È un onore per me poter intervenire qui oggi a Lucerna in questa chiesa dedicata a San Paolo per portare il saluto dell’autorità politica, sia nella mia veste di presidente della Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri, sia come Consigliere di Stato della Repubblica e Cantone Ticino. Un Cantone qui rappresentato da un solo neo ufficiale di SMG. Un Cantone che costituisce però un territorio non solo fisico ma pure istituzionale molto importante per l’Esercito elvetico. Non è un caso – e qui colgo l’occasione per salutarlo e per complimentarmi per il lavoro che svolge – non è un caso dicevo che il comandante della Scuola di Stato Maggiore Generale sia un ticinese, il brigadiere Maurizio Dattrino.
Felicitazioni! Complimenti! Dopo un percorso molto impegnativo, oggi raccogliete i frutti di questi vostri sforzi. So che siete reduci dalla “100 km”: non già una marcia, ma una maratona intellettuale che vi ha impegnati per 36 ore consecutive, con uno sforzo psico-fisico di alto livello. È uno sforzo commisurato agli impegni che le vostre nuove posizioni all’interno dell’Esercito vi richiederanno.
Avete superato molte prove di selezione. Siete sicuramente l’élite del nostro Esercito e uno di voi un domani potrà essere chiamato a guidare l’Esercito svizzero. Questa consapevolezza vi deve guidare nei compiti che sarete chiamati a svolgere da oggi in avanti e per i quali vi faccio i miei auguri più sentiti.
Il federalismo
So che in quest’ultima settimana siete stati impegnati anche in Ticino. Anche se la scuola ha la sua base a Kriens, è emblematico e normale che alcuni corsi si svolgano sia in Romandia, sia al sud delle Alpi. Per noi svizzeri e per l’Esercito in particolare il federalismo – e quindi la promozione e la difesa di tutte le 4 componenti culturali e linguistiche – sono un dato fondante. Sono un aspetto che fa parte del DNA, perché la nostra Nazione è nata, si è sviluppata e si è consolidata proprio grazie alla compartecipazione e alla promozione delle nostre quattro regioni. Un patto che è la forza della Svizzera.
Il mio intervento qui a Lucerna con voi assume pure questo significato: il rappresentante del Cantone della minoranza linguistica italiana viene chiamato a rappresentare tutta la Svizzera. Anche per questo sono particolarmente fiero di essere qui con voi, ma soprattutto, come voi, sono fiero di essere Svizzero.
La formazione
Siete giunti al termine di una scuola che vi ha visti impegnati per otto settimane, suddivise in due sessioni a cavallo tra il 2019 e il 2020. Un impegno medio tra le 70 e le 80 ore settimanali, culminate, come ho già avuto modo di dire, con la 100 km. Una scuola di alto livello, che si inserisce in un percorso di formazione che vi ha portato a essere non solo militari migliori, ma uomini e professionisti migliori. Ritengo che i corsi a cui si accede all’interno della formazione militare siano quelli che meglio portano la persona ad acquisire competenze al top per essere sfruttate sia in ambito militare, sia in ambito civile. La maggior parte di voi – tenuto conto che più della metà siete soldati di milizia – potrà sfruttare questa risorsa anche nei vostri ambiti professionali. Sono sicuro che ne trarrete grande profitto personale. Ma sono anche convinto che la nostra economia in generale, e in particolare le aziende per le quali siete professionalmente occupati, ne trarranno pure un grande beneficio. Dico questo per esperienza personale. E lo dico anche per far comprendere che la qualità della formazione costituisce uno dei grandi meriti che dobbiamo riconoscere all’esercito. Lo dobbiamo sempre di più far capire anche al resto della popolazione civile.
Le sfide
Le sfide che attendono il nostro Esercito sono molteplici. Non starò qui io a farvi un elenco preciso. A me spetta però il compito di toccare un paio di aspetti che già quest’anno ci vedranno impegnati.
Scontato è il primo elemento: il popolo svizzero sarà chiamato probabilmente in autunno a decidere sul finanziamento per l’acquisto dei nuovi aerei militari. Sarà una campagna dura. Ancora una volta gli oppositori dell’Esercito non perderanno occasione per sminuire e addirittura denigrare in alcuni casi il ruolo fondamentale dell’Esercito, oltre che la necessità imprescindibile di avere aerei da combattimento all’altezza dei compiti loro assegnati di protezione dello spazio aereo nazionale.
Non devo certo qui trovare con voi le giustificazioni per accogliere positivamente l’acquisto dei nuovi jet militari. A me semmai corre l’obbligo di sensibilizzarvi sulla difficoltà – come abbiamo potuto vedere in passato – anche di questa votazione e sull’importanza che ognuno di voi potrà personalmente avere, affinché l’esito del voto sia all’altezza delle nostre aspettative. È attraverso l’impegno personale che si vince questo tipo di sfida elettorale, per cui vi esorto a compiere ogni sforzo possibile nell’ambito delle nostre istituzioni democratiche e degli ambiti di interesse che tutti voi potete coltivare.
La seconda sfida attuale corre sul filo legislativo: la modifica della legge sul servizio civile per renderlo meno attrattivo, oggi al vaglio del Parlamento federale. Gli intendimenti sono chiari e il Consiglio federale nel messaggio ha accolto le preoccupazioni avanzate dai vertici dell’esercito e fatte proprie anche dalla Conferenza governativa per gli affari militari, la protezione civile e i pompieri. Vedremo che cosa decideranno in ultima istanza Consiglio Nazionale e Consiglio degli Stati.
Concludo qui questo mio intervento, sperando di aver saputo tener desta la vostra attenzione, nonostante le poche ore di sonno degli ultimi giorni…
Complimenti e auguri per tante soddisfazioni sia in ambito militare, sia in ambito professionale e nella vostra vita privata.