Vi porgo il benvenuto a nome del Consiglio di Stato del Canton Ticino e del Dipartimento delle istituzioni e Vi ringrazio per l’invito a partecipare alla vostra 70° Assemblea generale che, a distanza di 10 anni dall’ultima volta, torna in Ticino. Un ritorno che è un attestato di stima nei confronti dell’Alleanza Patriziale Ticinese (ALPA), del suo Presidente e rappresenta un motivo d’orgoglio per tutto il nostro Cantone.
In Ticino i Patriziati rappresentano un valore aggiunto non solo per i cittadini-patrizi, ma per l’intera comunità. È infatti grazie a una sapiente gestione del territorio cantonale – di proprietà patriziale per il 70% – se siamo riusciti a preservare questa nostra splendida terra nella quale convivono affascinanti contrasti: montagne e laghi, ghiacciai e flora sub-tropicale, boschi e alpeggi, villaggi in pietra e frenetici centri urbani.
Parlando di Patriziati nel nostro Cantone mi rallegra innanzitutto non doverne parlare al passato. Nel 1970, infatti, vi fu addirittura una mozione che propugnava la “possibilità di attuare un’integrazione del Patriziato nel Comune politico”. Fortunatamente però la Commissione di studio incaricata di approfondire la proposta, nel suo rapporto del 1975, scongiurò tale ipotesi. Risultò tuttavia evidente come gli Enti patriziali avrebbero dovuto modificare la propria missione adoperandosi maggiormente in favore della comunità. Questo cambio di paradigma ha avviato studi e riflessioni circa i nuovi compiti da attribuire agli Enti patriziali. Compiti che sono stati poi iscritti nella Legge organica patriziale (LOP) entrata in vigore nel 1995. Tale Legge ha sancito e sottolineato il fondamentale ruolo dei Patriziati nella conservazione e promozione delle sue proprietà, in primis il territorio, a favore di tutta la comunità. Per l’attuazione di questi importanti compiti il Canton Ticino ha fornito importanti risorse. Penso in particolare alla creazione del Fondo di aiuto patriziale – finanziato per il 50% dal Cantone – per promuovere investimenti in progetti di pubblica utilità quali ad esempio il recupero di un alpeggio, la ristrutturazione di un nucleo storico, il ripristino di sentieri o la manutenzione dei boschi. Durante questi 20 anni attraverso questo Fondo sono stati investiti oltre 140 milioni, soprattutto nelle zone periferiche.
In una società in così rapida evoluzione bisogna però anche prepararsi alle sfide che il futuro impone. Penso in modo particolare alle aggregazioni comunali – cominciate nel 2000 in Ticino – e tese a dare più forza, autonomia e progettualità ai nostri Comuni. Questo processo ha portato alla riduzione dai 245 Comuni del 2000, agli attuali 135. Ora, con il Piano cantonale delle aggregazioni – di cui è attualmente terminata la prima delle due fasi di consultazione – preconizziamo, idealmente, un Ticino composto da soli 23 Comuni. La ridefinizione dei confini comunali comporta per i Patriziati un ruolo ancor più rilevante. Essi dovranno infatti essere complementari ai Comuni e soddisfare le esigenze legate alla prossimità, dare una voce istituzionalmente forte ai cittadini dei Comuni aggregati e gestire in maniera sussidiaria il territorio. La sfida del III. Millennio per i Patriziati ticinesi e svizzeri è quella di sapersi rinnovare nel solco della tradizione sposando le esigenze della prossimità con la capacità gestire il territorio.
Il Canton Ticino crede fermamente in questo duplice ruolo che è emerso anche da uno studio strategico condotto dal Dipartimento delle istituzioni nel 2008 in collaborazione con l’ALPA. Con la recente revisione parziale della LOP – approvata nel gennaio del 2012 – il Parlamento cantonale ha voluto riconoscere ancor di più l’importante ruolo istituzionale esercitato dal Patriziato favorendo una maggior collaborazione con i Comuni. Al fine di stimolare le sinergie tra i due Enti, si è creato un nuovo Fondo per la gestione del territorio interamente finanziato dal Cantone. I primi riscontri sono davvero incoraggianti e numerosi progetti congiunti tra Patriziati e Comuni stanno germogliando sul nostro territorio.
I nuovi compiti assegnati ai Patriziati – è bene ricordarlo – vanno assunti a complemento del tradizionale ruolo di custodi della storia e delle tradizioni locali. I Patriziati rappresentano infatti un punto di riferimento culturale, storico e sociale irrinunciabile per poterci orientare in questo mondo – ahimé – in continua conformazione. Saper tramandare fedelmente la nostra storia millenaria significa assumersi un compito fondamentale: garantire un futuro al nostro passato! Ringrazio in tal senso l’ALPA, che si è sempre dimostrata un partner affidabile, le 210 Amministrazioni patriziali e i 90’000 patrizi ticinesi che si adoperano ogni giorno nel mantenere viva questa missione.
Care e cari Patrizi, in un’epoca in cui si vive così freneticamente il presente, spesso dimenticandoci del nostro passato, Vi ringrazio per essere stati e continuare ad essere fedeli custodi della storia e delle tradizioni. Incarnate appieno lo spirito patriziale che non consiste nel celebrare le ceneri del passato, ma nel consegnare la fiamma della passione per il nostro territorio, per le sue tradizioni e i suoi costumi alle future generazioni.
Il mio personale auspicio è che a margine degli intensi lavori assembleari, abbiate la possibilità di scoprire questa magnifica Regione apprezzandone appieno anche la gastronomia locale con i suoi numerosi prodotti tipici.
Vi ringrazio.
Discorso pronunciato dal Consigliere di Stato Norman Gobbi
in occasione dell’Assemblea generale della Federazione Svizzera dei Patriziati
13 giugno 2014 – Lugano, Palazzo dei Congressi