Dal Giornale del Popolo | L’appello di Simonetta Sommaruga e Norman Gobbi al convegno internazionale dell’Interpol – La consigliera federale ha anche evidenziato come la Svizzera nel 2017 inizierà un secondo piano d’azione sia per colpire i delinquenti sia per aiutare le vittime.
La tratta di esseri umani è un problema che si combatte collaborando. Un concetto chiaro e che è stato ribadito ieri, alla fine dell quarta conferenza globale dell’Interpol che si è tenuta a Lugano. Un evento che si è svolto per la prima volta in Svizzera e ha visto la presenza di esperti da tutto il mondo.
Tra i presenti anche la consigliera federale Simonetta Sommaruga la quale ha ricordato come questo tema sia una delle priorità strategiche del Consiglio federale. «La Svizzera ha elaborato un piano di azione nel 2012 con misure concrete per combattere la tratta di esseri umani e migliorare l’identificazione delle vittime. E anche il perseguimento penale è stato rafforzato, così come la tutela delle vittime», ha detto la ministra della giustizia. La stessa consigliera federale ha poi aggiunto che «negli ultimi anni sono stati fatti passi importanti nella lotta alla tratta di esseri umani e la conferenza internazionale in Svizzera dimostra come il Paese sia diventato un protagonista nella lotta a questa piaga».
«La formazione del personale è fondamentale»
Sulla migrazione Sommaruga ammette: «Esiste anche questa difficile situazione che colpisce le persone più vulnerabili e i minori. Ecco perché è necessario avere un personale formato adeguatamente. La formazione è altresì utile anche per riuscire a comprendere se un rifugiato è anche una vittima della tratta di esseri umani».
«Dal 2017 entrerà in vigore il secondo piano d’azione»
Dal 2017 entrerà in vigore in Svizzera un secondo piano di azione per combattere la tratta. «Già con il primo programma abbiamo dimostrato la nostra volontà di agire. Un modo di affrontare il tema diverso rispetto a qualche anno fa quando si mettevano in atto solo alcune misure, ma senza una strategia coordinata. Inoltre – ha continuato Sommaruga – la conferenza di questi giorni è stata molto utile per capire meglio il problema e imparare dagli altri come affrontarlo».
«Il nostro Cantone è terreno fertile per passatori»
Da parte sua il responsabile del Dipartimento delle istituzioni Norman Gobbi ha voluto sottolineare come il Ticino, «più di altri Cantoni, fornisce terreno fertile per l’attività dei passatori. Il confine tra Italia e Svizzera è un ostacolo per quei migranti che
vogliono arrivare in Nord d’Europa e per raggiungerlo oltrepassano il confine della legalità. E una volta fuori dalla legge sono facile preda di organizzazioni criminali».
Lo stesso Gobbi ha rilevato come la tratta di esseri umani e quella dei migranti siano strettamente connesse e legate da un vincolo di parentela. Secondo lui «devono essere affrontate come un unico grave problema in quanto dietro si nascondo organizzazioni di criminali che fanno leva sulla povertà».
In Ticino sono state aperte 15 inchieste in un anno
Il Ticino, ha ricordato il consigliere di Stato, dal 2015 si è dotato, per primo, di una task-force che dedica le attività investigative alla lotta dei passatori. I risultati ottenuti sono confortanti. Nel primo anno di attività il gruppo investigativo ha aperto una quindicina tra inchieste preliminari e procedimenti penali contro «Contro la tratta e in aiuto delle vittime» delinquenti ch trasportavano migranti dall’Italia alla Svizzera. «Un’attività che ci ha permesso di meglio comprendere la rete criminale e in particolare la filiera africana che controlla il traffico da Somalia, Eritrea e Nigeria». Gobbi ha anche sottolineato come la Polizia cantonale, già dal 2015, si è dotata del gruppo TESEU che si occupa di tratte di esseri umani e di prostituzione.
In Svizzera, quasi mille interventi in 5 anni
Qualche altra cifra importante l’ha fornita la stessa consigliera federale. Secondo i dati dell’Ufficio federale di polizia (fedpol) tra il 2010 e il 2015 è stato fornito aiuto in 812 casi. Mentre il registro del Centro d’assistenza per le vittime delle tratte di donne e migranti conta 905 interventi. Da notare che in alcune circostanze una persona può apparire in entrambi gli archivi.
Un’altra cifra deve far riflettere: da metà e fino a due terzi di tutti i procedimenti registrati in questo settore e nel promovimento della prostituzione riguardano persone che provengono dall’Europa dell’Est: Romania, Bulgaria e Ungheria in primis.
Il Ticino vuole essere partner affidabile
«Il Cantone – ha continuato Gobbi – vuole essere un partner affidabile a livello nazionale e internazionale per questo motivo ci stiamo attivando per raggiungere nuove collaborazioni allo scopo di migliorare il controllo del territorio e in particolare della zona di confine».
Lo stesso responsabile del DI ci ha confermato come «Berna e in particolare la consigliera federale Sommaruga è molto sensibile al tema. E se è stato istituito questo gruppo attivo da un anno è grazie alla sua e alla nostra volontà. È anche molto sensibile alle vittime delle tratte di essere umani. Proprio perché l’azione deve essere fatta anche in questo senso e non solo colpendo i trafficanti. Le istituzioni hanno bisogno anche dell’aiuto delle vittime per riuscire a colpire i criminali».