La notizia della mancanza di un miliardo all’Esercito non è passata inosservata. Ma le cause non sono da ricondurre a una cattiva gestione finanziaria dei vertici militari, bensì alla miopia politica della Berna federale. Infatti, la situazione a livello di politica di sicurezza sta peggiorando continuamente: i politici federali non garantiscono all’Esercito i fondi sufficienti per gli investimenti previsti nei prossimi anni per avere delle forze armate credibili. Gli appelli al Parlamento federale affinché rispetti il principio costituzionale della difesa nazionale sono rimasti inefficaci, ed è ormai chiaro che mancano circa 11,7 miliardi di franchi svizzeri per raggiungere la capacità di difesa attesa. L’obiettivo dichiarato dell’1% del prodotto interno lordo (PIL) da destinare a favore della difesa entro il 2030 deve essere rivisto e soprattutto applicato politicamente. È necessaria una politica finanziaria che consideri i bisogni di un Paese che deve rimanere libero e sicuro, nel rispetto dei due principi costituzionali – difesa nazionale e freno all’indebitamento.
Attorno a noi i Paesi esteri reagiscono prontamente ai cambiamenti geopolitici: gli Stati aderenti alla NATO hanno infatti l’obiettivo del 2% del PIL a favore della difesa. L’Austria (membro non NATO come la Svizzera) sta raddoppiando la spesa per arrivareall’1,5% del PIL entro il 2027 (attualmente registrano anche loro un 0,7% del PIL per le spese militari, come la Svizzera). Il Bundestag tedesco ha approvato un fondo speciale di 100 miliardi di euro per la Bundeswehr. E in Svizzera? L’Esercito ha dovuto accettare importanti tagli di bilancio in passato, le cui gravi lacune di capacità tecnico-militare stanno diventando evidenti. 24 sistemi principali raggiungeranno la fine della loro vita utile nei prossimi anni e dovranno essere sostituiti. Se la Svizzera esitasse, ci sarebbero lacune a livello di sistemi d’armamento, un aumento dei costi aggiuntivi per prolungare i sistemi ormai desueti, un’attesa prolungata per l’acquisto di nuovi sistemi e un gap di sicurezza preoccupante per il nostro Paese.
Sappiamo che la Confederazione deve riequilibrare le finanze. Ma come? Tenendo conto dei due principi costituzionali (difesa nazionale e freno al debito), il Parlamento e il Consiglio federale devono trovare un modo per recuperare risorse a favore dell’esercito nel bilancio finanziario. La sicurezza del Paese non deve essere messa in pericolo! È quindi tempo che la Confederazione stabilisca delle priorità.
Una delle priorità più importanti deve essere quella di garantire che l’Esercito sia nuovamente in grado di difendersi e di adempiere al suo mandato costituzionale di difesa nazionale. Ne va del nostro Paese, ne va della nostra libertà armata.
Norman Gobbi, Consigliere di Stato e vicepresidente Alleanza Sicurezza Svizzera
Opinione pubblicata nell’edizione di sabato 3 febbraio 2024 del Corriere del Ticino