– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori
vi saluto a nome del Consiglio di Stato ticinese e vi ringrazio per avermi invitato a partecipare a questa giornata dedicata al San Gottardo nel quadro delle Giornate europee del patrimonio 2018.
Sono cresciuto e abito tuttora nell’Alta Leventina; per questo motivo sono molto vicino geograficamente e affettivamente al massiccio del Gottardo. Quando si vive nell’arco alpino, si viene inevitabilmente attratti dalla montagna che mostra il suo fascino per la maestosità, ma pure per la sua componente di avversità che la caratterizza. La montagna consente una certa introspezione e avvicina la gente rendendola più solidale e cordiale.
Il San Gottardo è un emblema nazionale per gli svizzeri, quindi per tutti noi. È il punto d’incontro delle quattro aree linguistiche e culturali del nostro Paese. Attorno alle Alpi è nata idealmente la Svizzera e ogni cittadino, a nord e a sud come ad est e a ovest, può identificarsi nell’immagine che comunica questo massiccio, che non è mai stato considerato un confine o una divisione, bensì un punto di unione divenuto uno dei principali valichi alpini.
Fu chiamata “La via delle Genti”: una via veloce per il trasporto delle persone e delle merci, ma mai priva di pericoli. Nonostante la sua morfologia, ostica per la presenza delle Gole della Leventina e di quelle della Schöllenen, il passo ha vieppiù acquisito una valenza europea.
La storia del nostro Cantone è fortemente influenzata dalla gestione e dallo sviluppo del territorio alpino. Le vie di comunicazione attraverso il San Gottardo sono da sempre un elemento decisivo per la vita economica e sociale della nostra popolazione.
Ricordo, ad esempio, i disagi provocati dalla prolungata chiusura della galleria autostradale per il drammatico incidente del 2001 o i problemi di transito dopo i recenti smottamenti nel Canton Uri. In queste occasione ci siamo resi conto dell’importanza del punto di transito e delle ripercussioni economiche subite da tutto il Cantone, senza dimenticare l’aumento dei costi per gli spostamenti più lunghi. Un danno notevole e fino ad allora sottovalutato o non opportunamente ponderato.
Nel 1830 viene aperta la prima strada carrozzabile che inaugura il passaggio delle diligenze postali: la Tremola, il più lungo monumento viario della Svizzera, un vero patrimonio per la regione. La realizzazione della galleria ferroviaria nel 1882 e successivamente di quella autostradale nel 1980 hanno dato un vero accesso al Ticino e lo hanno fatto conoscere.
L’asse autostradale ha unito il Cantone, ma con il tempo ha finito per emarginare le regioni più discoste e periferiche. Un processo continuato con l’apertura della Galleria di base del San Gottardo con l’entrata dei treni nella montagna già a Bodio.
Uno scenario che rischia di isolare definitivamente le valli: un fatto che dobbiamo scongiurare con un’attenta politica regionale e cantonale, adottando misure concrete volte ad accrescere l’attrattiva della Leventina, evitando così un Ticino a due velocità. La coesione va mantenuta con l’attivazione di una più marcata complementarietà tra le regioni e utilizzando al meglio le singole potenzialità.
La nuova galleria di 57 km ha determinato un radicale cambiamento delle condizioni quadro che si accentuerà con la costruzione della seconda galleria autostradale. Di fondamentale importanza saranno però la conservazione del vecchio collegamento ferroviario di montagna e il potenziamento dell’offerta di treni da sud a nord.
La Leventina è costantemente confrontata con il problema delle colonne e l’entrata autostradale di Airolo è spesso sbarrata. Una situazione sempre meno sostenibile per lunghi mesi all’anno. La crescita del traffico è un processo probabilmente irreversibile e per questo motivo sono particolarmente riconoscente alla popolazione svizzera che ha dapprima sostenuto la linea di base e a distanza di anni la seconda galleria autostradale. Le aspettative di un alleggerimento della situazione attuale sono alte soprattutto tra i residenti.
La valorizzazione delle valli è una questione che, come ben sapete, mi sta molto a cuore e per la quale mi impegno da sempre. In questo senso, non posso certamente dimenticare il Programma San Gottardo 2020, un progetto dedicato allo sviluppo economico dell’intera regione alpina, che coinvolge i Cantoni Ticino, Uri, Grigioni e Vallese.
Come evidenziato nel Piano Direttore cantonale, nel 2010 i quattro Cantoni hanno avviato un programma decennale per sostenere la realizzazione e lo sviluppo del territorio del San Gottardo, operando oltre le barriere geografiche, politiche, linguistiche e culturali. L’obiettivo è di creare uno spazio che offra alla popolazione, agli attori economici e ai turisti un futuro ricco di possibilità di crescita nel rispetto delle identità e delle peculiarità locali. È necessario contrastare la riduzione di opportunità lavorative, accentuata dalla perdita di importanza dei vettori economici tradizionali. Una crisi generalizzata che tocca tutte le zone più periferiche.
Prese separatamente, queste regioni (Valle dell’Urseren, le Tre Valli in Ticino, la Surselva nei Grigioni e il Goms nel Vallese) hanno prospettive limitate e modeste.
I residenti si attendono, a maggiore ragione, un miglioramento della situazione attuale. Con un miglior coordinamento delle diverse strategie, i Governi cantonali intendono rilanciare le loro aree periferiche attraverso nuove opportunità di sviluppo.
Mi auguro davvero che la regione del San Gottardo possa essere ravvivata con la concretizzazione dei progetti che si stanno portando avanti in questi ultimi anni.
Cito, quale esempio strategico, la copertura dell’area autostradale di Airolo, che restituirà territori e qualità di vita alla popolazione.
Trovandoci però ora in una caserma, vorrei ricordare la tradizione militare legata a questo territorio. L’esercito assicura molti posti di lavoro in Ticino, soprattutto nelle valli. Fino a ieri Airolo era la casa della fanteria di montagna e delle truppe di fortificazione, oggi ospita le truppe sanitarie. Il mio impegno come responsabile politico degli affari militari per il Cantone è di fare in modo che anche in futuro siano messe a disposizione dell’esercito infrastrutture moderne con le rispettive piazze di esercitazione assicurando da una parte la creazione di posti di lavoro e dall’altra un indotto economico per la regione.
La complementarietà tra i progetti può sicuramente rivelarsi la mossa vincente per mettere a disposizione di tutti una zona interessante: per lo svago se pensiamo ai turisti, al transito per coloro che si occupano di trasporti e per la qualità di vita se ci riferiamo alle famiglie. Proprio la possibilità di una vita migliore e un numero maggiore di soluzioni professionali limiteranno lo spopolamento delle zone periferiche.
Di questo scenario ne beneficerebbe certamente tutto il Canton Ticino.
Vi ringrazio per l’attenzione e auguro buon proseguimento del viaggio.