Da LaRegione del 6 aprile 2016
Norman Gobbi ha «fatto il punto» sull’evoluzione degli enti locali, che ha subito una forte accelerazione.
A che punto siamo? Oltre metà strada. Perché se da un lato si è «ancora figli degli otto baliaggi» e «il Ceneri rimane la montagna più alta» del Ticino; dall’altro i Comuni si sono ammodernati o si stanno ammodernando. Anche grazie alle aggregazioni. E ieri il direttore del Dipartimento istituzioni (Di) Norman Gobbi ha «fatto il punto» sull’evoluzione degli enti locali. Un’evoluzione che ha subito una forte accelerazione. Qualche cifra: nei primi anni Novanta si contavano a sud del Gottardo quasi 250 Municipi. Nel 2010 il loro numero era sceso a 160 mentre oggi i ‘campanili’ sono 135. E fra un annetto, ricorsi e ‘nuova Bellinzona’ permettendo, saranno 115. Ma non basta ‘dare i numeri’. Pure «il ruolo del Comune – ha ricordato Gobbi – sta cambiando» e il Cantone «ha voluto rafforzarlo» per venire incontro «alle nuove esigenze, fortemente mutate, della popolazione». Come si è agito? Su vari fronti. Dal punto di vista strategico è stato per esempio elaborato e messo in consultazione il Piano cantonale delle aggregazioni. Il quale, lo ricordiamo, potrebbe essere un controprogetto all’iniziativa sulle fusioni di Giorgio Ghiringhelli (sulla cui ricevibilità si esprimerà a breve il Tribunale federale). Gobbi ha inoltre ricordato le modifiche alla Legge organica comunale, a quella sul consorziamento dei Comuni, a quella organica patriziale e via dicendo. E poi c’è il grande cantiere ‘Ticino 2020’ che da qui a quattro anni rivedrà compiti e flussi finanziari degli enti locali. «Entro l’estate – ha detto a tal proposito il capo della Sezione enti locali Elio Genazzi – sarà siglato l’accordo definitivo in sede di Piattaforma Cantone-Comuni». Sul tavolo anche la lettera dei 23 enti locali ‘forti’ che chiedono di ridurre da subito la somma pagata nella perequazione. «Anticipare tali modifiche – ha però rilevato Genazzi – sarebbe iniziare un lavoro con le basi sbagliate». Ogni cosa a suo tempo. E a proposito di tempi che cambiano il sindaco di Bellinzona Mario Branda ha presentato la «nuova realtà» che si sta creando nel Bellinzonese. «Nuova e non – ha sottolineato Branda – grande realtà». Perché non conterà la quantità ma la qualità di una città che dovrà sapere «sostenere lo sviluppo economico e la qualità di vita» propri del ventunesimo secolo.