17 gennaio 2019
– Fa stato il discorso orale –
Gentili signore, egregi signori,
Vi porto il saluto e il benvenuto in Ticino a nome del Consiglio di Stato.
Il tema della sicurezza, declinato in ognuna delle sue molteplici sfaccettature, ha assunto negli anni una connotazione sempre più marcata e oggi è un argomento di centralità assoluta.
Chi – come me e come voi – mira alla salvaguardia del benessere del cittadino, chi ambisce a costruire una società migliore, ne ha fatto un cavallo di battaglia, un quotidiano obiettivo.
“Sicurezza” non è per noi una semplice parola né tantomeno un banale slogan, da sbandierare alla bisogna svuotandolo, di fatto, del suo peso specifico.
Per noi “sicurezza” significa impegno, dedizione, cura del dettaglio, preparazione e trasmissione di un messaggio elettivo.
Per “sentirsi” più sicuri e, soprattutto, “essere” più sicuri, in un contesto vieppiù complesso e ricco di incognite come il nostro, occorre che il territorio sia presidiato da chi è stato espressamente incaricato di svolgere questo compito.
“Esserci” sempre e ovunque (in una piazza, su una strada, in una stazione), nella totale consapevolezza del proprio ruolo, è quindi prioritario.
Mi riferisco ovviamente ai Corpi di polizia di ogni livello istituzionale e di ogni genere, compreso il vostro: la loro puntuale presenza sul “campo”, una formazione tecnica e umana al top, la capacità di reagire in modo oculato e proporzionale alle sollecitazioni, sono una garanzia assoluta di cui il cittadino può e deve approfittare.
Il vostro prezioso lavoro, la missione che portate avanti con competenza e professionalità nelle stazioni svizzere e sui treni, sono altamente apprezzati dal cittadino e dalle autorità.
Se alle nostre latitudini dormiamo sonni sostanzialmente tranquilli, lo dobbiamo in buona parte proprio al lavoro svolto ogni giorno da centinaia, migliaia di persone che – in un modo o nell’altro – ricoprono incarichi di elevata responsabilità e che perseguono il benessere generale.
“Benessere” è una bella parola, con un bel suono. Evoca positività.
Le va però conferito un significato concreto altrimenti perde tutto il suo valore.
“Benessere” vuol dire “stare bene”: si può star bene perché si ha la fortuna di avere una meravigliosa famiglia, perché attraverso i sacrifici ci siamo costruiti una bella casa oppure perché svolgiamo un lavoro che ci appaga appieno. Tutto giusto e tutto comprensibile: vale anche per me!
Ma il “benessere” passa anche dalla percezione che abbiamo della società in cui viviamo, dove lavoriamo e che condividiamo con la famiglia e gli amici.
Come ci sentiremmo in un mondo senza regole? Come ci sentiremmo in un mondo che non può contare su chi si preoccupa che queste regole vengano rispettate?
La risposta è facile: male, in perenne disagio.
Oggi siamo qui a manifestarvi la nostra riconoscenza: vi ringraziamo per il fatto che vi occupate della nostra sicurezza, con discrezione e un elevato grado di professionalità.
Nel giuramento che andrete a leggere emergono concetti e termini di estrema rilevanza: lealtà, dovere, coscienza, rispetto, legalità, proporzionalità…
Siano per voi costanti punti di riferimento, dategli sempre l’importanza che meritano, trasmettetene il significato a chi incontrerete sul vostro cammino.
Siano una ricchezza, un valore aggiunto.
Avete una delicata responsabilità da gestire. Esercitate la vostra professione in modo chiaro e inequivocabile, mettendo in preventivo soddisfazioni e critiche.
Godetevi il grande privilegio di servire il prossimo.
Ponderate con acume ogni scelta che sarete chiamati a compiere nel corso di una carriera che, ne sono certo, sarà brillante e foriera di “benessere”!
Vi ringrazio.