Da LaRegione del 10 maggio 2016
Al Penitenziario più giornate di carcerazione. Nuove norme in arrivo, con conseguenze logistiche
In testa i furti. A seguire le infrazioni alla legge federale sugli stupefacenti, le rapine e le truffe. Sono i principali reati all’origine delle incarcerazioni avvenute nel 2015 in Ticino. Dove «da oltre un anno» il Penitenziario della Stampa «registra il tutto esaurito». Occupati dunque i «centoquaranta» posti del Carcere penale, riservato ai condannati. Lo ha evidenziato il direttore Stefano Laffranchini , nel riferire ieri ai media dell’attività annuale delle strutture detentive cantonali, con «l’ottanta per cento» dei reclusi costituito da cittadini stranieri. La piena occupazione genera inevitabilmente qualche problema. Per esempio a quelle persone che, rinchiuse a Cadro nel Carcere giudiziario della Farera, non possono essere trasferite nell’attiguo Penitenziario subito dopo aver ottenuto dal magistrato il via libera all’esecuzione anticipata della pena. Attualmente in lista di attesa «sono in cinque, ma siamo arrivati anche a una quindicina». Ciò «non soddisfa i detenuti interessati, i loro avvocati e i procuratori pubblici», ha osservato Laffranchini. A chi aspetta di passare nel Carcere penale viene perlomeno «alleggerito» il regime detentivo della Farera. Regime che al Giudiziario, destinato a coloro per i quali è stata disposta la detenzione preventiva (in vista del processo o per esigenze di inchiesta), è più duro di quello vigente al Penitenziario. L’alleggerimento consiste «in un maggior numero di ore fuori della cella, di telefonate e di visite».
Il ‘tutto esaurito’ «non ci impedisce di procedere alle incarcerazioni, ma questa situazione comporta uno sforzo organizzativo non indifferente», ha tenuto a precisare Laffranchini. E le prospettive non sono rosee. Le giornate di carcerazione infatti «tendono ad aumentare, tant’è nel 2016, stando alle nostre proiezioni, si dovrebbero superare le 80mila». Inoltre, imminenti novità legislative sul piano federale potrebbero tradursi in un ulteriore incremento della popolazione carceraria. Il prossimo «1° ottobre» – ha ricordato Frida Andreotti , alla testa, all’interno del Dipartimento istituzioni, della Divisione giustizia – scatteranno le norme di applicazione delle disposizioni sull’espulsione degli stranieri che delinquono. Toccherà a un giudice decretare l’allontanamento. Motivo per cui, ha fatto sapere Andreotti, la magistratura penale giudicante prevede un aumento importante degli incarti. Il che renderebbe necessari degli adattamenti. «Vorremmo sapere anche come intendono muoversi gli altri Cantoni», ha aggiunto Andreotti. Il «1° gennaio 2018» entrerà poi in vigore «la revisione del diritto sanzionatorio», con la reintroduzione delle pene detentive di breve durata, inferiori ai sei mesi. Rimedi sono allo studio.
Insomma, i responsabili tecnici e politici delle strutture detentive ticinesi saranno presto confrontati con sfide impegnative a livello logistico. Il Consiglio di Stato, ha ricordato il capo del Dipartimento istituzioni Norman Gobbi , ha archiviato il progetto di «grande ristrutturazione» del Penitenziario. Troppo costoso: l’investimento complessivo si aggirava «intorno ai 150 milioni di franchi». Niente nuovi edifici. Si sta pensando allora di risanare la struttura esistente, che consentirebbe di ricavare «altre trenta celle». Investimento? «Circa 50 milioni». Approfondimenti in corso. Nel frattempo, ha indicato Laffranchini, verranno ripristinate nel Carcere penale «dieci celle, oggi fuori uso: saranno agibili per la primavera del 2017».
NORMAN GOBBI
‘Implementata gran parte delle raccomandazioni dell’audit’
Gran parte delle raccomandazioni «sono state implementate». Le raccomandazioni cui ha accennato ieri a Cadro il titolare del Dipartimento istituzioni sono quelle formulate dalla Tc Team Consult, la società incaricata nel 2013 dal Consiglio di Stato di radiografare l’organizzazione delle strutture detentive e di suggerire, sempre nell’ambito dell’audit, dei correttivi. Se «la quasi totalità» delle misure è già stata attuata, ciò lo si deve, ha sottolineato Gobbi, «al lavoro svolto, con il supporto della Divisione giustizia, da chi opera professionalmente in carcere». La nomina di Laffranchini a direttore delle Strutture carcerarie cantonali, avvenuta nel 2014, ha permesso di accelerare l’implementazione delle raccomandazioni della Tc Team Consult. E positivo, come ha osservato lo stesso Laffranchini, è l’esito del sondaggio effettuato lo scorso anno sul «grado di soddisfazione» del personale: agenti di custodia ecc. Agenti, ha ricordato Gobbi, chiamati a svolgere compiti delicati: «Sono tenuti da un lato a mantenere l’ordine all’interno del carcere e dall’altro a garantire la risocializzazione del detenuto». A proposito di sicurezza interna, «sono state un po’ strette le maglie dei controlli» per evitare l’uso di droghe e di alcol da parte dei detenuti, ha spiegato Laffranchini. Buoni i risultati. Quanto al futuro, il direttore delle Strutture detentive intende fra l’altro «continuare ad alimentare un clima di lavoro disteso» e «incrementare del venti per cento la cifra d’affari dei laboratori» del carcere. Obiettivo quest’ultimo ambizioso, ha riconosciuto. Si cercherà di raggiungerlo «senza ovviamente entrare in concorrenza» con l’economia privata.