– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
con grande piacere porto il saluto mio personale e del Consiglio di Stato a questo importante appuntamento, che segna una data storica per uno dei manufatti più significativi del Canton Ticino e dell’intera Svizzera.
Essere qui oggi – in qualità di Consigliere di Stato – a inaugurare il rinnovato Museo Nazionale del San Gottardo è un onore ancora più grande, essendo nato e cresciuto ai piedi del massiccio-simbolo della nostra Nazione: il San Gottardo.
Quando guardo dalla finestra di casa è il San Gottardo che vedo!
Una montagna che è storia. L’ho sempre guardata con rispetto. L’ho sempre percepita come madre e come padre al tempo stesso, sin da piccolo. Crescendo ho però compreso meglio il valore simbolico del San Gottardo. Se il Cervino è una cartolina per immaginare la Svizzera, il San Gottardo è la storia della Svizzera.
Il Museo rappresenta dunque la volontà di tramandare i nostri valori storici e tradizionali, per cementare la nostra identità svizzera. La sua collocazione all’interno dell’edificio che era la vecchia Sosta e che era usato come dogana e albergo per i passeggeri che transitavano con le diligenze caratterizza al meglio il concetto di luogo per eccellenza della memoria, della tradizione.
Memoria di cosa? Memoria della Via delle genti: il collegamento più diretto tra nord e sud nel cuore dell’Europa e dunque fondamentale dal punto di vista economico, strategico-militare, politico, culturale. Non per nulla il San Gottardo è la montagna con più trafori e gallerie scavate al suo interno, proprio per permetterne, da un lato, l’attraversamento veloce e, dall’altro lato, perché è luogo strategicamente decisivo per l’intera Nazione. Ma non mi dilungo su questo aspetto, essendo ben nota l’importanza della Via delle genti per la Svizzera, per il Ticino.
Il Museo – o la vecchia Sosta – sono collocati in cima al Passo, completamente in territorio ticinese. Per noi ticinesi è un indubbio motivo di vanto e ci piace ribadirlo.
Oggi sottolineiamo un importante intervento, voluto per rinnovare lo spazio espositivo. Voluto per inserire il Museo Nazionale del San Gottardo in un contesto moderno. Il visitatore potrà così scoprire o riscoprire la storia di questa montagna da cui nascono quattro importanti fiumi europei come il Reno, la Reuss, il Ticino e il Rodano – e che, ripeto, è la storia stessa della Svizzera – con dei sussidi didattici all’avanguardia.
Riuscire a rendere attrattiva un’esposizione è la chiave per mantenere un buon afflusso di visitatori e di semplici curiosi. Un merito non da poco per chi, in prima persona, si occupa e si preoccupa del Museo Nazionale del San Gottardo.
E qui vorrei dare merito al lavoro della Fondazione. Al suo presidente (Dick Marti). Al suo responsabile, direttore, deus ex machina, (Marzio Eusebio). Ma anche a tutte quelle persone che si impegnano a titolo volontario per sostenere l’attività della Fondazione, l’attività del Museo. È grazie a loro, è grazie alla loro dedizione che si può garantire successo qui in cima al San Gottardo. Senza dimenticare anche chi negli anni e nei decenni scorsi ha dedicato intelligenza e impegno al Museo. Grazie alla Fondazione siamo oggi in grado di ridare smalto all’attività qui sul Passo. Un lavoro non facile, se si pensa alla brevità della stagione, che si può sviluppare sull’arco di soli sei mesi. Per questo ancora più meritoria.
Per un cittadino dell’Alta Leventina come il sottoscritto, la Fondazione è uno strumento quasi di famiglia per far funzionare qualcosa che ci appartiene, a cui teniamo e che vogliamo – con spirito resiliente – tramandare ai nostri figli e a tutti coloro che ci seguiranno nel tempo.
I lavori che si sono sviluppati negli ultimi due anni sono stati sostenuti in modo importante dal Canton Ticino. In particolare grazie al prestito a fondo perso di un milione di franchi e al ¼ del prestito assicurato dai 4 Cantoni della regione del San Gottardo: Uri, Vallese, Grigioni, oltre al Ticino, con quota parte di 250mila franchi. In questa occasione voglio quindi ringraziare a nome del Governo ticinese le autorità cantonali e federali che si sono adoperate per garantire il futuro del Museo in una veste moderna ed attrattiva.
Negli scorsi giorni ho già potuto in anteprima visitare i nuovi spazi espositivi. Per questo posso assicurarvi che li troverete molto attativi. Li visiteremo assieme. Con un auspicio comune: che questa esposizione possa affascinare negli anni a venire molte persone, cosi tramandare la nostra identità elvetica da generazione in generazione.
Auguro al Museo Nazione del San Gottardo tanto successo, almeno quanto importante è il significato simbolico che rappresentata per l’intera Svizzera, per tutto il Canton Ticino.
Essere qui oggi – in qualità di Consigliere di Stato – a inaugurare il rinnovato Museo Nazionale del San Gottardo è un onore ancora più grande, essendo nato e cresciuto ai piedi del massiccio-simbolo della nostra Nazione: il San Gottardo.
Quando guardo dalla finestra di casa è il San Gottardo che vedo!
Una montagna che è storia. L’ho sempre guardata con rispetto. L’ho sempre percepita come madre e come padre al tempo stesso, sin da piccolo. Crescendo ho però compreso meglio il valore simbolico del San Gottardo. Se il Cervino è una cartolina per immaginare la Svizzera, il San Gottardo è la storia della Svizzera.
Il Museo rappresenta dunque la volontà di tramandare i nostri valori storici e tradizionali, per cementare la nostra identità svizzera. La sua collocazione all’interno dell’edificio che era la vecchia Sosta e che era usato come dogana e albergo per i passeggeri che transitavano con le diligenze caratterizza al meglio il concetto di luogo per eccellenza della memoria, della tradizione.
Memoria di cosa? Memoria della Via delle genti: il collegamento più diretto tra nord e sud nel cuore dell’Europa e dunque fondamentale dal punto di vista economico, strategico-militare, politico, culturale. Non per nulla il San Gottardo è la montagna con più trafori e gallerie scavate al suo interno, proprio per permetterne, da un lato, l’attraversamento veloce e, dall’altro lato, perché è luogo strategicamente decisivo per l’intera Nazione. Ma non mi dilungo su questo aspetto, essendo ben nota l’importanza della Via delle genti per la Svizzera, per il Ticino.
Il Museo – o la vecchia Sosta – sono collocati in cima al Passo, completamente in territorio ticinese. Per noi ticinesi è un indubbio motivo di vanto e ci piace ribadirlo.
Oggi sottolineiamo un importante intervento, voluto per rinnovare lo spazio espositivo. Voluto per inserire il Museo Nazionale del San Gottardo in un contesto moderno. Il visitatore potrà così scoprire o riscoprire la storia di questa montagna da cui nascono quattro importanti fiumi europei come il Reno, la Reuss, il Ticino e il Rodano – e che, ripeto, è la storia stessa della Svizzera – con dei sussidi didattici all’avanguardia.
Riuscire a rendere attrattiva un’esposizione è la chiave per mantenere un buon afflusso di visitatori e di semplici curiosi. Un merito non da poco per chi, in prima persona, si occupa e si preoccupa del Museo Nazionale del San Gottardo.
E qui vorrei dare merito al lavoro della Fondazione. Al suo presidente (Dick Marti). Al suo responsabile, direttore, deus ex machina, (Marzio Eusebio). Ma anche a tutte quelle persone che si impegnano a titolo volontario per sostenere l’attività della Fondazione, l’attività del Museo. È grazie a loro, è grazie alla loro dedizione che si può garantire successo qui in cima al San Gottardo. Senza dimenticare anche chi negli anni e nei decenni scorsi ha dedicato intelligenza e impegno al Museo. Grazie alla Fondazione siamo oggi in grado di ridare smalto all’attività qui sul Passo. Un lavoro non facile, se si pensa alla brevità della stagione, che si può sviluppare sull’arco di soli sei mesi. Per questo ancora più meritoria.
Per un cittadino dell’Alta Leventina come il sottoscritto, la Fondazione è uno strumento quasi di famiglia per far funzionare qualcosa che ci appartiene, a cui teniamo e che vogliamo – con spirito resiliente – tramandare ai nostri figli e a tutti coloro che ci seguiranno nel tempo.
I lavori che si sono sviluppati negli ultimi due anni sono stati sostenuti in modo importante dal Canton Ticino. In particolare grazie al prestito a fondo perso di un milione di franchi e al ¼ del prestito assicurato dai 4 Cantoni della regione del San Gottardo: Uri, Vallese, Grigioni, oltre al Ticino, con quota parte di 250mila franchi. In questa occasione voglio quindi ringraziare a nome del Governo ticinese le autorità cantonali e federali che si sono adoperate per garantire il futuro del Museo in una veste moderna ed attrattiva.
Negli scorsi giorni ho già potuto in anteprima visitare i nuovi spazi espositivi. Per questo posso assicurarvi che li troverete molto attativi. Li visiteremo assieme. Con un auspicio comune: che questa esposizione possa affascinare negli anni a venire molte persone, cosi tramandare la nostra identità elvetica da generazione in generazione.
Auguro al Museo Nazione del San Gottardo tanto successo, almeno quanto importante è il significato simbolico che rappresentata per l’intera Svizzera, per tutto il Canton Ticino.