Gentili Signore, Egregi Signori,
ho l’onore e il piacere di porgere a tutti voi i saluti del Consiglio di Stato, del Dipartimento delle istituzioni e i miei personali, alla cerimonia di promozione e di dichiarazione di fedeltà degli aspiranti della Scuola di Polizia 2011.
In questi 18 mesi di formazione di base avete fatto un’evoluzione, che si è concretizzata nelle diverse tappe di crescita individuale e di gruppo. Avete appreso le tecniche di intervento, avete sviluppato le vostre competenze sociali, avete creato uno spirito di cameratismo e di corpo. Da un gruppo di “semplici cittadini”, oggi diventerete a tutti gli effetti degli agenti di polizia.
Una formazione che sarà continua, poiché ogni giorno e ogni esperienza andranno ad arricchire il vostro bagaglio. Nel gennaio 2011 il vostro bagaglio era diversamente pieno, a dipendenza delle esperienze che avevate cumulato nella vostra vita privata. In questi 18 mesi intensi di formazione, professionale ma anche umana, il vostro sacco si è riempito per tutti nello stesso modo, tant’è che tutti siete giunti al traguardo. Un traguardo importante, che oggi andrà ad essere suggellato con la vostra promessa solenne di fedeltà alla Costituzione e alle Leggi.
Senso dello Stato, impegno e zelo
La professione dell’agente di polizia è una professione diversa dalle altre. In ogni momento, anche quando non indosserete la divisa perché liberi o in congedo, sarete riconosciuti dalla cittadinanza che vi conosce per essere tutori della legge. Una figura centrale della nostra società, perché immagine del potere costituito e dello Stato inteso nella formula weberiana, di un’impresa istituzionale di carattere politico in cui l’apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell’attuazione degli ordinamenti. Citando lo stesso Max Weber, “Lo Stato è quella comunità umana che entro un determinato territorio pretende per sé (con successo) il monopolio dell’uso della forza legittima”.
Voi siete l’espressione di questo monopolio. Un monopolio che vuol essere garanzia di “pace e concordia” tra i cittadini, poiché nel caso in cui venisse a mancare, ogni cittadino si sentirebbe in diritto di “farsi giustizia da sé”.
Voi siete altresì l’espressione visibile del senso dello Stato, che – attraverso il monopolio dell’uso della forza legittima – protegge i suoi cittadini. Un concetto, forse espresso in parole complicate, che cercherò di esemplificare. L’agente di polizia, con la sua divisa e la sua missione, rappresenta lo Stato e ne assume il ruolo di forza dell’ordine. Sarete chiamati a far rispettare le Leggi, imporre la disciplina e garantire la sicurezza.
Lo Stato è frutto della volontà dei suoi membri, i cittadini, nel voler creare una sovrastruttura codificata e organizzata, fondata su un patto (la Costituzione).
Questa definizione molto generale è dovuta al fatto che il concetto di Stato influenzabile da fattori ideologici. La nozione di diritto internazionale, quindi di carattere giuridico, designa lo Stato con la teoria dei tre elementi: un territorio delimitato che ne è la giurisdizione, un popolo cui vi appartiene e l’esercizio del potere su quest’ultimo; tutto questo integrato dalla necessità di una costituzione giuridica di tale comunità.
La definizione sociologica di Max Weber, con la disposizione dello Stato come strumento di dominio, viene interpretata in modo diverso. Da un punto di vista liberale, come una condizione necessaria, anche se si tratta di uno strumento limitato, atto a garantire la libertà dell’individuo. Da un punto di vista marxista viene visto (anche) come strumento che viene utilizzato come una sovrastruttura, ma a tutela degli interessi della classe dominante (e dopo la “rivoluzione proletaria” del socialismo). Infine, da un punto di vista anarchico, lo Stato è interpretato come strumento per la soppressione dell’individuo. A causa di posizioni significativamente divergenti, non è possibile offrire una definizione universale.
Una definizione universale è pure difficile trovarla per quanto il cittadino si attende dall’agente di polizia. Il cittadino si attende che il poliziotto sia lì subito e presente a difenderlo quando è indifeso, mentre ne misconosce il ruolo quando lo stesso poliziotto lo deve richiamare al rispetto o sanzionarlo per aver infranto una legge, magari di circolazione stradale. È capitato, capita e capiterà anche a voi. E con questo mi porto ad affrontare il tema dello spirito di servizio del cittadino, con impegno e diligenza.
Essere al servizio del cittadino costituirà un’attività frequente. Lo sarà anche quando dovrete intraprendere misure coercitive, atte a tutelare e proteggere il resto della cittadinanza. Anche durante i controlli sulla strada, poiché i 10 km/h in più o il 0.3%o in più potrebbero costare la vita ad un utente innocente della strada.
In qualsiasi situazione dove vi troverete a dover riprendere un cittadino ricordatevi che cortesia, rispetto ma anche decisione saranno le basi per il riconoscimento del vostro impegno!
Ho di recente incontrato alcuni cittadini che si lamentano che il contatto e il dialogo con taluni agenti è difficile. Non lo fanno per lamentarsi, ma perché vogliono collaborare con le forze dell’ordine nel perseguire i crimini, segnalando situazioni particolari o persone dubbie presenti nel proprio quartiere o villaggio. Si tratta di risorse importantissime per lo Stato. Ogni cittadino zelante e attento è un supporto imperdibile, poiché moltiplica i nostri occhi e diventa un appoggio locale. Non è una visione del passato la mia, bensì il chiaro intento di valorizzare il ruolo di quei cittadini che vogliono collaborare con le forze dell’ordine, aiutarci a perseguire i crimini e a prevenirli. Il loro ruolo, sociale e umano, è vitale per la nostra comunità. Vi invito quindi a dedicare la giusta attenzione a questo tipo di approccio, ascoltando e dando importanza a chi si interessa e a cuore – come voi – la nostra sicurezza e il bene della nostra comunità.
Le minacce si moltiplicano
Il nostro Cantone ha bisogno di più risorse possibili, quindi della partecipazione di tutti i cittadini alla costruzione e alla salvaguardia della nostra sicurezza. Il Consiglio di Stato lo ha scritto nelle Linee Direttive 2012-2015, ossia il suo programma di governo per la legislatura. Ogni cittadino deve concorrere ad aumentare la percezione della sicurezza della nostra comunità, anche se lo Stato deve fare la sua parte. In questo senso il Consiglio di Stato è consapevole del carico, sempre in aumento, di compiti che la Polizia è quotidianamente chiamata a dover svolgere e per questo motivo saprà dare le risposte adeguate allo scopo di renderne possibile l’adempimento; mettendo a disposizione le risorse umane necessarie, così come strutture adeguate e moderne.
Il Ticino è la porta sud della Svizzera, rivolta alla pianura padana, in vicinanza di una metropoli, proiettata sul Mediterraneo e sull’asse Europa-Africa. Un quadro che richiede la partecipazione di tutte le forze dell’ordine a garantire la sicurezza, e quindi il monopolio dello Stato in ambito di violenza. Un monopolio che è però vacillante in questi periodi, dato che – e non dobbiamo negarlo o sottovalutarlo – episodi di insofferenze nei confronti di richiedenti l’asilo problematici o dei frequenti furti nelle abitazioni fanno generare pulsioni giustizialiste in alcuni cittadini. Per questo motivo lo Stato deve essere presente, rispondere alle richieste di sicurezza dei cittadini e reprimere i comportamenti che minano la sicurezza.
Il cittadino ha oggi un maggiore e marcato bisogno di sentire lo Stato vicino a garantire la sicurezza sua, della sua famiglia e della comunità tutta. Dobbiamo evitare che le minacce odierne facciano perdere questa percezione, che c’è grazie al concorso di tutte le forze dell’ordine. Tengo quindi a ringraziare tutti gli agenti della nostra Polizia cantonale, delle Polizie comunali, delle Guardie di confine e della Polizia federale, come pure della Polizia ferroviaria; la vostra presenza e vicinanza ai cittadini è una garanzia affinché lo Stato possa rimanere monopolista e quindi elemento di fiducia nell’ambito della sicurezza e della protezione del cittadino.
Tutti gli aspiranti hanno superato la procedura di certificazione con successo, ottenendo l’attestato professionale federale di agente di polizia. Una premessa che conferma la vostra diligenza e il vostro impegno nella vostra missione che affronterete nel corso dei prossimi anni.
Una missione non facile perché, come accennato, siete sotto gii occhi di tutti e – come per i Consiglieri di Stato – anche quando non indosserete la divisa, verrete riconosciuti per la vostra professione che è una missione e – lo credo fermamente – una passione. Per questo, dovrete dedicarvi con impegno e zelo nell’adempimento dei vostri compiti, nell’interesse della sicurezza del nostro Paese e della protezione dei cittadini.
Vi ringrazio.
Norman Gobbi
Consigliere di Stato, Direttore del Dipartimento delle istituzioni e Presidente della Regio Insubrica
Cerimonia di promozione degli aspiranti della Scuola di Polizia 2011
15 giugno 2012, Luogo Locarno – Teatro Kursaal