L’inasprimento delle misure adottate dai cantoni per combattere la violenza negli stadi e nelle piste di ghiaccio non piace alle istanze sportive svizzere, che lo giudicano sproporzionato.
Per l’Associazione svizzera di calcio (ASF) e la Swiss Football League (SFL), le disposizioni devono essere «mirate, proporzionate e realizzabili». A loro avviso non è dimostrato che l’introduzione di biglietti «combinati» e di controlli d’identità all’ingresso degli stadi risponda a questi criteri. Inoltre le misure repressive devono colpire i responsabili di disordini e non l’insieme degli spettatori. ASF e SFL si augurano quindi che le raccomandazioni della Conferenza dei direttori cantonali di giustizia e polizia possano essere adeguate dalle autorità e dai club alle condizioni locali.
La Swiss Ice Hockey Association (SIHA) condivide questo parere. Ueli Schwarz, direttore dello sport d’élite della SIHA, non vede di buon occhio il divieto di alcolici: non è sicuro che questa misura risolva il problema della violenza, poiché i tifosi possono arrivare allo stadio già ubriachi; inoltre se viene rifiutato loro l’ingresso rischiano di provocare disordini fuori dallo stadio. La SIHA è anche «assolutamente contro» il sistema dei biglietti combinati. «Non vediamo come possa essere applicata tale misura», ha spiegato Schwarz, aggiungendo che calcio e hockey devono essere trattati in modo diverso visto che attirano un numero diverso di spettatori. Meno critiche invece nei confronti dei controlli elettronici agli ingressi, anche se sarà necessario essere «ragionevoli».
Pure le associazioni dei tifosi respingono in blocco l’inasprimento annunciato, poiché nel progetto non vengono presi in considerazione i diritti fondamentali e il principio di proporzionalità.
Ai microfoni del Quotidiano il Consigliere di Stato Norman Gobbi ieri sera ha specificato che queste ultime disposizioni del Concordato non sono «regole fisse, ma solo raccomandazioni», di cui i Governi cantonali devono tenere conto ma che poi devono adattare alla realtà regionale. Le soluzioni dunque andranno «cercate assieme ai club», ponderando esattamente i pro e i contro «prima di imporre una decisione». A suo dire è tuttavia molto difficile pensare a un derby senza birra, vino o grappino d’accompagnamento.