Norman Gobbi su Muralto: ‘Tavola rotonda per pianificare azioni di polizia e di tipo sociale’. Il consigliere di Stato: ‘Sotto la coordinazione della Gendarmeria territoriale, un’analisi della situazione per isolare le problematiche e capire come risolverle’
La situazione di oggettivo degrado di cui è vittima il comune di Muralto sarà monitorata dal Cantone, che tramite la Gendarmeria territoriale è intenzionato a formare un tavolo di lavoro al quale confluiscano non soltanto gli organi locali di polizia, ma anche istituzioni che si occupano dell’estensione della rete di protezione dal disagio sociale. A pochi giorni dalla consegna della “petizione dei professionisti” (di cui il nostro giornale aveva dato notizia in anteprima), alla “Regione” lo comunica il direttore del Dipartimento istituzioni, Norman Gobbi. «Devo premettere che dai dati di polizia di cui sono in possesso emerge una situazione non così grave come è stata “disegnata” – commenta Gobbi –. Tuttavia, è fuori di dubbio che qualche problema ogni tanto si verifica e dev’essere puntualmente risolto. Sia con dei controlli di sicurezza, sia, ed è questo lo sforzo che si intende promuovere con convinzione, con misure legate al delicato ambito del disagio sociale».
Concretamente, il consigliere di Stato informa che «l’idea nata in Dipartimento per dare una risposta ai malumori che bene o male serpeggiano in comune a Muralto è quella di prendere direttamente in mano il “boccino” come Dipartimento delle istituzioni, tramite la Gendarmeria territoriale. Come? Chiamando tutte le parti in causa attorno a un tavolo per iniziare un’analisi approfondita della situazione. Saranno monitorati i movimenti e le situazioni specialmente in zona stazione Ffs negli orari più sensibili. L’obiettivo è individuare in modo chiaro quali sono i problemi effettivi e, su quella base, stabilire quali possano essere le misure da prendere per cercare di risolverli».
Opportunamente, il lavoro coordinato dal Cantone non avrà dunque un marchio repressivo, ma partirà dalla consapevolezza che molti dei problemi che si verificano a Muralto sono causati da situazioni di mancato inserimento sociale dei ben noti gruppi di giovani disadattati che spendono il loro tempo bevendo, spacciando, litigando fra loro e commettendo tutta una serie di azioni di disturbo, ivi compresi dei veri e propri atti di vandalismo ai danni ad esempio dell’autosilo di Muralto. «Sono certo – conferma a questo proposito Gobbi – che le misure che verranno individuate non potranno essere soltanto di polizia, ma dovranno considerare anche il grande ambito della socialità». Un obiettivo già chiaro nella mente del nostro interlocutore è favorire, per il tramite della Territoriale, un riavvicinamento effettivo fra la Polizia convenzionata di Muralto-Minusio e la Polizia comunale della Città di Locarno, la cui collaborazione è istituzionalmente venuta meno dopo la rinuncia, da parte delle autorità di Muralto e Minusio, a insistere con una particolare forma di aiuto reciproco negli orari più disagevoli. Come noto, il tema del degrado a Muralto è tornato pubblicamente in auge di recente, dopo un reportage della “Regione” sulle angherie subite dai proprietari dell’autosilo; reportage ripreso prima a livello comunale, poi da una petizione con cui una trentina di professionisti operanti a Muralto (medici, avvocati, commercianti, proprietari di stabili) denuncia atti vandalici, scippi e aggressioni. Fra le misure puntuali chieste al Comune di Muralto dai liberi professionisti vi sono il rafforzamento dei contatti con la Polizia cantonale e la Polizia ferroviaria, e il ripristino della collaborazione con la Polizia della Città di Locarno “che, nel recente passato, aveva dato buoni frutti”.
di Davide Martinoni e Andrea Manna, LaRegione Ticino, 30.06.2014