Un lavoro che ha permesso al Ticino di raggiungere obiettivi importanti. Se c’è un’attività che svolgo come Consigliere di Stato che più mi avvicina alla mia terra d’origine, alla Leventina, questa è quella legata al mantenimento di rapporti costanti con la Capitale federale. La Valle Leventina rappresenta da sempre una regione ponte fra nord e sud, fra il Canton Ticino e il resto della Svizzera. Nasce probabilmente da qui la mia propensione al lavoro confederale, che in questi anni ho portato avanti in maniera continua e che mi ha permesso di difendere gli interessi del Ticino e dei Ticinesi.
Sicuramente quest’attività è stata facilitata dall’esperienza fatta in Consiglio nazionale tra il 2010 e il 2011; un’esperienza molto arricchente, che mi ha consentito di vivere in prima persona le dinamiche di Palazzo federale e di allacciare molti contatti privilegiati. Questi contatti, uniti a quelli coltivati sull’arco di tutta la mia carriera politica e non solo, penso ad esempio all’ambito militare, si sono rivelati essenziali per portare a Berna gli argomenti del Ticino e per rendere attente le Autorità federali sulle problematiche che attanagliano il nostro Cantone. Non sempre per il Ticino è facile farsi ascoltare. Ancora oggi, non tutti comprendono i nostri problemi, le nostre peculiarità; non tutti comprendono che siamo un “Sonderfall”, un caso particolare in tutta la Svizzera. Come il Popolo leghista sa bene, non sono una persona che si arrende alle prime difficoltà e, in questo contesto, mi sono impegnato con tenacia affinché gli interessi dei Ticinesi fossero tenuti maggiormente in considerazione a livello federale.
In media una volta a settimana oltre Gottardo
A tale scopo, negli ultimi quattro anni mi sono recato di frequente a Berna per avere un contatto diretto con le Autorità federali. Ed è proprio anche grazie a questi miei incontri se il Ticino è riuscito a raggiungere alcuni obiettivi importanti. Penso innanzitutto al settore della sicurezza, dove abbiamo ottenuto notevoli successi. In ambito militare, abbiamo mantenuto quasi tutti gli stazionamenti dell’Esercito sul suolo cantonale, garantendo pure notevoli investimenti da parte della Confederazione. È di circa una settimana fa la notizia che il Consiglio federale ha approvato un credito di 55 milioni per il risanamento totale della caserma di Isone e uno di 12,5 milioni per la 3a tappa del nuovo centro logistico del Monte Ceneri, che si aggiungono ai 60 milioni già stanziati per le prime due tappe. Nei prossimi anni saranno sbloccati altri 80 milioni per le caserme di Airolo e del Monte Ceneri. Sono oltre 200 milioni! Un investimento fondamentale per l’economia ticinese.
Nell’ambito del presidio dei nostri confini, ho promosso la necessità di rafforzare la sicurezza sul nostro territorio, dato che il Ticino rappresenta la porta sud della Svizzera e le nostre frontiere sono confrontate con alcuni fenomeni d’importazione preoccupanti (criminalità straniera, passatori ecc.). In questo senso, ho sostenuto la chiusura notturna dei valichi secondari ticinesi che, grazie alla mozione della nostra Roberta Pantani e alla sua caparbietà, sono divenuti argomento di discussione alle Camere federali, che hanno infine approvato la proposta della nostra Consigliera nazionale (Grazie Roby!).
In futuro questo lavoro di lobby a Berna sarà sempre più determinante. Abbiamo appena visto come l’incontro, avuto dal sottoscritto e dai funzionari della Divisione delle contribuzioni con la Commissione dell’economia e dei tributi del Consiglio nazionale, sia stato decisivo per bloccare una scellerata revisione di legge, voluta dalla Ministra Widmer-Schlumpf. Una revisione che avrebbe permesso ai lavoratori frontalieri di beneficiare delle stesse deduzioni fiscali dei cittadini residenti. Un ennesimo schiaffo al nostro Cantone, che per il momento siamo riusciti ad evitare, ma che ci fa capire come occorra lavorare in maniera costante anche a Berna per difendere gli interessi del Ticino e dei Ticinesi!
Norman Gobbi