11 giugno 2019 – Villa Negroni, Vezia
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
molto cordialmente vi saluto a nome del Consiglio di Stato e personalmente in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni, ringraziandovi per l’invito a partecipare anche quest’anno alla vostra assemblea generale.
Il tema scelto per questo incontro: “Insieme per un Ticino competitivo”, è centrale per chi si occupa e preoccupa delle sorti di questo magnifico Cantone.
Le due parole “insieme” e “competitivo” portano a molti significati.
Iniziamo da “insieme”: è la caratteristica principale per riuscire a sviluppare un progetto, a realizzare un’impresa. Certo, spesso l’input può essere dato da una singola persona, ma più è grande l’obiettivo, più si vuole centrare il bersaglio (per rimanere all’immagine con cui viene presentato questo nostro incontro) e più è necessario unire le forze, sviluppare una vera e propria collaborazione. È quanto cerchiamo di fare – appunto insieme – tra Dipartimento delle istituzioni e la vostra Federazione delle Associazioni dei fiduciari. Con un obiettivo comune: migliorare, favorire, sviluppare le professioni in ambito fiduciario. Un contesto che cambia, e che obbliga dunque a una forte capacità di adattamento alle nuove realtà, per essere in grado di cogliere con rapidità le nuove opportunità. Oppure per sbarrare la strada ai pericoli che questo mondo facilmente può incontrare. Insieme, tutto questo può essere realizzato. Ed è proprio avendo ben presente questa caratteristica che il mio Dipartimento ha cercato, cerca e soprattutto cercherà anche in futuro di lavorare, al servizio dei cittadini in primis e della vostra categoria professionale.
“Competitivo”: l’aggettivo – accanto a Ticino – definisce una scelta di campo. Chiarisce come vogliamo sia il Ticino. Poteva essere “solidale”, poteva essere “sostenibile”. Oppure differenti altre definizioni.
No, il Ticino in questa ottica deve essere giustamente competitivo. Perché sappiamo bene – e lo abbiamo sentito negli interventi che mi hanno preceduto della vostra presidente Cristina Maderni e del Presidente della direzione di Swisscom Directories Stefano Santinelli – che per affermare una realtà economica di un ben determinato territorio, nel nostro caso il Ticino, la competitività è necessaria sia all’interno dello stesso territorio, fornendo prodotti e servizi di prima qualità, sia per diventare appetibili nei confronti di analoghi attori economici, attivi però in altre realtà territoriali. Una competitività che porta quindi ad attrarre clienti e interessi. Per favorire questa competitività occorrono condizioni quadro di prim’ordine. Lo sono certamente gli aspetti fiscali, tenendo conto per noi ticinesi di quanto avviene nelle altre regioni della Svizzera e negli Stati a noi vicini. Ma lo sono anche altre caratteristiche. E voi ben sapete di cosa sto parlando: centralità sulle vie di transito; capacità di connessione facile e veloce con il resto del mondo; un sistema scolastico all’altezza; un territorio ben gestito che preserva le caratteristiche naturali, ma che valorizza pure il patrimonio artistico e culturale.
Sul piano della competitività un recente studio effettuato dall’Osservatorio delle dinamiche economiche dell’USI mostra come il nostro Cantone si situi in buona posizione rispetto a una graduatoria nazionale. Tale studio dimostra che in Ticino vi è una elevata complessità economica, ciò che porta la nostra economia ad essere competitiva. Una situazione che ho riscontrato personalmente durante una serie di visite che ho compiuto qualche anno fa in diverse aziende virtuose situate anche in zone periferiche del Ticino. Questa vivacità e questo buon livello competitivo potrà essere ulteriormente potenziato grazie alla recente adesione del Cantone all’organizzazione di marketing territoriale della piazza economica di Zurigo “Greater Zurich Area (GZA), che permetterà di inserire la nostra regione in una rete che favorirà l’innovazione del nostro Cantone.Una competitività che si raggiunge anche con un’amministrazione pubblica performante, che va in contro al cittadino e che deve valorizzare il proprio capitale umano. Un discorso quest’ultimo che cerco di tener sempre presente all’interno dell’attività del mio Dipartimento, consapevole che la qualità dei collaboratori è la base per avere successo. Un fattore di competitività – e qui mi aggancio a quella che è l’attività del mio Dipartimento – è legato al grado di sicurezza che si può garantire alle cittadine e ai cittadini, nonché alle aziende e a tutte le attività economiche presenti sul nostro territorio. E in qualità di Direttore del Dipartimento delle istituzioni, responsabile della gestione amministrativa e finanziaria del potere giudiziario, devo sottolineare come il funzionamento della Giustizia sia un altro importante fattore di competitività e di crescita per uno Stato moderno. Negli scorsi giorni ho esortato i nostri magistrati – in occasione dell’apertura dell’anno giudiziario – a rendere giustizia in tempi adeguati, quindi tempestivamente e ad essere più efficienti nel proprio operato. Una giustizia lenta non solo danneggia le cittadine e i cittadini, ma pure l’economia!
La competitività può, anzi deve essere declinata, come detto, con la parola “sicurezza”. È quanto cerchiamo di fare assieme attraverso l’autorità di vigilanza sull’esercizio delle professioni di fiduciario del Canton Ticino. Sicurezza che il cliente possa sempre trovare di fronte a sé un fiduciario responsabile, competente, con tutti i requisiti richiesti dalla legge. Come ben sapete il 2020 porterà un grande cambiamento normativo che toccherà la professione di fiduciario finanziario. Il 1° gennaio verosimilmente entreranno in vigore la nuova Legge federale sui servizi finanziari e la nuova Legge federale sugli istituti finanziari, cui saranno fra gli altri assoggettati tutti i consulenti negli investimenti, i gestori patrimoniali nonché i trustees che agiscono a titolo professionale, ossia tutti coloro che oggi beneficiano di un’autorizzazione cantonale di fiduciario finanziario. Queste novità legislative comporteranno per i consulenti alla clientela l’iscrizione presso un Servizio di registrazione abilitato dalla FINMA.
Per i gestori patrimoniali e i trustee agenti a titolo professionale l’operatività sarà invece subordinata all’autorizzazione della FINMA e alla sua vigilanza, ancorché svolta di concerto con un organismo di vigilanza, sempre abilitato dalla stessa FINMA. In questo senso occorrerà porre particolare attenzione ai termini transitori definiti dalle due nuove leggi federali per le iscrizioni. Posso anticipare che nelle prossime settimane l’Autorità di vigilanza cantonale invierà a tutti gli interessati una specifica comunicazione per rendere attenti tutti gli interessati a tali termini.
Altra novità: le modifiche legislative di livello federale comporteranno un adeguamento della Legge cantonale sui fiduciari. Con l’inserimento dei gestori patrimoniali e dei trustee nel campo di applicazione della Legge federale sugli istituti finanziari, le norme concorrenti vigenti del diritto cantonale decano. Si coglierà quindi l’occasione per procedere a un aggiornamento dei contenuti sulla base anche dell’attuale contesto professionale e dell’esperienza e della prassi sviluppatesi negli in anni in seno all’Autorità di vigilanza. Sarà quindi l’occasione per ribadire la necessità di questa legge che in questi anni ha adempiuto gli scopi prefissati, ovverossia: assicurare le competenze degli operatori, il controllo del territorio e, nell’eventualità, penalizzare l’esercizio abusivo della professione. Il messaggio di modifica della Legge sui fiduciari verrà posto in consultazione nel corso dell’estate e proprio nell’ottica di “lavorare insieme” verrete consultati.
Dal canto suo l’Autorità di vigilanza continuerà a garantire l’osservanza della Legge sui fiduciari nei rimanenti settori professionali altrettanto sensibili e importanti, quali quello commercialistico e immobiliare – che già sono oggetto di particolare attenzione da parte del Consiglio di vigilanza nella lotta all’abusivismo – e quello del cambista. La competitività in questo ambito si raggiunge oltre che con la qualità, anche con l’affidabilità a tutela dell’interesse pubblico e a protezione della clientela. In questo senso l’Autorità di vigilanza proseguirà con controlli prudenziali – recentemente potenziati – principalmente volti a contrastare il fenomeno dei prestanome (tema sensibile anche in altre realtà, vedi gli esercizi pubblici). Rimane poi importante da parte dell’Autorità di vigilanza la lotta all’abusivismo per mezzo del perseguimento del reato di esercizio abusivo della professione, avviata anche e spesso su segnalazione e con la collaborazione dei fiduciari già autorizzati (per l’anno 2019 attualmente intimati 5 DA). Finora l’Autorità giudiziaria ha sempre confermato i decreti d’accusa intimati e gli argomenti giuridici sostenuti.
Ogni abuso, ogni mancanza di professionalità va a minare la fiducia della clientela nei confronti di tutta la categoria. È proprio ciò che insieme non vogliamo accada, per non minacciare la competitività di un settore in cui oggi lavorano 1’506 fiduciari per complessivamente 1’858 autorizzazioni e che crea una bella fetta del Pil cantonale. Grazie per l’attenzione.