Questa sera il Direttore del Dipartimento delle Istituzioni Norman Gobbi ha convocato una riunione di lavoro per discutere della situazione al Centro di registrazione e procedura di Chiasso (CRP). Presenti erano il Municipio di Chiasso con il sindaco Moreno Colombo e la vicesindaco Roberta Pantani Tettamanti, l’Ufficio federale della migrazione UFM con la vicedirettrice Evelyne Gugger Bruckdorfer e il direttore del CRP Antonio Simona, la polizia cantonale con una delegazione guidata maggiore Decio Cavallini e la polizia comunale di Chiasso con il suo comandante Nicolas Poncini.
L’incontro urgente è avvenuto a seguito del riacutizzarsi di problemi d’ordine pubblico verificatisi nella scorsa fine di settimana, nonché dell’aumento dei flussi migratori registrati in queste settimane e attesi nel corso dell’autunno. Obiettivi della riunione erano di fare un punto alla situazione dopo gli eventi caratterizzati da riottosità e violenza dentro e fuori il CRP di Chiasso, nonché verificare l’efficacia del dispositivo denominato “Operazione Stace” messo in atto dalle interforze di polizie nel corso di luglio e agosto.
L’incontro ha permesso alla Municipalità chiassese di presentare la situazione vissuta dalla comunità e in particolar modo di esporre i casi più eclatanti generati dai comportamenti aggressivi di una sparuta minoranza di richiedenti l’asilo problematici provenienti dal Nord Africa. Casi la cui violenza preoccupa l’autorità comunale, cantonale e federale, siccome connotano esplicitamente il cambiamento della tipologia dei richiedenti l’asilo in arrivo da queste aree. Questa minoranza di richiedenti l’asilo problematici ha denotato un’alta propensione alla violenza e all’attività delinquenziale, nonché una mancanza di rispetto delle forze dell’ordine ma anche dei più elementari comportamenti civili.
Il Direttore del Dipartimento delle Istituzioni ha spiegato alla vicedirettrice dell’UFM come le misure di polizia adottate finora dal Cantone non siano sufficienti a contrastare e limitare questi atteggiamenti. A tal proposito, si è convenuto che l’UFM verifichi le basi legali attuali e qualora mancassero ne crei di nuove, al fine di poter isolare gli elementi più problematici e pericolosi all’interno del CRP, questo a tutela dei cittadini tutti ma soprattutto dei richiedenti l’asilo che si comportano correttamente. Una delle proposte avanzate nell’incontro è di sospendere la libera uscita nel caso in cui i richiedenti l’asilo problematici commettessero atti di violenza, vandalici o criminali.
Quali ulteriori misure accompagnatorie nella gestione dei richiedenti l’asilo al CRP di Chiasso, il Comune – tramite la vice sindaco Roberta Pantani – ha avanzato la proposta di stanziare alcuni crediti supplementari per il finanziamento dei lavori di pubblica utilità forniti dall’impiego dei richiedenti l’asilo del CRP in questione. Impiego che già oggi il Comune di Chiasso già permette ad alcuni soggetti.
A seguito dei risultati positivi riscontrati con il dispositivo “Operazione Stace”, è stato richiesto alla signor vicedirettrice Gugger Bruckdorfer che l’UFM metta a disposizione un maggior numero di pattuglie formate da agenti di sicurezza privata, in modo da rafforzare il presidio delle zone più sensibili fuori il CRP di Chiasso, evitando così il presentarsi di comportamenti negativi. È stato quindi convenuto che l’UFM verifichi la disponibilità dei fondi necessari a garantire l’impiego di pattuglie aggiuntive, a beneficio del dispositivo messo in atto con successo durante l’estate dalla polizia cantonale.
Per voce dei suoi rappresentanti, l’UFM ha confermato quanto sinora comunicato, ossia che il Centro registrazione di Chiasso rimarrà anche in futuro un punto essenziale nella gestione dell’asilo e dei flussi migratori. Si ricorda infatti che il tema della migrazione è di stretta competenza della Confederazione, così come la sua gestione operativa sul fronte dell’asilo. Ne consegue – a mente del Consigliere di Stato Norman Gobbi – che il Dipartimento federale di giustizia e polizia DFGP debba a maggior ragione accogliere la richiesta di aumentare i servizi di sicurezza privata, in quanto si tratta di partecipare ad uno sforzo congiunto dei tre livelli istituzionali.
In conclusione, è ferma volontà del Dipartimento delle Istituzioni poter garantire un’adeguata presenza e controllo sul territorio da parte delle forze dell’ordine. Per questo motivo, la polizia cantonale è stata incaricata di elaborare sollecitamente dispositivi particolari e generali per l’impiego delle interforze di polizia nelle zone più sollecitate del Cantone sul fronte della sicurezza. Gli stessi piani saranno prossimamente presentati alla direzione del Dipartimento e poi alle autorità comunali dei territori coinvolti.