Dal Mattino della Domenica del 7 febbraio 2016 – SÌ all’iniziativa d’attuazione: per la nostra sicurezza e per il nostro rispetto
C’è molta carne al fuoco il prossimo 28 febbraio. Non penso solamente all’importante votazione sul risanamento del San Gottardo, bensì anche all’iniziativa per l’attuazione dell’espulsione degli stranieri che commettono reati. Per la sicurezza di tutti i cittadini è fondamentale sostenere questa iniziativa: non vogliamo e non possiamo più tollerare sul nostro territorio criminali stranieri, i quali mancano innanzitutto di rispetto al Paese – e di conseguenza al Popolo – che li ha accolti, che li ha dato una casa, un lavoro, un luogo dove vivere. A questo punto del dibattito, infiammatosi nelle ultime settimane, qualche fatto concreto dev’essere evidenziato come merita. Vicende reali, che hanno riempito la cronaca dei nostri media. Come nel caso del cittadino straniero di origine croata che nel 1993 fu condannato per violenza carnale commessa sul nostro territorio. Scontata la pena nel suo Paese, nel 2012 la persona richiese un permesso di soggiorno in Ticino, dove risiedono la moglie e i figli. E quando la richiesta fu respinta dal Dipartimento delle istituzioni – decisione poi confermata sia dal Governo che dal Tribunale cantonale amministrativo – questa persona si rivolse al Tribunale federale, che nel settembre 2014 gli diede ragione, sconfessando le autorità cantonali. Secondo l’Alta corte, il cittadino croato non rappresentava più un pericolo concreto per l’ordine e la sicurezza pubblici svizzeri (!). Stiamo parlando di violenza carnale, non di un – seppur grave – furto. Un caso che oserei definire eclatante, un caso che non deve più verificarsi, poiché ci sono di mezzo la sicurezza e l’ordine pubblico del nostro territorio e di tutti i cittadini!
Sono questi i motivi per i quali già nel 2010 fui l’unico Consigliere nazionale della Deputazione ticinese a difendere la prima iniziativa lanciata dall’UDC per l’espulsione dei criminali stranieri. La dimostrazione che non mi sbagliavo venne quando il nuovo testo costituzionale fu approvato dal Popolo ticinese e da quello svizzero così come dalla maggioranza dei Cantoni. Peccato che, nonostante la creazione di gruppi di studio e varie consultazioni, nulla si sia mosso a livello normativo, mentre sul nostro il numero di incarcerazioni di stranieri nei penitenziari non ha mai smesso di aumentare. A questo punto, credo quindi sia venuto il momento di dare finalmente seguito alla chiara volontà espressa dal Popolo, il nostro Sovrano, senza se e senza ma. C’è infatti in gioco la credibilità della nostra democrazia, del nostro sistema di democrazia diretta che rappresenta la nostra forza e, perché no, anche il nostro orgoglio. Al di là delle narrazioni dei contrari a ogni costo, pronti a mettere in gioco pure la volontà popolare – aspetto molto pericoloso – i numeri sono inequivocabili. La Svizzera detiene infatti il poco invidiabile record europeo di detenuti stranieri, che oggi rappresentano il 74% della popolazione carceraria. Una situazione estrema che è addirittura peggiore in Ticino, dove 4 detenuti su 5 sono stranieri.
Questa situazione non è più tollerabile! Grazie all’iniziativa per l’attuazione possiamo raggiungere tre obiettivi: 1) rendere giustizia alla chiara volontà espressa dal Popolo svizzero e ticinese;
2) ridurre, grazie all’effetto deterrente, i reati, e con essi i costi amministrativi della giustizia e quelli per la risocializzazione dei detenuti; 3) non consentire più che stranieri autori di ripetuti atti criminali gravi possano restare nel nostro Paese. Non possiamo più ignorare che la situazione continua a peggiorare sul fronte della sicurezza, e non possiamo più continuare a negare l’applicazione del testo approvato dal Popolo svizzero nel 2010. Per tutte queste ragioni, sostegno fermamente l’iniziativa di applicazione, e il 28 febbraio invito i Ticinesi a votare un «sì» convinto. Per la nostra sicurezza e per il nostro rispetto!