Gentili signore, egregi signori,
è per me un onore, oltre che un triplice piacere – in quanto leventinese, patrizio di Piotta e socio di questo Museo – partecipare alla presentazione di questa importante opera che documenta la storia medievale della Leventina.
Un lavoro avviato nel lontano 1975 da Vittorio F. Raschèr, proseguito dal Centro per la storia e l’onomastica ticinese dell’Università di Zurigo e dall’Archivio di Stato del Cantone Ticino, che ora è interamente fruibile con la pubblicazione dei fascicoli 59-61. Di fronte a un’opera così estesa sorge spontanea una considerazione: la capacità di noi leventinesi – che pur non disponendo di grandi centri urbani o biblioteche medievali – siamo riusciti a tramandare sino ai giorni nostri oltre duemila preziosi documenti. Dagli archivi comunali, parrocchiali, patriziali, delle corporazioni e delle famiglie è emersa una storia particolarmente ricca e completa, a beneficio degli studiosi, ma anche e soprattutto di tutti gli amanti della storia. La serie dedicata alla Leventina della collana “Materiali e documenti ticinesi” è infatti un’opera redatta con esaustivi commenti e riproduzioni fotografiche di molti documenti, che si rivela per tutti un invito a (ri)scoprire la nostra storia.
Una storia, quella leventinese, legata alla “Via delle genti” con testimonianze del passaggio, già nel 1200, di nobili, mercanti, soldati e pellegrini. Dalle carte raccolte nei nostri archivi emergono per esempio anche testimonianze di indulgenze elargite in Valle da cardinali in transito, nel 1449, per raggiungere la Germania per una missione diplomatica in nome del Papa. È anche documentato il transito di un boia che, in pieno inverno del 1459, valicò il Passo per procedere a un’esecuzione per stregoneria. Si apprende inoltre come già durante il Medioevo il nostro formaggio era già particolarmente rinomato, tanto da essere commercializzato a Milano. Questa collana ha il pregio di raccogliere importanti tracce del nostro passato, che ci invitano a meditare sulle nostre radici. È questo un esercizio piacevole e al contempo utile per meglio comprendere il presente. In un periodo di difficoltà economica, di instabilità sociale e di insicurezza, valorizzare la nostra storia significa trasmettere il nostro spirito alle nuove generazioni.
Oggi rientriamo coscientemente in possesso della storia documentale della Leventina medievale. Un Medioevo che conobbe anche una battaglia qui a Giornico, il 28 dicembre 1478; oltre alla memoria non sarebbe male poter tornare in possesso anche del cospicuo bottino di guerra e penso in particolare agli scudi ducali, oggi di proprietà del Museo nazionale di Zurigo.
La storia medievale racconta di una Leventina unita, ma non padrona del suo destino, in quanto sotto la dominazione dapprima di Milano e successivamente di Uri. La Leventina di oggi, al contrario, vuol essere padrona del suo destino. Per farlo necessità però di essere unita e compatta. Un rafforzamento questo che non può prescindere dalle aggregazioni comunali. Aggregazioni che valorizzeranno appieno il nostro territorio e daranno maggiore linfa finanziaria e progettuale all’intera Valle puntando sullo sviluppo endogeno. Il Piano cantonale delle aggregazioni (PCA) rappresenta dunque un’opportunità per rendere più solida la nostra Valle. Tocca dunque a noi leventinesi diventare attori principali del presente, per costruire insieme il nostro futuro.
Il mio ringraziamento va a tutti gli autori che con le loro ricerche storiche, la valorizzazione degli archivi e la redazione della collana “Materiali e documenti ticinesi” ci permettono di valorizzare appieno il nostro passato e di tramandarlo ai posteri.
Vi ringrazio.
Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi, in occasione della presentazione della pubblicauzione “Materiali e documenti ticinesi” dedicata alla Valle Leventina
01.02.2014, Giornico – Museo di Leventina