Articolo pubblicato nell’edizione di venerdì 5 aprile 2019 del Corriere del Ticino
Il capo Philippe Rebord lascia la carica per motivi di salute – Emerge anche una donna fra i possibili candidati.
Con lui se ne va il responsabile dell’istruzione Baumgartner – Gobbi: «Peccato succeda ora, a riforma iniziata»
Due vertici dell’esercito abbandonano la loro funzione. Il timing non è dei più propizi. Philippe Rebord, capo dell’esercito, ha dato le dimissioni. Lascerà a fine 2019. La sua scelta giunge a sorpresa. La ragione: problemi di salute. Dopo una trombosi a inizio anno, dovrà infatti subire un’operazione all’anca a dicembre. Il 61.enne vallesano aveva ottenuto l’incarico nel 2017 e il suo contratto era stato prorogato oltre il suo pensionamento, fino a fine 2020, per garantire la riorganizzazione dell’esercito (il nome del programma è «Ulteriore sviluppo dell’esercito»), attualmente in corso.
Il fatto che Rebord mantenga la sua posizione ancora fino al 31 dicembre dà la possibilità di scegliere il suo successore in tutta calma, ha affermato la consigliera federale Viola Amherd davanti ai media a Berna. Ora toccherà alla commissione responsabile della scelta del sostituto selezionare possibili candidati. E dovrà trovarli in fretta. Il nuovo e l’uscente capo dell’esercito, ha affermato la titolare del Dipartimento della difesa, dovrebbero già lavorare assieme a partire dall’autunno, in modo da potersi organizzare in un passaggio di testimone senza strappi. I requisiti per la ricerca del sostituto non sono di tipo politico, ha affermato Amherd. Più importanti saranno le cosiddette «soft skills», come ad esempio la capacità di lavorare in team. Competenze che, a detta di Amherd, a Rebord non mancano.
«Ragioni personali»
Amherd ha ringraziato Rebord della buona collaborazione e del lavoro svolto avviando la riforma dell’esercito. La notizia della partenza era stata anticipata giovedì dai giornali dei gruppi editoriali Tamedia e CH Media. A inizio mattinata il Dipartimento della difesa ha poi invitato i giornalisti alla conferenza stampa in cui l’informazione è stata infine confermata.
Di sicuro il successore di Rebord non sarà Daniel Baumgartner, comandante di corpo e capo dell’istruzione. «Per ragioni personali» di cui la consigliera federale ha preferito non dire di più, Baumgartner ha chiesto di ottenere un’altra funzione. Secondo il «Tages-Anzeiger» il quadro sarebbe interessato a un posto di addetto alla difesa a Washington.
Baumgartner era stato coinvolto nello scandalo delle «spese allegre» pagate con il budget dell’esercito nell’ambito di seminari per quadri e che hanno incluso cene costose e voli in elicottero per le compagne dei militari. Per l’accaduto il capo dell’istruzione si era scusato pubblicamente. L’affare avrebbe però macchiato la sua carriera.
Possibili candidati ticinesi?
Da noi contattato, il consigliere di Stato Norman Gobbi, presidente della Conferenza governativa dei direttori cantonali del militare, della protezione civile e dei pompieri, nonché membro della commissione che aveva selezionato Philippe Rebord, trova «peccato che ad andarsene, proprio durante la fase di implementazione della riforma dell’esercito, siano sia il capo dell’esercito sia il capo dell’istruzione». È importante, aggiunge, che il successore di Rebord, che era stato «scelto appositamente per condurre questa delicata fase», mostri di avere «le stesse sensibilità», in particolare «le stesse attenzioni verso i bisogni delle nuove generazioni», in primis per riuscire a far combaciare meglio formazione e servizio militare. Fino a qui, dice Gobbi, la riforma (che mira a incrementare la prontezza dell’esercito, a migliorare l’istruzione e l’equipaggiamento e a rafforzare il radicamento delle forze armate a livello regionale) è avanzata positivamente, senza i tipici «mali d’infanzia» che spesso si osservano nelle prime fasi delle ristrutturazioni di questo tipo.
Ora, con la disdetta di due vertici, si aprono delle possibilità per possibili candidati ticinesi. Il membro del Governo ticinese non vuole fare nomi, ma – afferma – nel nostro cantone «la qualità c’è».
Per i vertici dell’esercito le sfide nei prossimi anni non mancano. Gli effettivi dell’esercito non aumentano, anzi. E sono previste grosse spese per i futuri acquisti di armamenti.
Una subentrante?
Intanto a Berna ci si azzarda già a fare alcuni nomi di possibili candidati. Tra questi figura quello di Germaine Seewer. Tra i 53 alti ufficiali superiori Seewer (brigadiere al comando della brigata d’aiuto alla condotta) è l’unica donna. Sarebbe la prima a diventare capo dell’esercito svizzero.
Fra gli altri nomi figura quello di Claude Meier, capo dello Stato maggiore dell’esercito, esperto di jet militari (altro tema del momento) e con buoni contatti in Parlamento.
Gli altri nomi sono quelli di Daniel Keller (comandante dell’istruzione superiore dei quadri dell’esercito, capo di Stato maggiore dell’istruzione operativa e sostituto capo comando istruzione), Thomas Süssli (capo della base d’aiuto alla condotta dell’esercito, responsabile per la cyber defence), Melchior Albrecht Stoller (consulente di politica militare di Amherd) , Aldo C. Schellenberg (capo comando operazioni e sostituto capo dell’esercito ed ex comandante delle forze aeree) e Hans-Peter Walser (comandante della divisione territoriale 2).