Norman Gobbi: “Comuni e Regioni di Protezioni civile si sono già attivati”
Ancora una volta nel giro di pochi mesi la Protezione civile (PCi) dimostra tutta la sua utilità. Prima con la pandemia e la parallela grande campagna di vaccinazione, oggi – sommandosi alle esigenze sanitarie ancora aperte per far fronte al coronavirus – con la crisi innescata dalla guerra in Ucraina. “La PCi è l’importante riserva di risorse umane e di mezzi a disposizione delle autorità per la protezione della popolazione. In Ticino, le Regioni della PCi, emanazione diretta dei Comuni, assumono anche nella crisi attuale un ruolo decisivo” – afferma il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi. “Confederazione e Cantone hanno già chiesto la scorsa settimana l’attivazione dei vari dispositivi nei confronti dei Comuni e quindi delle organizzazioni regionali di PCi. Si tratta di affrontare due differenti impegni: da un lato quello legato all’arrivo di cittadini ucraini che fuggono dalla guerra nel loro Paese. Dall’altro – in una prospettiva che mai vorremmo si attuasse – quello di accogliere nei rifugi tutti i residenti nel caso il conflitto avesse ripercussioni, in una maniera o in un’altra, anche sulla Svizzera. Dico subito, per non generare inutili paure e preoccupazioni su questo ultimo aspetto, che attualmente una simile eventualità appare lontana”, precisa il Consigliere di Stato Norman Gobbi. “È però importante che già oggi si sia attivato tutto il dispositivo per essere in prontezza. In questo senso stanno dunque operando le Regioni di Protezione civile, per rendere agibili tutti i rifugi, così come da disposizioni fatte avere ai Comuni”.
Ritorniamo allora al tema dell’arrivo dei profughi ucraini. “Si presume che a partire da domani, lunedì, la Segreteria della migrazione (SEM) potrà iniziare ad assegnare ai Cantoni un certo numero di profughi. Persone, in particolare donne, bambini e anziani, che nel frattempo sono giunte in Svizzera”, sottolinea Norman Gobbi. “A livello cantonale abbiamo predisposto un centro di prima accoglienza a Cadenazzo, utilizzando una struttura di protezione civile che viene gestita dal Cantone e che recentemente è stata ammodernata. Qui le persone sono però destinate a rimanere pochissimo tempo, al massimo tre giorni. Poi verranno accolte in altre strutture, appartamenti o altri alloggi collettivi che nel frattempo sono stati individuati. Anche in questo caso ci vorrà una buona coordinazione e collaborazione affinché il flusso sia gestito con puntualità e in modo efficace”, si auspica in conclusione il Direttore del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi.