Dal Corriere del Ticino | Alla lente una revisione della Legge sugli alberghi e la ristorazione – Lo scenario: chiusura posticipata alle 2 – Norman Gobbi: «Le regole attuali sono troppo rigide, dobbiamo tenere vivo un settore in grave difficoltà»
A distanza di sei anni dalla revisione totale della Legge sugli alberghi e sulla ristorazione (Lear), per il settore è già tempo di una nuova ristrutturazione. Dopo essere stata approvata quasi all’unanimità dal Gran Consiglio nel giugno 2010, dallo scorso ottobre la legge cantonale è oggetto di analisi e approfondimenti da parte di un gruppo di lavoro istituito dal Dipartimento delle istituzioni. L’obiettivo? Rivedere una legge che, come ci conferma il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi «è troppo rigida», nonché proporre «misure legali, pratiche e procedurali per sviluppare il settore degli esercizi alberghieri e della ristorazione». Una revisione richiesta a gran voce non solo dal mondo della ristorazione che ha più volte puntato il dito contro la concorrenza di take away e street food, ma anche da 8.190 cittadini che nel 2015 hanno sottoscritto l’iniziativa «Bar 3.0». Lanciata da un’alleanza interpartitica tra i movimenti giovanili, l’iniziativa popolare mira a prolungare l’apertura degli esercizi pubblici il venerdì, il sabato e durante i prefestivi sino alle 3 del mattino. Una richiesta questa parzialmente accolta dal gruppo di lavoro, che propone al Governo un allentamento sugli orari. «L’iniziativa ‘‘Bar 3.0’’ è stata posta in consultazione ma non ha ricevuto grandi plausi da parte dei Municipi – ci spiega Gobbi – anzi, c’è stata una forte opposizione alla proposta. La nostra idea è dunque quella di trovare una via di mezzo e di spostare dalla 1 alle 2 la chiusura notturna». Ma non solo. Per lasciare una certa autonomia a chi opera nel ramo, la proposta di revisione prevede altresì di «consentire delle chiusure anticipate, proprio perché se ci sono zone come i centri urbani o le regioni turistiche più interessate a chiudere alle 2, allo stesso tempo ci sono esercizi situati in località discoste che non hanno nessun interesse a restare aperti così a lungo», specifica Gobbi. E se da un lato c’è la volontà di tendere la mano agli esercenti, dall’altro non manca un occhio di riguardo verso i cittadini che vivono a stretto contatto con i locali pubblici. In tal senso, il direttore delle Istituzioni rassicura sul fatto che «le autorizzazioni e le deroghe resteranno di competenza dei Comuni che conoscono meglio la situazione e che potranno decidere se prolungare l’orario di apertura dei locali».
Sempre in termini di deroghe, tra le modifiche avanzate dal gruppo di lavoro vi è poi uno snellimento «delle procedure amministrative per i permessi in occasione di eventi speciali e che oggi hanno una durata massima di due settimane – aggiunge Gobbi – l’intento è quello di diminuire l’onere amministrativo e rispondere allo stesso tempo all’evoluzione di usi e costumi della clientela e dei turisti».
Ma la revisione della norma non verte unicamente su deroghe e orari. Tra le modifiche alla lente anche l’obbligo, per i take away, di sottostare alla Lear. «Fino ad oggi questi servizi sono stati gestiti secondo la legge del commercio e quindi con limiti diversi dagli esercizi pubblici – precisa il consigliere di Stato – penso però che si sia riuscita a trovare un’intesa tra GastroTicino, HotellerieSuisse e le diverse associazioni dei take away che sedevano al tavolo di lavoro». In tal senso, l’indirizzo auspicato è quello di adottare un sistema di «regole più chiare e semplici che riconoscano sì le mutate modalità di consumo della popolazione, ma che non vadano a regolamentare eccessivamente un settore che vive una forte concorrenza non solo interna, ma anche transfrontaliera». Come ci conferma il direttore delle Istituzioni, si vuole evitare di inserire nuove regole «fin troppo vessatorie nell’ambito, ad esempio, della ristrutturazione degli esercizi pubblici».
Infine, toccate dalla revisione saranno anche le autorizzazioni per gli esercizi «con offerta di alloggio». «Pensiamo ad esempio alle proposte quali AirB&B o Tripadvisor che si promuovono tramite piattaforme online – continua Gobbi – nella nuova legge vi saranno capitoli appositi volti non solo ad assicurare un maggior controllo dei pernottamenti, ma anche per evitare erosioni fiscali». In un discorso più generale, per il direttore delle Istituzioni è importante ribadire che «non sarà una legge più restrittiva perché l’obiettivo è comunque quello di tener vivo un settore che è in grave difficoltà».
Presentate le proposte di modifica, spetterà ora al Dipartimento delle istituzioni avanzare «in tempi brevi una modifica della legge all’attenzione del Gran Consiglio». Modifica questa che, come conclude Gobbi, procederà a tappe, «partendo dagli orari delle aperture serali». Intanto, soddisfazione è stata espressa dal comitato di Generazione giovani del PPD che «auspicava questi passi per rendere il Ticino più attrattivo e competitivo sul piano nazionale, ma anche internazionale».
(Articolo di Viola Martinelli)