Tresa reagisce alla comunicazione di Caslano, che ha detto di voler cedere il testimone: «Non è fattibile»
Il direttore delle Istituzioni Norman Gobbi: «I Comuni dovranno trovare una soluzione che risponda ai bisogni del comprensorio»
Sì, nella regione il tema «Polizia strutturata Malcantone Ovest» è diventato da mesi un vero e proprio caso politico. Le polemiche, come noto, erano sorte in primavera con la nomina del nuovo comandante da parte del Comune polo di Caslano. Una decisione che aveva suscitato il malumore dei Comuni convenzionati, i quali avevano preavvisato un altro candidato, e il malcontento, in questi mesi, non è rientrato. Anzi: si è aperta una discussione sulla conduzione del Corpo, con Caslano che ha apertamente invitato eventuali interessati a farsi avanti. «Il nostro Municipio è stato oggetto di numerose critiche, non solo in relazione alla vicenda della nomina del comandante», aveva dichiarato il sindaco Emilio Taiana ai microfoni di Teleticino. E di fronte alla richiesta di rivedere alcune competenze, Caslano ha manifestato il suo disaccordo «e siamo arrivati alla conclusione di dire: avanti un altro».
Caro Municipio ti scrivo
Tra Comuni, si è capito, c’è maretta. Un passo importante lo aveva fatto Magliaso lo scorso 7 aprile, rivolgendosi al vicino Corpo della Malcantone Est, con sede ad Agno, per sondare il terreno e capire se fosse possibile cambiare Polizia di riferimento. Negli scorsi mesi, invece, i Comuni convenzionati di Astano, Bedigliora, Curio, Miglieglia, Novaggio, Tresa, Pura e, appunto, Magliaso si erano riuniti e in altrettante risoluzioni municipali avevano chiesto di rivedere la convenzione per assegnare più poteri alla Commissione consultiva. La reazione di Caslano non si era fatta attendere e il Municipio aveva comunicato di essere pronto a cedere il suo ruolo di Comune polo, invitando eventuali interessati a farsi avanti entro la fine di questo mese. Stando a nostre informazioni, nessun «erede» si è fatto avanti e una soluzione diplomatica appare ancora lontana. E nelle scorse settimane, Tresa ha preso carta e penna per rispondere ai «vicini». Nella missiva, spiega il sindaco Piero Marchesi, il Comune contesta la comunicazione di Caslano: «Pare ovvio che lo scopo sia farsi dire di no per giustificare lo status quo. Una verifica giuridica ha stabilito che questa richiesta non è accoglibile; equivale a una disdetta della convenzione ». «Inoltre, un simile passo significa modificare la convenzione stessa, ossia fare ciò che tutti gli altri Comuni hanno recentemente chiesto per diminuire l’eccessivo potere attribuito a Caslano e che quest’ultimo hainvece dichiarato di non voler fare», rileva ancora Marchesi. «Dopo anni di difficoltà e di situazioni critiche del Corpo dipolizia è ora di valutare tutte le possibilità, incluso quella di unafusione con altri corpi, oppure passare a un Corpo misto, Cantone e Comuni, sul modello di Biasca», prosegue Marchesi. «Noi non ci tiriamo indietro, ma prima di prendere una decisione bisogna essere sicuri di non reiterare i problemi cronici sinora riscontrati. L’obiettivo, che sono certo è anche quello degli altri Comuni, è quello di offrire il miglior servizio alla cittadinanza a un costo adeguato. Non è più tempo di pasticciare».
Una lettera analoga dovrebbe partire la prossima settimana anche da Magliaso. «Ne discuteremo lunedì in Municipio e probabilmente la invieremo il giorno seguente», afferma il capodicastero Ordine pubblico, sicurezza e difesa, Roberto Narduzzi. L’auspicio espresso dal municipale è che si arrivi a una soluzione, anche perché «gli agenti lavorano molto bene. Siamo soddisfatti del loro operato».
Il modello «sopracenerino»
Insomma, sembra proprio che si sia arrivati a uno strappo tra Comuni convenzionati. Ma che cosa ne pensa il Dipartimento delle istituzioni? La vicenda non rischia di nuocere all’operato e all’immagine della Polizia? Abbiamo girato le domande al direttore del DI, Norman Gobbi. «Si tratta di un problema che tocca la gestione, ossia principalmente l’organizzazione interna, e non l’operato del Corpo di Polizia intercomunale Malcantone Ovest», risponde. «Differenti vedute tra il Comune sede e i Comuni convenzionati. Gli agenti continuano a fare il loro lavoro e questo deve essere garantito per la sicurezza della cittadinanza. Trattandosi di comuni convenzionati, non è possibile una “rescissione” unilaterale da parte del Comune di Caslano. I comuni, dopo aver analizzato tutte le opzioni, dovranno trovare una soluzione che risponda ai bisogni del comprensorio». Ma il Dipartimento può intervenire? A Biasca è stato sperimentato un modello di gestione “misto” Cantone-Comune e in Malcantone c’è chi lo vedrebbe di buon occhio: sarebbe una soluzione fattibile? «Sono stato recentemente sollecitato da alcuni Comuni a presentare il progetto in atto nell’Alto Ticino», risponde Gobbi. «Un incontro in tal senso verrà organizzato a breve. Ritengo possa essere utile ai Comuni a questo stadio della situazione per poter valutare ogni opzione e che possa rispondere ai bisogni del proprio territorio. Con la sola finalità che i Comuni riescano a trovare la migliore soluzione per proseguire nell’importante lavoro di prossimità in ambito di sicurezza a favore della popolazione».
Articolo pubblicato nell’edizione di mercoledì 20 settembre 2023 del Corriere del Ticino