– Fa stato il discorso orale –
Signor Presidente, Signor Sindaco, Signori Municipali, Signori rappresentanti delle Sezioni di Salvataggio, Gentili Signore, egregi Signori,
vi saluto a nome del Consiglio di Stato e vi ringrazio per avermi invitato a partecipare ai vostri lavori assembleari. Questa per me è l’occasione per un aggiornamento sulle attività in corso e sullo stato dei progetti della vostra Società ed anche per esprimervi tutta la riconoscenza del Governo per il lavoro svolto sia nell’ambito dei soccorsi, della formazione e della sensibilizzazione, nella maggior parte dei casi improntato sul volontariato. E con i tempi che corrono, vi assicuro che non è per nulla scontato.
Sempre di più, tanto per entrare in argomento, i media durante la bella stagione riportano notizie d’incidenti e annegamenti che avvengono sui corsi d’acqua nel nostro Paese. Le statistiche ci dicono però che negli ultimi anni il Ticino è sfuggito a questa regola grazie alla realizzazione del programma di prevenzione “Acque sicure”, condotto dal mio Dipartimento in collaborazione con l’omonima Commissione consultiva del Consiglio di Stato, il cui obiettivo principale è di informare residenti e turisti sui rischi che si nascondono nelle acque della nostra regione.
Questi progressi si sono verificati nonostante il numero crescente di bagnanti presenti sui nostri laghi e fiumi, oltre all’incremento di persone appassionate delle attività sportive estreme, che sfruttano la particolare conformazione delle nostre valli, spingendosi in zone poco esplorate e non esenti da pericoli. Aggiungerei che con l’esplosione dei social media, le persone si spingono sempre di più alla ricerca di immagini spettacolari, sottovalutando spesso le più elementari regole di sicurezza. Inoltre, nel nostro Cantone, oltre alla popolazione locale, aumenta sempre di più la presenza di persone e gruppi provenienti dalla Svizzera interna e dall’Italia, attratte da allettanti proposte turistiche. Un esempio, come forse tutti ricorderanno, riguarda l’invasione della Val Verzasca della scorsa estate da parte dei cittadini della vicina Lombardia, affascinati dalle acque verdi della nostra valle perché paragonate addirittura a quelle delle lontane Maldive.
La collaborazione tra il Dipartimento delle istituzioni e la commissione ha portato dei risultati molto incoraggianti, poiché il numero d’incidenti e di annegamenti è sensibilmente calato. Nell’anno appena concluso si sono verificati purtroppo 5 incidenti mortali, di cui 3 annegamenti nei laghi e 2 nei fiumi durante la pratica del canyoning. Alla base del successo c’è stata un’ampia attività di sensibilizzazione e d’informazione per le persone che non valutano correttamente i pericoli che si nascondono sui corsi d’acqua e non sanno reagire alle situazioni di difficoltà così come una serie di misure più infrastrutturali realizzate direttamente sul territorio nei pressi di luoghi considerati a rischio.
Oltre alle campagne di prevenzione promosse con l’affissione di manifesti e la distribuzione di volantini, è stato svolto pure un importante lavoro di formazione per accrescere le competenze di soccorso in caso di bisogno, di sorveglianza e pattugliamento nelle zone o nei posti a rischio. Anche nelle scuole dell’infanzia e elementari, grazie a più enti tra cui il vostro, sono previsti dei momenti didattici incentrati sulla conoscenza del mondo acquatico e con la consegna agli allievi di materiale informativo da condividere con i propri famigliari. La maggior parte degli incidenti che coinvolgono dei bambini avvengono per la scarsa vigilanza dei genitori che sottovalutano i potenziali rischi legati all’acqua.
Ma se l’impegno del Dipartimento delle istituzioni dal 2001 ad oggi ha dato dei risultati concreti nell’opera di prevenzione sui fiumi, non possiamo dire che siamo arrivati al capolinea: ogni anno occorre informare nuovamente la popolazione residente e i turisti. Inoltre, da alcuni anni sono aumentati gli incidenti nei laghi: questo è dovuto a diversi fattori, quali ad esempio la scarsa conoscenza delle persone dei reali pericoli e dei propri limiti. Penso in particolare ai bambini e ai loro famigliari ma pure agli anziani, che fruiscono sempre di più dei laghi sottovalutando spesso il loro stato di salute e pure alla nuova categoria degli asilanti e dei migranti, che pur provenendo da Paesi marittimi non sanno quasi mai nuotare. E quando si parla di situazioni a rischio, vanno anche considerate l’apertura di nuove aree balneari e pure la riqualifica di zone in precedenza non idonee alla balneazione. Zone che attraggono molta gente.
Per questo motivo ho deciso di estendere le misure di prevenzione e informazione ai grandi specchi d’acqua, monitorando anche i luoghi di balneazione pubblica, cambiando e allargando il concetto che da “Fiumi sicuri” diventa “Acque sicure”.
Concludo evidenziando come i contenuti di questo progetto, lanciato 17 anni fa, e i risultati raggiunti sono stati molto apprezzati dagli addetti ai lavori di altre regioni della Svizzera tanto da farne un modello a cui ispirarsi. E se tutto ciò è stato possibile, è soprattutto merito dei nostri preziosi partner che lavorano con serietà e competenza per garantire alle persone l’indispensabile sicurezza. E quando parlo di partner, ci terrei particolarmente a citare le varie sezione della Società Svizzera di Salvataggio qui rappresentate.
Con la convinzione di poter contare anche in futuro sulla vostra preziosa collaborazione, vi ringrazio.