Cureglia, 13 maggio 2023
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
vi porgo i miei più cordiali saluti e ringrazio l’Associazione per il gradito invito a partecipare alla vostra Assemblea annuale, un momento sempre privilegiato durante il quale condividere tematiche legate al vostro ruolo, che è di primaria importanza nella giustizia civile di primo grado del nostro Cantone.
La rinnovata Direttiva, che colgo l’occasione per ringraziare anche a nome della Direzione della Divisione della giustizia, ha saputo mantenere e intensificare, attraverso scambi regolari con la Divisione, una collaborazione costruttiva, con l’obiettivo di agevolare e migliorare il vostro lavoro quotidiano.
Durante la riflessione su quali temi concentrare il mio intervento di oggi, beh il primo pensiero è andato senza indugio alla digitalizzazione, la grande sfida che toccherà a breve tutte le autorità giudiziarie, compresa la vostra, con il progetto Justitia 4.0.
È infatti stato chiarito dal recente Messaggio licenziato dal Consiglio federale concernente la piattaforma per la comunicazione elettronica nella giustizia, ora in attesa del dibattito Parlamentare, che tutta la giustizia che opera nell’ambito civile, unitamente a quella penale ed amministrativa, dovrà comunicare in forma elettronica nell’ambito dei rispettivi procedimenti giudiziari, presumibilmente a partire dal 2025, con un periodo transitorio di due anni.
Questo importante cambiamento legislativo impatterà dunque in maniera sostanziale sul vostro modo di operare e, di conseguenza, le competenze e l’abilità per lavorare in digitale diventeranno un requisito fondamentale per tutti i Giudici di pace.
A questo proposito sarà dunque fondamentale proseguire con impegno e perseveranza sul cammino già intrapreso, seppur con qualche difficoltà, nell’uso di Agiti/Juris!
A onor del vero, la digitalizzazione non è sicuramente l’unica sfida che dovrete affrontare!
Anche dal profilo della materia, la nostra società crea infatti casistiche sempre più complesse e la peculiarità della figura del Giudice di pace “laico” vi impone un continuo e sempre più rilevante investimento nell’approfondire le casistiche incontrate.
In questo ambito, la miglior risposta per far fronte a procedure sempre più articolate e formalità complesse, così come ai mille problemi minori che possono turbare i rapporti tra le persone, è sicuramente la formazione.
Il Consiglio di Stato, e per esso la Divisione della giustizia, si è infatti adoperata in questi anni per l’organizzazione regolare di corsi di formazione continua e, parallelamente, ha sviluppato, tramite la SUPSI, un percorso formativo ad hoc, della durata di due semestri, che si articolerà sui contenuti del Manuale dei Giudici di pace e che permetterà di approfondire sia i principali concetti teorici sia analizzare diversi casi pratici. Il primo corso partirà a settembre per circa 25 giudici, prioritariamente titolari della funzione.
La formazione è dunque sicuramente uno strumento essenziale per adempiere al meglio il vostro ruolo, ciò non di meno va sottolineato che sono necessarie, oggi più di ieri, delle competenze di base che permettano l’acquisizione rapida della complessa materia giuridica e una certa predisposizione all’utilizzo di strumenti informatici.
Accanto a quest’ultime, non meno rilevanti, sono necessarie una predisposizione a risolvere le controversie in modo equo ed efficiente e la capacità di farsi parte attiva nella prevenzione dei conflitti e nella promozione di una cultura della legalità e del rispetto delle leggi.
In tale ottica, è fondamentale che si possano identificare, tra i cittadini e le cittadine interessati e interessate all’assunzione della carica, i profili che meglio rispondono alle caratteristiche evidenziate. Per questo il Dipartimento ha iniziato un’azione di sensibilizzazione verso i Municipi, in occasione della convocazione dell’assemblea del Comune in cui avrà luogo l’elezione di un nuovo Giudice titolare o supplente.
In questo ambito anche il vostro contributo è prezioso, nel voler cogliere regolarmente l’occasione, nell’ambito dei vostri contatti quotidiani, per contribuire a diffondere una corretta immagine del vostro ruolo evidenziando sì l’onore che il coprire una tale carica comporta, ma anche gli oneri che questo implica, soprattutto in termini di impegno personale, forte motivazione e spirito di servizio.
Oltre a ciò, come ho ricordato più volte, anche la giustizia di pace dovrà forzatamente evolvere, non solo negli strumenti informatici e nella formazione, ma, anche a livello organizzativo. S’impone quindi la riattivazione della riforma della giustizia di pace, tema già oggetto di riflessioni anni fa. Per questo la Divisione della giustizia darà avvio a settembre ai lavori di un apposito Gruppo di lavoro, nel quale come Associazione sarete certamente coinvolti, che si occuperà di rivedere l’assetto attuale della Giustizia di pace, per metterla in misura di meglio rispondere alle esigenze del cittadino e renderla ancor più efficace. A tal proposito ricordiamo a titolo di esempio la figura del giudice di pace supplente che resta praticamente inattiva nel 90% delle giudicature circa, a fronte di un importante onere formativo a loro carico che non può tuttavia essere messo a frutto, come pure lo statuto del giudice di pace che non risponde più alle esigenze attuali, ad esempio per quanto concerne modalità retributive e assicurative.
Come avete visto sono tanti i cambiamenti e le sfide future, di fronte alle quali sono certo saprete mantenere un atteggiamento aperto e proattivo. Vi ringrazio, anche a nome del Consiglio di Stato, per il vostro impegno e per la vostra dedizione alla giustizia. Avanti dunque così e buon lavoro!
Vi ringrazio per l’attenzione e vi aspetto il 12 ottobre, al consueto incontro annuale tra Dipartimento e Giustizia di pace.