Il consigliere di Stato Norman Gobbi fa notare qualche incongruenza nelle nuove restrizioni proposte da Berna.
E, rispetto alla situazione epidemiologica in Ticino si dice ottimista: «Non siamo messi così male come molti dipingono».
Oggi X, domani Y – Non tutte le disposizioni proposte sono infatti state appoggiate dal Governo ticinese. «L’obbligo del telelavoro», che ha raccolto il favore della maggior parte dei Cantoni in consultazione, «diventa un problema, perché non è l’ideale per tutte le posizioni», commenta Gobbi. Per quanto concerne invece l’estensione del 2G, il certificato Covid valido solo per vaccinati e guariti, il direttore del Dipartimento istituzioni evoca qualche incoerenza: «Fino a l’altro giorno si diceva che grazie ai test si depistava tutto, oggi si passa invece dal 3G al 2G. Diventa sempre più difficile far convivere la popolazione con queste limitazioni».
I migliori della classe – Riguardo invece all’aspetto sanitario, Gobbi ridimensiona il quadro epidemiologico ticinese: «In Ticino non siamo messi così male come molti dipingono. Stiamo assistendo a un appiattimento della crescita dei casi e siamo in una posizione migliore rispetto al resto del Paese». Questo, secondo Gobbi, perché abbiamo avuto più contagi durante la prima e la seconda ondata della crisi sanitaria e grazie all’alto tasso di vaccinazione.
Questione di letti – A livello svizzero ci sono invece delle problematiche strutturali da prendere in considerazione, specifica il consigliere di Stato. «Per fare un esempio, il Canton Neuchâtel ha dichiarato di avere già le cure intense piene. Questo cantone ha circa la metà della nostra popolazione e ha 11 letti in terapia intensiva, mentre noi ne abbiamo 47». Ci sarebbe quindi «un problema di dotazioni e infrastrutture sanitarie».
Cosa ci aspetta domani – «La variante più probabile è quella del 2G, senza il plus», prevede Gobbi su quanto dirà il Governo domani, «perché quello diventa anche difficile da applicare. Non arrivasse niente di più, per il Canton Ticino non vedrei dei grossi problemi». E, interrogato su quando la pandemia avrà finalmente fine: «Le previsioni parlano dell’estate 2022. Con la speranza che le vaccinazioni e le guarigioni, possibilmente con decorso lieve, diano i loro effetti. Io stesso ho contratto il virus e non me ne ero mai reso conto, me ne sono accorto facendo il test sierologico».