Articolo pubblicato nell’edizione di giovedì 26 novembre 2020 de La Regione
Misure prolungate e più posti acuti negli ospedali
Le restrizioni in atto in Ticino per contrastare la diffusione dell’epidemia da coronavirus sono state prolungate fino al prossimo 18 dicembre. Manifestazioni pubbliche e private continueranno ad avere limiti riguardo agli assembramenti: non più di 5 persone nello spazio pubblico. Numero di persone che sale a 30 per matrimoni, celebrazioni religiose, eventi culturali (cinema e teatri) e sport professionistico. Nulla di nuovo, quindi, rispetto a quanto viviamo quotidianamente da settimane. Norman Gobbi, presidente del Consiglio di Stato, durante un breve incontro con la stampa, ha ribadito che l’obiettivo del governo è quello di evitare un lockdown. «Si tratta di conciliare l’esigenza di preservare il sistema sanitario con quella dell’economia», ha affermato Gobbi invitando i centri commerciali, in vista del periodo natalizio, a rispettare i protocolli di sicurezza (distanza e disinfettante, ndr). In occasione degli acquisti natalizi, in particolare il Black Friday, verrà potenziato «il dispositivo di controllo di polizia riguardo il rispetto dei piani di protezione all’interno delle attività commerciali». Al riguardo Gobbi ha dichiarato che «in caso di mancato rispetto dei protocolli, verranno prese decisioni anche gravi».
Per rimanere alle conseguenze economiche negative del coronavirus, la prossima settimana il Consiglio di Stato approverà il messaggio per recepire nell’ordinamento ticinese la legislazione federale sui cosiddetti casi di rigore. Si tratta di misure di sostegno a favore di imprese e persone che hanno subito gravi perdite a seguito della situazione sanitaria. «Il messaggio verrà allestito dal Dipartimento delle finanze e dell’economia e darà una risposta a settori come quello congressuale o delle agenzie di viaggio», ha affermato Gobbi che ha comunque ricordato che gli aiuti (un terzo da parte del Cantone e due terzi della Confederazione) non saranno immediati. Si parla di marzo aprile del prossimo anno. Il limite inferiore di reddito per avere accesso agli aiuti, inoltre, è stato portato da 50mila a 100mila franchi. Un’asticella più severa che di fatto esclude piccoli imprenditori e lavoratori indipendenti.
Dispositivo sanitario, più letti e prestito di personale
Riguardo all’indice di riproduzione del virus comunicato dalla task-force federale, e che si attesta a 0,78, il Ticino, ha dichiarato il direttore del Dss Raffaele De Rosa, «avrà bisogno di più tempo per ridurre il numero dei contagi, tempo da concedere riguardo la strategia della responsabilità individuale e l’adesione a tale strategia da parte dei cittadini».
Potenziato, intanto, il dispositivo ospedaliero, con il numero di letti che passa da 600 a 630, e viene rimodellato il meccanismo di prestito di personale fra strutture sanitarie in caso di necessità. Perché la clinica Moncucco possa aumentare i letti in reparto acute e cure intense, è stato definito un supporto da parte delle cliniche Ars Medica e Sant’Anna e dalla clinica Santa Chiara di Locarno integrata anche nel dispositivo di accoglienza fino a una trentina di pazienti. Il colore della campagna di prevenzione rimane ‘rosso’. L’invito di De Rosa è quello di continuare nelle prossime settimane a limitare i contatti personali, mantenere le distanze, lavarsi frequentemente le mani e portare la mascherina. Infine un pensiero sulle imminenti festività natalizie (manca un mese esatto). Il prossimo 16 dicembre il Consiglio federale emanerà le disposizioni per le feste di fine anno. Non si sa se saranno più leggere rispetto alle attuali. Ad ogni modo «sarà un Natale particolare che inviterà a farci riflettere maggiormente sui valori della vita», ha commentato De Rosa che ha invitato i ticinesi, per le strenne di fine anno, a privilegiare prodotti della filiera corta. Un modo per sostenere l’economia locale.
Servizio all’interno dell’edizione di giovedì 26 novembre 2020 del Corriere del Ticino
Nessun cambio di rotta Ma si pensa già al Natale
Misure cantonali prolungate fino al 18 dicembre, potenziati i posti letto e personale sanitario in prestito
Norman Gobbi: «Stiamo evitando un secondo lockdown» – Raffaele De Rosa: «Rafforzato il dispositivo ospedaliero»
Misure cantonali prolungate fino al 18 dicembre e un ulteriore adeguamento del dispositivo ospedaliero. Sono queste le principali novità comunicate ieri durante la conferenza stampa indetta dal Consiglio di Stato per fare il punto sulla situazione epidemiologica in Ticino, e a cui hanno presenziato il presidente del Governo Norman Gobbi e il direttore del Dipartimento della sanità e della socialità Raffaele De Rosa. Ma vediamole nel dettaglio.
Tendenze contrastanti
A esattamente nove mesi di distanza dal primo caso di COVID-19 registrato nel nostro cantone, Norman Gobbi ha rilevato che la situazione attuale è contraddistinta da un leggero rallentamento dei contagi. Questa tendenza, però, non si riflette sul numero delle ospedalizzazioni e dei decessi, motivo per cui il Consiglio di Stato ha deciso di prolungare fino al 18 dicembre le misure attualmente in vigore. «Rimaniamo vigili – ha rimarcato – la situazione rimane seria e non è il momento di abbassare la guardia, ma grazie alla collaborazione di tutti stiamo evitando un secondo lockdown».
Toccato anche il tema caldo della sperimentazione dei vari vaccini che continua a tenere banco. Un argomento «da accogliere con il dovuto equilibrio» secondo Gobbi, dando eco alle parole pronunciate dal consigliere federale Alain Berset in visita a Lugano settimana scorsa, il quale aveva rilevato «l’impossibilità di mettere in campo una distribuzione di massa non prima della fine dell’inverno». Volgendo lo sguardo alle prossime settimane, è stato inevitabile per Gobbi non riservare un pensiero alla vicinanza con le festività natalizie (il Consiglio federale prenderà decisioni in merito il prossimo 16 dicembre), invitando la popolazione a organizzarsi per tempo nell’acquisto dei regali per evitare assembramenti nei negozi e di tendere la mano ai commerci locali e ai piccoli esercenti.
Cliniche private in soccorso
Dal canto suo, Raffaele De Rosa ha illustrato il nuovo adeguamento del dispositivo ospedaliero. Nel dettaglio, la modifica riguarda in particolare il prestito di personale dalle altre cliniche private – come la clinica Santa Chiara di Locarno, l’Ars Medica e la clinica Sant’Anna – alla Clinica Luganese Moncucco nel caso in cui questa struttura avesse la necessità di aumentare ulteriormente i posti letto disponibili, sia nel reparto acuto che in quello di cure intense. Questo potenziamento «ha permesso di passare da 600 a 630 posti letto», ha spiegato De Rosa.