccezioni basate su considerazioni personali o economiche”, conclude Gobbi.
Il secondo caso riguarda il rimpatrio di una famiglia proveniente dalla Turchia, nonostante i figli avessero iniziato un apprendistato in Svizzera.
“L’allontanamento di cittadini stranieri dal territorio svizzero solleva questioni giuridiche rilevanti, specialmente in relazione ai diritti fondamentali e ai principi di diritto amministrativo. Questo caso presenta diverse considerazioni che giustificano il provvedimento adottato”, spiega Gobbi. Secondo la giurisprudenza, il soggiorno degli interessati in Svizzera non può essere considerato “di lunga durata”, poiché il periodo trascorso nel Paese dal 2021 è di soli quattro anni, ben al di sotto del requisito dei dieci anni necessari per invocare il diritto al rispetto della vita familiare. “Per quanto riguarda i figli, nonostante il loro desiderio di proseguire gli studi e l’apprendistato, essi sono entrambi maggiorenni. Pertanto, non possono appellarsi all’unità familiare, in quanto non sussiste un legame di dipendenza qualificata, riservato ai figli minorenni o invalidi”, precisa Gobbi.
Il Tribunale Amministrativo Federale (TAF) ha confermato la decisione dell’autorità inferiore di procedere all’allontanamento, escludendo la possibilità di un’ammissione provvisoria. “Nel rispetto del principio della separazione dei poteri tra il giudiziario e l’esecutivo, il Consiglio di Stato, in qualità di autorità esecutiva cantonale, non può mettere in discussione le decisioni delle istanze federali competenti (SEM e TAF) e deve quindi attuarle”, sottolinea il Consigliere di Stato. “Le autorità federali hanno ribadito l’impossibilità di proseguire il soggiorno per gli interessati. La decisione della SEM del 15 febbraio 2022, confermata dalla sentenza del TAF dell’8 novembre 2024, è stata ulteriormente avvalorata dal rigetto della richiesta di proroga del termine di partenza da parte della SEM il 13 gennaio 2025. L’autorità cantonale non può discostarsi da tali decisioni”.
Il Cantone non può fare eccezioni per singoli casi, nel rispetto del principio di parità di trattamento. “Un mancato rispetto delle leggi federali potrebbe comportare la perdita dei sussidi destinati al rimborso delle spese sostenute dal Ticino per il soggiorno degli interessati. Inoltre, una deviazione da tali obblighi comprometterebbe anche le relazioni con la SEM, che in passato ha invece collaborato con la Sezione della popolazione cantonale per regolarizzare motivati casi particolari”, avverte Gobbi.
“Per quanto riguarda i percorsi formativi dei figli”, aggiunge Gobbi, “questi sono iniziati dopo la decisione di allontanamento della SEM del 15 febbraio 2022. Pertanto, non possono essere considerati come formazioni professionali di base già in corso al momento della decisione”.
“Alla luce di queste considerazioni”, conclude il Consigliere di Stato Gobbi, “entrambe le decisioni di allontanamento risultano conformi alle normative vigenti e agli obblighi derivanti dalle decisioni delle istanze federali superiori. Il rispetto della legalità e il principio della parità di trattamento impongono all’autorità cantonale di applicare le decisioni senza eccezioni, evitando conseguenze negative sia a livello finanziario che nei rapporti con la Confederazione”.
E questo nonostante le notizie spesso parziali e strumentali che accompagnano casi di questo genere.

Articolo pubblicato nell’edizione di domenica 23 marzo 2025 de Il Mattino della domenica.