Da Cdt.ch, di John Robbiani l Per il presidente del Governo è un bene che l’istituzione sovracomunale si sia nettamente ridimensionata nei ruoli
«È giusto che nel Luganese l’Ente regionale torni a fare la sua attività primaria: occuparsi di sviluppo economico». Il presidente del Governo Norman Gobbi, responsabile del Dipartimento delle istituzioni, vede di buon occhio il drastico ridimensionamento – anche politico – dell’Ente regionale di sviluppo deciso settimana scorsa (cfr. suggeriti). Ridimensionamento che prevede la rinuncia dell’ERS a ogni ruolo nell’ambito della governance e nella gestione di progetti di interesse per l’agglomerato.
Nei confronti dell’ERS, infatti, in questi anni non sono mancate voci critiche. I Comuni di Agno, Bioggio e Manno hanno per esempio spesso sottolineato come l’Ente si sia assunto ruoli di governance e rappresentanza senza aver creato solide basi di consenso sui contenuti. Altri ancora hanno sottolineano come l’Ente si sia trasformato in una sorte di istituzione intermedia tra Comuni e Cantone – simile alle province italiane – non eletta dal popolo.
Cosa ne pensa Gobbi? «L’ERS – ci spiega – aveva oltretutto anche problemi di rappresentanza, che ho vissuto personalmente sedendomi al loro tavolo. C’erano Comuni che si esprimevano attraverso l’ERS e municipali che invece lo facevano a titolo personale contraddicendo l’Ente stesso. Comuni non indifferenti: Lugano, ma anche Capriasca. Ciò crea difficoltà anche a interloquire con i partner corretti, che per noi restano i Comuni». Per Gobbi inoltre «creare enti di terzo livello, così come si era sviluppato l’ERS, avrebbe creato più disordine che unità» e «dato vita a un centro di potere non compreso dal Cantone e non fatto proprio dai Comuni».